da Baltazzar | Mar 4, 2011 | Benedetto XVI, Carismi, Chiesa, Testimonianze
E’ morto improvvisamente lunedì sera nella sua casa, a Monaco di Baviera, Toni Spandri, 67 anni, catechista itinerante del cammino neocatecumenale, lì presente con la famiglia dal 1974. Sposato con Bruna, era padre di 10 figli, di cui una oggi residente a Venezia. Membro della prima comunità di S. Maria Formosa a Venezia, laureato in legge, ha studiato teologia a Tubingen e Regensburg, avendo come professore l’attuale papa Ratzinger. Nei primi anni settanta, conosciuta l’esperienza nascente del cammino, si è adoperato per poter iniziare le catechesi anche nel Patriarcato. Con la moglie Bruna era responsabile delle comunità di Germania e da qualche anno anche dell’Olanda e seguiva la pastorale vocazionale dei seminari “Redemptoris Mater”.
Toni Spandri si può dire che abbia fatto conoscere il Cammino neocatecumenale a Joseph Ratzinger, verso la metà degli anni Sessanta. “Io ero professore a Túbingen – ricordava il futuro Benedetto XVI – e vennero da me alcuni neocatecumeni, tra cui Toni Spandri che è stato poi mio studente per molti anni e che adesso lavora a Monaco. Quei giovani erano toccati dalla scoperta che la Chiesa ha bisogno di un nuovo catecumenato post‑battesímale, che deve realizzare di nuovo l’appropriazione personale e comunitaria del Battesimo in un cammino comune”.
“Io, riflettendo sul Battesimo – continua il card. Ratzinger nel corso di un dialogo del 1999 con mons. Stanislao Rylko, Segretario del Pontificio Consiglio per i Laici – mi ero accorto da tempo che il Battesimo è quasi il sacramento dimenticato nella Chiesa, mentre è il fondamento del nostro essere cristiani. Avendo studiato i Padri, in particolare, avevo appreso da loro come il sacramento si realizzi in un cammino di iniziazione e per questo fui felice che si desse un nuovo inizio di questa esperienza. Quello che il Cammino Neocatecumenale aveva compreso, infatti, era appunto che, anche se siamo battezzati da bambini, dobbiamo entrare nella realtà del nostro Battesimo, dobbiamo in tutta la nostra vita, in tappe diverse, naturalmente, entrare in questa iniziazione alla comunione con Cristo nella Chiesa. Fui felice, quindi, che si aprisse così un cammino di rinnovamento di questa esperienza fondamentale della Chiesa e questo soprattutto in un tempo in cui la famiglia e la scuola non erano già più, come in passato, luoghi di iniziazione alla fede e alla comunione con Cristo nella Chiesa”.
In Germania si era dedicato a tempo pieno all’evangelizzazione, viaggiando spesso per tutto il paese. Grazie a lui erano nate comunità anche nella Germania orientale, durante il regime comunista. Faceva parte del Collegio elettivo del Cammino neocatecumenale, organo previsto dallo Statuto per la nomina dell’équipe responsabile internazionale, in caso di scomparsa dei due iniziatori Kiko Argüello e Carmen Hernández.
I funerali avranno luogo venerdì 4 marzo alle 11.00 nella cattedrale di Monaco. Sono attese circa duemila persone.
da www.gvonline.it
da Baltazzar | Gen 18, 2011 | Benedetto XVI, Carismi, Chiesa
Esortando alla comunione con i Vescovi
CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 17 gennaio 2011 (ZENIT.org).- Papa Benedetto XVI ha ricevuto questo lunedì in udienza 7.000 membri del Cammino Neocatecumenale, tra cui circa 2.000 seminaristi, insieme agli iniziatori del movimento, Kiko Argüello e Carmen Hernández, nell’Aula Paolo VI per l’invio di 230 nuove famiglie in 46 Paesi del mondo.
Questo invio di famiglie si aggiunge, come ha reso noto il Cammino Neocatecumenale in un comunicato, all’apertura di tredici nuove destinazioni per la “missio ad gentes”, una forma particolare di presenza missionaria in luoghi in cui la Chiesa non è presente.
