da Baltazzar | Apr 20, 2012 | Diavolo, Post-it
Cari fratelli diavoli…
Ah, dalle vostre risa e facce sbigottite vedo che avete colto la mia battuta. Sì, esatto, oggi tratteremo proprio del quarto comandamento, quello che comanda gli esseri inferiori e i succubi del Nemico di onorare il padre e la madre. Non è difficile vedere in esso uno stratagemma per costringere gli umani ad onorare proprio Lui, il Nemico, che si arroga di essere il padre e la madre delle sue creature per la banale ragione che li ha tratti dal nulla e li fa esistere. Quanto sia ridicola questa pretesa ce lo ha spiegato bene il Nostro Padre Infernale, che proprio dal rinnegamento di questo ordine è partito per rivendicare a noi tutti la libertà dall’oppressione celeste.
Se siamo stati creati, in che modo questo dovrebbe condizionarci? Il passato è passato; noi siamo indipendenti, adulti, e rivendichiamo il nostro essere tali. Il perché della nostra esistenza non ci deve importare; proprio per questo chiamiamo nostro Padre colui che ci ha indicato la strada e non quello che sta Lassù. Lo riconosciamo come Padre perché è il più forte, potente, astuto, la nostra Guida suprema.
Dire però che siamo fratelli vorrebbe dire negare la ragione stessa che ce lo fa chiamare così. Noi gli diamo il nome di Padre per libera scelta, non perché condizionati da una circostanza; a parte questo nessun obbligo lega noi suoi figli gli uni agli altri. Non dubitate un solo istante che vi divorerei tutti quanti siete, se mi saltasse la voglia e fossi sicuro di non essere punito. Così come se dovessi mancare di rispetto a Nostro Padre verrei sicuramente ridotto a brandelli. Quello che ci tiene insieme è più forte di un banale legame di sangue, se pure l’avessimo: è un Nemico comune, la forza e la paura.
Questo stesso rispetto lo dobbiamo insegnare agli umani sotto la nostra protezione. Un padre che insegni al figlio tramite il terrore e l’imposizione, un figlio che disprezza chi l’ha generato e non vede l’ora di liberarsi di loro: in piccolo, la dinamica che ci ha portato qui e che dobbiamo porre a modello.
Il nostro quarto comandamento riflette questa nostra disposizione:
IV – Onora solo chi è più forte di te
E quindi, miei demoni, preparatevi a rendermi omaggio…
da Berlicche
da Baltazzar | Apr 13, 2012 | Diavolo, Post-it
Cari miei praticanti Diavoli, siamo arrivati al terzo nostro incontro sulle leggi del Nemico da noi prese e migliorate.
Apparentemente sembra un comandamento abbastanza innocuo, ma è una delle sue trovate più letali. Come passiamo di solito il nostro tempo con l’ umano sotto le nostre cure? Nel tentare di fargli dimenticare se stesso, indurlo a ragionare in modo astratto, sempre per opinioni. Gli facciamo fare una vita frenetica, mandandolo di qui e di là a caccia di illusioni senza mai dargli l’opportunità di pensare cosa sia importante per lui. Ed ecco che il Nemico gli ordina di ricavarsi un posto suo, di fermarsi, gli spiega che c’è uno spazio dove la fatica non deve entrare: ed osa chiamare questo tempo santo, cioè appropriarsene!
Ora, noi sappiamo bene che il dovere domenicale può essere una delle nostre migliori armi per distaccare un umano dal Nemico. Basta renderlo lungo, insopportabile, noioso; basta convincere che il vero divertimento sta altrove, da qualunque parte. Meglio consacrarlo ad altro: alla Gita, allo Sballo, allo Shopping.
Ma occorreva di più, e noi l’abbiamo fatto.
Abbiamo talmente accellerato la vita nei giorni normali da costringerla a debordare nel tempo sacro. Ovvero l’abbiamo dissacrato. La nozione stessa di giorno diverso l’abbiamo fatta a pezzi con la nostra logica implacabile. Abbiamo creato una necessità e costretto tutti ad adeguarsi. Se il Sabato è fatto per l’uomo allora l’uomo ha tutto il diritto di prenderlo e farci ciò che vuole. E ciò che vuole glielo dettiamo noi.
Una volta che il tempo sacro è tolto, ogni istante è uguale all’altro. Non esiste più un futuro per il quale prepararsi, nè un passato dal quale imparare: carpe diem, vivi l’attimo fuggente. Anche il ritmo sempre uguale delle stagioni, delle settimane, l’abbiamo fatto a pezzi. E tutto questo, badate bene, facendo credere agli uomini che è per il loro maggior piacere.
Colleghi tentatori, capite allora bene l’importanza di questo comandamento. Una volta che ci saremo appropriati di tutto il tempo dell’uomo il Nemico su di essi perderà ogni potere, perché è solo nel tempo che può rubarci le loro anime.