Durante l’incontro, il Papa ha voluto sottolineare l’approvazione ecclesiale che ha ricevuto negli ultimi anni il Cammino Neocatecumenale, alla quale si unisce la recente approvazione definitiva dei suoi direttori catechetici.
Negli ultimi anni, ha affermato, “è stato percorso con profitto il processo di redazione dello Statuto del Cammino Neocatecumenale che, dopo un congruo periodo di validità ‘ad experimentum’, ha avuto la sua approvazione definitiva nel giugno 2008”.
“Un altro passo significativo si è compiuto in questi giorni, con l’approvazione, ad opera dei competenti Dicasteri della Santa Sede, del Direttorio catechetico del Cammino Neocatecumenale”, ha aggiunto.
“Con questi sigilli ecclesiali, il Signore conferma oggi e vi affida nuovamente questo strumento prezioso che è il Cammino, in modo che possiate, in filiale obbedienza alla Santa Sede e ai Pastori della Chiesa, contribuire, con nuovo slancio e ardore, alla riscoperta radicale e gioiosa del dono del Battesimo ed offrire il vostro originale contributo alla causa della nuova evangelizzazione”.
Cercare la comunione
Dall’altro lato, il Papa ha ricordato ai membri del Cammino Neocatecumenale l’importanza di “cercare la comunione” con i Vescovi e con il resto della Chiesa.
Quest’ultima, ha sottolineato, “ha riconosciuto nel Cammino Neocatecumenale un particolare dono suscitato dallo Spirito Santo: come tale, esso tende naturalmente ad inserirsi nella grande armonia del Corpo ecclesiale”.
Il Pontefice ha riconosciuto nel carisma neocatecumenale un “dono di Dio per la sua Chiesa”, rimarcando il suo contributo a “ravvivare e consolidare nelle Diocesi e nelle parrocchie l’Iniziazione cristiana, favorendo una graduale e radicale riscoperta delle ricchezze del Battesimo”.
Per questo, ricordando gli stessi Statuti del Cammino, ha indicato che questo si pone “al servizio del Vescovo come una delle modalità di attuazione diocesana dell’iniziazione cristiana e dell’educazione permanente nella fede”.
In questo senso, ha esortato i suoi membri a “ricercare sempre una profonda comunione con i Pastori e con tutte le componenti delle Chiese particolari e dei contesti ecclesiali, assai diversi”, nei quali sono “chiamati ad operare”.
“La comunione fraterna tra i discepoli di Gesù è, infatti, la prima e più grande testimonianza al nome di Gesù Cristo”, ha affermato.
Il Pontefice ha quindi esortato le famiglie che ha poi inviato in missione a far sì che “la fede che avete ricevuto in dono sia quella luce posta sul candelabro, capace di indicare agli uomini la via del Cielo”.
Rivolgendosi in particolare alle famiglie che andranno in missione ad gentes, ha rinnovato loro il suo appello “a realizzare una nuova presenza ecclesiale in ambienti molto secolarizzati di vari Paesi, o in luoghi nei quali il messaggio di Cristo non è ancora giunto”.
“Possiate sempre sentire accanto a voi la presenza viva del Signore Risorto e l’accompagnamento di tanti fratelli, così come la preghiera del Papa, che è con voi!”, ha auspicato.
Allo stesso modo, ha definito i seminaristi e i sacerdoti presenti, membri dei seminari diocesani “Redemptoris Mater” dell’Europa, “un segno speciale ed eloquente dei frutti di bene che possono nascere dalla riscoperta della grazia del proprio Battesimo”.
“A voi guardiamo con particolare speranza: siate sacerdoti innamorati di Cristo e della sua Chiesa, capaci di trasmettere al mondo la gioia di avere incontrato il Signore e di poter essere al suo servizio”.
Benedetto XVI ha infine salutato le communitates in missionem, intere comunità che lasciano la propria parrocchia per aiutare in altre realtà parrocchiali: “Avete abbandonato, per così dire, le sicurezze delle vostre comunità di origine per andare in luoghi più lontani e scomodi, accettando di essere inviati per aiutare parrocchie in difficoltà e per ricercare la pecora perduta e riportarla all’ovile di Cristo”.
“Nelle sofferenze o aridità che potete sperimentare, sentitevi uniti alla sofferenza di Cristo sulla croce, e al suo desiderio di raggiungere tanti fratelli lontani dalla fede e dalla verità, per riportarli alla casa del Padre”, ha concluso.
da Baltazzar | Gen 18, 2011 | Carismi, Chiesa
di Antonio Gaspari
ROMA, lunedì, 17 gennaio 2011 (ZENIT.org).- L’approvazione del Direttorio Catechetico del Cammino Neocatecumenale da parte delle competenti autorità della Santa Sede è un atto storico che conferma la bontà della liturgia, della catechesi e delle opere della Fondazione di beni spirituali che conta circa un milione di aderenti.
Lo ha detto Kiko Arguello, fondatore del Cammino Neocatecumenale, nel corso di una conferenza che ha fatto seguito all’incontro con il Pontefice Benedetto XVI che si è svolta questo lunedì a Roma, nei pressi della Porta Angelica che introduce in Vaticano.
Il fondatore del Cammino, ha raccontato il lungo cammino personale e della Fondazione per arrivare a questo riconoscimento.
Kiko ha parlato delle tante difficoltà, dei pregiudizi di parroci e Vescovi, di accuse e strane storie diffuse da chi il Cammino non l’ha mai incontrato, ed ha raccontato della disponibilità, dell’aiuto e della premura con cui la Chiesa ed i Pontefici hanno aiutato il Cammino.
Il primo a sostenere il Cammino è stato Paolo VI. Papa Luciani lo volle nelle parrocchie di Venezia quando era ancora Patriarca. Giovanni Paolo II lo riconobbe “come un itinerario di formazione cattolica, valida per la società e i tempi odierni”. Benedetto XVI incontrò i neocatecumenali quando era ancora professore a Regensburg, e si adoperò per introdurli nella parrocchie della Germania.
Nonostante le accuse rivelatesi false, di dividere le comunità parrocchiali, di entrare in conflitto con la pastorale di alcuni parroci e Vescovi, il Cammino neocatecumenale è cresciuto in maniera incredibile riempiendo chiese e seminari, con famiglie numerose che sempre di più si offrono per portare la missione cattolica nel mondo.
I neocatecumenali sono presenti in 1320 diocesi di 110 Paesi nei cinque continenti, con 20.000 comunità attive in seimila parrocchie. Solo a Roma il Cammino è presente in 100 parrocchie e 500 comunità. A Madrid sono presenti, invece, in 85 parrocchie e 300 comunità.
Inoltre nell’incontro avuto con il Pontefice Benedetto XVI nella Basilica di S. Pietro, il 10 gennaio 2009, in occasione dei 40 anni dalla nascita della prima comunità neocatecumenale a Roma nella Parrocchia di N. Signora del SS.mo Sacramento e dei Santi Martiri Canadesi, Kiko presentò al Santo Padre le prime 14 comunità di Roma disposte a lasciare la loro parrocchia, dove avevano concluso l’itinerario neocatecumenale, per andare in missione, su invito dei parroci, in zone periferiche difficili: quartieri spesso umanamente degradati, con molta violenza, droga, famiglie distrutte, immigrati di recente, dove la Chiesa fa fatica ad incidere e ad aiutare le persone.
L’efficacia e la forza della catechesi del Cammino è dimostrata anche dalla apertura di 78 seminari diocesani missionari “Redemptoris Mater”, di cui 37 in Europa, 26 in America, 7 in Asia, 6 in Africa, e 2 in Australia.
Dal 1990, anno delle prime ordinazioni, ad oggi, i presbiteri ordinati nei vari seminari “Redemptoris Mater” sono oltre 1600 e vi sono circa 2000 giovani che si stanno preparando per gli Ordini Sacri.
A conferma di una profonda vocazione missionaria, dal 1985 il Cammino invia famiglie numerose nei luoghi dove la fede sta scemando o non è mai arrivata.