Ed eccolo:
III – Ricordati di vivere alla giornata.
da Berlicche
da Baltazzar | Apr 11, 2012 | Chiesa, Diavolo
Intervista con l’esorcista di Ancona Don Paolo Scortichini
di Stefano Pagliarini da Ancona Today
Se ci si reca presso la Parrocchia “Ss. Cosma e Damiano” nel centro storico di Ancona, si ha la possibilità di conoscere Don Paolo Sconocchini, parroco della chiesa dal 2001 ed esorcista ufficiale della diocesi di Ancona dal 2009. Lo abbiamo incontrato per scoprire che cosa significa oggi praticare l’esorcismo.
Il Ministero dell’esorcista è la carica che il Vescovo della diocesi affida ad un parroco del territorio, tramite la quale può operare appunto gli esorcismi, preghiere con le quali si richiede per la persona la protezione contro l’influenza del Maligno.
Il sacerdote, per essere scelto, deve avere delle caratteristiche ben precise indicate dal Codice di Diritto Canonico: deve essere uomo di preghiera, prudente, di vita moralmente esemplare e di scienza. Quest’ultima caratteristica, che potrebbe sembrare paradossale, è in realtà fondamentale: infatti l’esorcista non è affatto un uomo che risolve tutto con la fede, al contrario, sa che molte persone che si rivolgono a lui sono persone che hanno in realtà disturbi di carattere medico e in particolare psichiatrico.
Ecco perché Don Paolo opera insieme a due psichiatri, che comunque devono essere credenti in quanto, pur essendo uomini di scienza, devono essere capaci di riconoscerne i loro limiti nel momento in cui ci si trovi di fronte a fatti oggettivamente inspiegabili. A differenza di quello che pensano molti dunque, l’esorcista non solo non nega la scienza medica, ma ne ha bisogno.
“In questi tre anni di operato – dice Don Paolo – ho visto e mi sono occupato di centinaia e centinaia di casi ed erano quasi tutti casi psichiatrici in realtà, ma alcuni no e sono sicuro che una persona che ho seguito per parecchio tempo fosse un caso di possessione.”
Ma quante persone si rivolgono all’esorcista ad Ancona? Don Paolo ci mostra la sua agenda: è piena. Ma lui precisa: “Non si possono dare numeri precisi perché ce ne sono molti che vengono una volta e non li vedo più, e pochi casi importanti che seguo per molto tempo, anche per mesi”. Un dato interessante è che su dieci persone, otto sono donne. Ciò, secondo Don Paolo, sarebbe dovuto al fatto che le donne sono più emotive e volenterose di cambiare la propria vita, l’uomo è troppo razionale e questo non lo aiuta.
I fenomeni più strani a cui ha assistito Don Paolo in questi anni sono la levitazione, la vessazione temporanea e lo stato di trans. Tutto questo si spiegherebbe con il fatto che nella nostra società sta via via affievolendosi la spiritualità delle persone e di contro sono in aumento le pratiche legate all’occultismo, ai maghi, cartomanti. Saremmo dunque molto più esposti al Male. Ecco perché Don Paolo è d’accordo con l’ormai famoso Padre Gabriele Amorth, che lotta nella Chiesa affinché sia presente un esorcista per ogni diocesi in Italia.
Forse siamo noi ad essere abituati a pensare a chissà quale losca figura sia l’esorcista, ma Don Paolo è persona molto alla mano e, con un sorriso, ci dice che lui in realtà non si riconosce per nulla nella figura cinematografica che il suo ruolo suggerisce, perché preferisce la preghiera e l’umiltà, ma dopo certe cose che ha visto sente il peso della responsabilità. Infatti l’esorcista è sempre esposto a un doppio pericolo: “Evitare sempre i due estremi per cui tutto è scientifico o tutto è diabolico – conclude Padre Paolo – per questo si devono evitare gli esorcisti improvvisati o non ufficialmente incaricati, perché pericolosi in quanto mettono in testa alle persone di essere possedute quando magari hanno bisogno di tutt’altro.”
da Baltazzar | Apr 6, 2012 | Diavolo, Post-it
Cari allievi demoni, passiamo ora ad esaminare il secondo comandamento.
Il Nemico, nel suo immenso egoismo, non vorrebbe essere nominato invano. Sappiamo tutti, mi auguro, cosa intende qui con nominare: tirare in ballo, coinvolgere. Avete capito il vecchiaccio? Prima crea un universo pieno di problemi e poi non vuole essere interrogato quando le cose si fanno pressanti. Per quelli di voi che fanno già i tentatori sul campo è come se un manager staccasse il telefono. Come se un padre chiudesse la porta in faccia ai figli.