Nel 1985 Kiko, Carmen e padre Mario presentarono a Giovanni Paolo II un progetto per rievangelizzare il Nord Europa con l’invio di famiglie missionarie, accompagnate da presbiteri. Nel 1986 il Papa inviò le prime tre famiglie: una nel nord della Finlandia, una nel quartiere a luci rosse di Amburgo e la terza a Strasburgo.
Oggi il numero delle famiglie del Cammino in missione per la nuova evangelizzazione in 78 paesi, sono oltre 800, con 3.097 figli, di cui 389 in Europa, 189 in America, 113 in Asia, 56 in Australia, 46 in Africa e 15 nel Medio Oriente.
Si tratta di famiglie che, attraverso l’annuncio del Vangelo e un itinerario di iniziazione cristiana di diversi anni, sono state ricostruite, hanno riscoperto il dono della comunione, e per questo si sono aperte alla vita, e che per gratitudine a Dio ed alla Chiesa si offrono per andare dove un Vescovo veda il bisogno della testimonianza di una famiglia cristiana.
Per comprender l’efficacia del Cammino, Kiko ha raccontato la sua esperienza di vita, quando ateo, comunista estremista, con la testa piena di pregiudizi contro la Chiesa ed il cristianesimo, era giunto ad un punto che voleva suicidarsi.
Poi tre anni passati vicini ai più poveri tra i poveri nella baraccopoli di Palomeres Altas a Madrid gli permisero di trovare la fede e iniziare il Cammino neocatecumenale.
La domanda a cui dobbiamo rispondere tutti, anche Vescovi e Cardinale, ha detto Kiko, è “che cosa significa essere cristiani oggi?”.
E non si tratta di rispondere con filosofie o citazioni di libri, ma con la convinzione profonda che il cristianesimo è la religione dell’amore.
“Amatevi come io vi ho amato”, ha detto Gesù, e solo il suo grandissimo amore ci dà la forza per superare le sofferenze e la morte.
“La fede in Gesù Cristo ci dà la vita eterna – ha sottolineato Kiko – e possiamo riconquistare coloro che hanno lasciato la Chiesa o che non l’hanno mai conosciuta solo con la bellezza dell’amore che caratterizza le nostre comunità”.
da Baltazzar | Gen 17, 2011 | Benedetto XVI, Carismi
Riceverà la direzione e le famiglie del Cammino neocatecumenale
ROMA, domenica, 16 gennaio 2011 (ZENIT.org).- Questo lunedì, 17 gennaio, alle 12.00 nell’Aula Paolo VI, il Santo Padre riceverà in udienza gli iniziatori del Cammino neocatecumenale, Kiko Argüello e Carmen Hernández, insieme a padre Mario Pezzi, accompagnati dalle équipes itineranti responsabili del Cammino in più di 120 Nazioni.
Saranno presenti anche i 78 Rettori dei Seminari Redemptoris Mater, numerosi presbiteri e seminaristi, famiglie in missione, “missio ad gentes”, “communitates in missionem”, e i catechisti di Roma e del Lazio.
Nel corso dell’udienza, il Papa invierà 230 nuove famiglie in missione in 46 Nazioni dei 5 continenti, che si aggiungono alle oltre 600 già inviate negli anni scorsi da Giovanni Paolo II e dallo stesso Benedetto XVI.
Inaugurerà inoltre tredici nuove “missio ad gentes” in Europa (Germania, Austria, Macedonia, Francia, Ucraina, Svezia, Ungheria) e Sudamerica (Venezuela), che si aggiungono alle altre 30 già inviate precedentemente.
Ciascuna “missio ad gentes” è costituita da un presbitero, accompagnato da tre/quattro famiglie numerose che, su richiesta di un Vescovo, ricevono un mandato per evangelizzare zone scristianizzate o pagane, con la missione, come dice il Signore, di far presente una comunità cristiana dove “siano perfettamente uno perché il mondo creda”.
Nel 1985, al VI Simposio dei Vescovi Europei, Giovanni Paolo II disse che per rispondere alla secolarizzazione dell’Europa era necessario ritornare al “primissimo modello apostolico”. Così queste “missio ad gentes”, ad imitazione del “primissimo modello apostolico”, si riuniscono nelle case in mezzo ai non-battezzati.