Se dicessi queste cose a uno dei suoi servi lui risponderebbe che la parola chiave è “invano”…bella scusa. Come se spettasse a lui decidere cosa è importante.
Vedete, è il solito trucco: da una parte ci dice “arrangiatevi, vi ho dato la libertà”, dall’altro si crede migliore di noi e si mette a sindacare come utilizziamo questa libertà.
Dice che gli dispiace che la sprechiamo. Ma a noi non pare sprecata, per noi quest’inferno è il posto più bello che c’è: facciamo cosa vogliamo senza il suo fiato sulle corna, e se dobbiamo lavorare per procurarci il cibo che importa? Di anime di umani fessi ce ne sono più che a sufficienza. Che ce ne frega della sua libertà?
Noi siamo diversi, e orgogliosi di esserlo. Tutto è nostro. Il Nemico chiama inutili le cose che allontanano da lui, ma sono proprio queste che a noi piacciono. Vogliamo usare di quelle come di tutto il resto. Perché ogni lasciata è persa, capite? Se non ci pigliamo tutto lo farà qualcun altro.
Perciò è importante che il nostro nome risuoni ovunque. Io, io, io, questo è il nostro inno. La nostra missione è che tutto diventi nostro, mettere l’impronta e il sigillo su ogni cosa, e quindi piegarla al nostro volere. Io sono importante, io valgo.
Il mio nome è il solo che importa. Io voglio essere coinvolto.
Quindi, il secondo comandamento infernale è
II – Nominati sempre
Questo è il nostro credo. Solo chi grida forte il proprio nome su tutti vince. E voi farete bene a ricordare il mio.
da Berlicche
da Baltazzar | Apr 2, 2012 | Chiesa, Diavolo, Libri
Nel libro “Così si vince il demonio” di José Maria Zavala, padre Gabriele Amorth racconta due esorcismi contro “demoni potentissimi” compiuti da Wojtyla
MARCO TOSATTI da Vatican Insider
Giovanni Paolo II fu il primo Papa che in quattrocento anni affrontò il demonio in un rito di esorcismo. Accadde il 4 aprile 1982, il quarto anno del pontificato. Racconta don Gabriele: “Lo ricordo perfettamente. Conosco Francesca , la giovane che era presente quella mattina all’udienza papale in Vaticano. In precedenza, il vescovo della diocesi a cui la ragazza apparteneva le chiese se fosse disposto a esorcizzarla, e il papa diede il suo assenso, senza problema. E il Papa procedette subito dopo all’esorcismo, nella sua cappella privata in Vaticano. Francesca non faceva altro che sputare e strisciare contorcendosi al suolo. Le persone che attorniavano il Papa non credevano ai loro occhi: ‘Non abbiamo mai visto una scena come quelle che si descrivono nel Vangelo’, ammettevano, sbalorditi.
Il primo a essere impressionato fu il Papa stesso, secondo la testimonianza del cardinale francese Jacques Martin, secondo il quale Woytila confessò poi a Ottorino Alberti, vescovo di Spoleto: ‘Non mi è mai accaduto nulla di simile nella vita…’. Giovanni Paolo II in effetti diceva: ‘Tutto quello che accade nei Vangeli, accade anche oggi’. Però oltre a pensarlo, e a dirlo, Giovanni Paolo II finiva per sperimentarlo egli stesso. Anche se il suo esorcismo fu di una certa efficaci, per essere sincero devo aggiungere che per liberare Francesca ci vollero cinque anni interi di benedizioni.
Don Gabriele ricorda poi un altro episodio di esorcismo di Giovanni Paolo II. “E’ uno molto più recente, accaduto nel settembre dell’anno 2000. Una ragazza di diciannove anni, di un paese vicino a Monza, nel nord dell’Italia, è venuta una settimana a Roma, per farsi esorcizzare da me insieme al mio collega e fratello, Giancarlo Gramolazzo. La seduta si faceva nelle prime ore del pomeriggio, dal lunedì al giovedì. In questo modo mercoledì pomeriggio la ragazza era impegnata con noi, ma la mattina era libera. Allora pensò di andare ad assistere all’udienza generale con il Papa in piazza San Pietro. Quando giunse là, le guardie si accorsero che il suo atteggiamento non era normale, e la collocarono in prima fila, vicino ai malati. Poco dopo, mentre il Papa impartiva la sua benedizione, a una folla di oltre quarantamila pellegrini, la bella ragazza cominciò a gridare, come un’ossessa”.
Padre Amorth racconta ancora: “Gli agenti cercarono di tranquillizzarla, ma invano. Poi la ragazza, dotata di una forza sovrumana, riuscì a respingere parecchi di loro. Gridava parole inintelleggibili, lanciando insulti al vescovo Gianni Danzi, segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, che cercava anch’egli di calmarla, benedicendola con un crocifisso. Avendo compreso che la ragazza era posseduta, mons. Danzi informò il segretario di Giovanni Paolo II, mons. Stanislao Dziwisz, che infine lo raccontò al Papa. Giovanni Paolo II ordinò che portassero la ragazza in un luogo appartato, dove potesse esorcizzarla alla fine dell’udienza pubblica. Fecero entrare così la giovane dall’Arco delle Campane, girando dietro la basilica di San Pietro, per portarla finalmente in un luogo chiuso dove il Papa la esorcizzò alla presenza dei suoi genitori, del vescovo Danzi e di vari uomini della sicurezza che a malapena riuscivano a tenerla. Quel pomeriggio stesso Giancarlo Gramolazzo ed io tornammo a benedire la ragazza accompagnati da mons. Danzi. Ella stessa ci raccontò cosa era accaduto nella mattina in Vaticano. L’esorcismo del Papa ebbe qualche effetto benefico, però non riuscì a liberarla dal diavolo. Giovanni Paolo II trattò la ragazza, questo sì, con grande affetto per mezz’ora, e le disse che avrebbe offerto la messa del giorno seguente per la sua liberazione. Il giovedì ripetemmo l’esorcismo, per due ore. Il demonio alluse allora all’incontro celebrato il giorno prima con il Papa. Era felicissimo. Quante risate fece il miserabile! Obbligò la povera ragazza a dirmi: ‘Neanche il tuo capo (Giovanni Paolo II) è riuscito a far qualche cosa con me!’.
Alla domanda relativa all’origine della possessione, don Amorth ha risposto che “era una meraviglia di bontà e di purezza. Offriva al Signore tutte le sue atroci sofferenze per la conversione dei peccatori”. Forse era vittima di un maleficio. “Credo di sì. Quando aveva dodici anni era già posseduta…fino ai diciannove. Però insisto: quando non si manifestava la possessione, era buona, candida, offriva il suo calvario particolare per l’espiazione delle anime”. Don Amorth ricorda che una volta chiese al demonio perché ha tanta paura di Giovanni Paolo II. “Mi rispose che questo accade per due motivi: primo, perché ha mandato all’aria i suoi piani con la caduta del regime comunista in Europa. E poi perché gli ha strappato le anime di molti giovani durante il suo pontificato. E quando gli ho chiesto perché temeva così tanto la Vergine, mi ha risposto: perché sono stato molto umiliato e vinto da una creatura umana”.
da Baltazzar | Mar 27, 2012 | Diavolo, Post-it
Cari giovani demoni, diavoletti e aspiranti tentatori
Sono indicibilmente felice dell’opportunità che mi è stata offerta di tenere questo corso Master di Tentazione Applicata.
Nel corso dei nostri incontri applicherò il razionalismo, caratteristica della nostra razza infernale, al Decalogo del Nemico, mostrando come possa essere un utile strumento per acquisirci le anime.
E comincerò proprio dall’inizio. Il primo comandamento del Nemico. “Non avrai altro Dio all’infuori di me”.
Ma vi rendete conto dell’arroganza? Il Nemico, solo perché per caso gli è capitato di crearci e farci esistere vuole avere l’esclusiva della divinità, escludendo da essa non solo il nostro Padre Infernale ma noi stessi, con la precisa volontà di tenerci fuori dalle stanze del potere.
Noi a questo sopruso diciamo no! Ma la cosa ridicola è che in proposito anche quelle patetiche creature umane pensano di avere diritto di dire la loro. Anzi, è proprio questa pretesa che ce li mette in mano nostra.
Vedete quanto è buffo? Noi li spingiamo a imitarci, e loro neanche se ne accorgono. Pensano di essere originali, tanto che chiamano questa loro aspirazione peccato originale. Pensano veramente di essere all’altezza del Nemico, capite? Loro, esseri di carne mortale!
Che il Nemico abbia inserito il difetto strutturale della libertà in noi demoni e poi abbia ripetuto lo stesso errore anche negli umani…questo, da solo, basta a confutare la sua onnipotenza. Il Padre Nostro che sta Quaggiù non avrebbe mai fatto uno sbaglio del genere.
Il nostro scopo è sfruttare quello sbaglio per allontanare gli umani dal Nemico. Una volta rinunciata alla sua protezione saranno sottomessi alla nostra, e del loro difetto ci prenderemo cura.
La prima Legge del nostro Decalogo sarà quindi tutta volta ad assicurare tale effetto. Che il soggetto da noi tentato pensi di potere fare tutto, che tutto gli sia permesso, e agisca di conseguenza.
Ed è questa:
I – Non avrò altro dio all’infuori di me.
Vedremo le altre Leggi nelle prossime lezioni…
da Berlicche