Dopo 4 anni si può constatare come si stiano avvicinando molti lontani e pagani che mai sarebbero entrati in una chiesa.
In questi giorni la Congregazione per la Dottrina della Fede ha comunicato al Pontificio Consiglio per i Laici che, “a seguito di un attento studio dottrinale in materia”, le catechesi del Cammino, utilizzate dalle équipes dei catechisti, divengono ora “Direttorio catechetico del Cammino neocatecumenale”, perché “non rappresentano più soltanto gli Orientamenti alle équipes di catechisti, essendo stati emendati dalla Congregazione per la Dottrina della Fede ed integrati a piè di pagina con varie parti del Catechismo della Chiesa Cattolica”.
Il Pontificio Consiglio per i Laici ha reso nota tale approvazione, che concede “sicurezza all’attuazione del Cammino neocatecumenale, segnando la conclusione del suo percorso istituzionale, ed offrendo altresì delle garanzie dottrinali a tutti i Pastori della Chiesa”.
Per spiegare il significato di questi eventi, subito dopo l’udienza di questo lunedì, il team internazionale dei Neocatecumenali, Kiko, Carmen e padre Mario, terranno una conferenza stampa alle 13.30 in Via del Mascherino 53.
da Baltazzar | Gen 8, 2011 | Benedetto XVI, Carismi, Chiesa
Il Papa si è riunito con i Vescovi nipponici il 13 dicembre
MADRID, venerdì, 7 gennaio 2011 (ZENIT.org).- Il Cammino Neocatecumenale non sarà sospeso in Giappone nell’arco di cinque anni come aveva annunciato la Conferenza Episcopale del Paese, ma cercherà una soluzione dialogata ai possibili attriti.
E’ la conclusione principale della riunione svoltasi il 13 dicembre 2010 tra Papa Benedetto XVI, una rappresentanza di vari Vescovi giapponesi – tra cui il presidente della Conferenza Episcopale, monsignor Leo Ikenaga – e alcuni responsabili di dicasteri della Curia romana, tra cui il Segretario di Stato, il Cardinale Tarcisio Bertone.
La decisione è stata comunicata di recente per iscritto dalla Segreteria di Stato agli iniziatori del Cammino Neocatecumenale, Kiko Argüello, Carmen Hernández e Mario Pezzi, secondo quanto ha riferito a ZENIT Álvaro de Juana, delegato per le comunicazioni di questa realtà ecclesiale in Spagna.
La riunione tra il Papa e i rappresentanti dell’episcopato giapponese si è celebrata per trattare alcuni aspetti relativi al Cammino Neocatecumenale nel Paese asiatico.
La ragione è stata la decisione, manifestata pubblicamente all’inizio dell’Avvento dai presuli giapponesi, che questa realtà ecclesiale sospendesse le proprie attività nel Paese nell’arco di cinque anni.
Come ha spiegato De Juana, “la Santa Sede ha preso una serie di decisioni. La prima indica che la sospensione del Cammino Neocatecumenale in Giappone per cinque anni – come voleva la Conferenza Episcopale del Paese – non è ammissibile”.
Dall’altro lato, ha sottolineato, “il dialogo tra i Vescovi del Giappone e il Cammino Neocatecumenale dovrà essere ripreso il prima possibile con l’aiuto di un delegato competente che ami il Cammino e rispetti i problemi dei Vescovi”.
“Questi, infine, devono dare – se necessario – indicazioni concrete al Cammino per ciascuna delle proprie Diocesi, evitando pronunciamenti della Conferenza Episcopale”, ha spiegato De Juana.
“La Santa Sede segnala anche che la Segreteria di Stato sarà incaricata di dare le istruzioni necessarie e cercherà, in contatto con la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, le questioni riferite alla presenza del Cammino in questo Paese”, ha concluso.
Questa decisione presuppone un punto di riferimento importante di fronte alla questione posta dal rifiuto dell’episcopato giapponese nei confronti del Cammino Neocatecumenale, una realtà postconciliare nata in Spagna ad opera del pittore Kiko Argüello e che oggi è presente in più di 5.000 parrocchie dei cinque continenti.