ABORTO: boom fra le adolescenti

da Corrispondenza Romana

Le minorenni che lo scorso anno si sono rivolte al giudice tutelare di Milano per ottenere il permesso di abortire sono state 186, una ogni due giorni. È quanto emerge dai dati forniti dal Tribunale di Milano riportati da un articolo de “Il Giornale” di venerdì 2 ottobre. Secondo i dati forniti dal Ministero di Grazia e Giustizia dieci anni fa richieste di questo tipo sono state quattro volte inferiori a quelle dello scorso anno. Gli adolescenti praticano il sesso sempre prima (anche a 13 anni) e ciò li espone alle malattie a trasmissione sessuale ed alle gravidanze indesiderate.

Da notare è l’ulteriore dato secondo cui la quasi totalità delle richieste di aborto delle adolescenti ottengono il benestare dal giudice tutelare secondo una logica abortista e antivita che ha ormai largamente permeato l’intera società; d’altra parte, la legittimazione dell’aborto come diritto tutelato e garantito dalla legge non ammette motivazioni da addurre ma solo la volontà insindacabile dell’individuo.

Questo è il quadro drammatico che esce fuori dalle statistiche ufficiali e che sconfessa i sostenitori  (cattolici e non) della presunta bontà della legge 194 che avrebbe comportato la drastica riduzione degli aborti. Il richiamo alla integrale applicazione delle cosiddette “parti buone” della legge 194, tanto care ai “pro life” nostrani, non può e non potrà mai costituire un argine al dilagare della cultura di morte dominante. La libertà di scelta, seppur “consapevole”, non è in grado di trasformare il diritto all’aborto legale e gratuito in un delitto contro l’umanità che, in un Paese autenticamente civile, dovrebbe essere duramente perseguito.

L’introduzione in Italia della pillola abortiva Ru486 (che moltiplicherà esponenzialmente i dati già sconvolgenti del ricorso all’aborto fra le adolescenti) rappresenta forse  il definitivo compimento di un piano diabolico che ha avuto inizio più di trent’anni fa…

CR n.1112 del 10/10/2009

30 domande a J. Ratzinger: cosa fare di fronte alle Sette?

30 domande a J. Ratzinger: cosa fare di fronte alle Sette? La magia, parodia del divino – Eminenza, cosa è la magia ? E’ l’uso di forze apparentemente misteriose per avere un dominio sulla realtà fisica e anche psicologica. Il tentativo, cioè, di strumentalizzare le potenze soprannaturali per il proprio uso. Con la magia si esce dal campo della razionalità e dell’utilizzo delle forze fisiche insegnate dalla scienza. Si cerca – e a volte anche si trova – un modo di impadronirsi della realtà con forze sconosciute. Può essere in molti casi una truffa, ma può anche darsi che con elementi che si sottraggono alla razionalità si possa entrare in un certo dominio della realtà. Sia il Nuovo che l’Antico Testamento condannano in modo ferreo ogni pratica magica, così come il ricorso all’occultismo in tutte le sue forme. Come commenta questo dal punto di vista teologico? Vediamo intanto l’origine più profonda delle superstizioni, della magia e dell’occultismo per capire meglio la condanna …

… nei loro confronti. Direi che ci sono due elementi : da una parte nell’uomo, creato ad immagine di Dio, esiste la sete del divino. L’uomo non può limitarsi al finito, all’empirico: avrà sempre il desiderio di allargare la prospettiva del suo essere e di entrare nella sfera divina, di uscire dalla pura realtà fisica e toccare una realtà più profonda, Questo desiderio, di per sé innato nell’uomo – immagine di Dio – è smarrito perché sembra troppo difficile andare realmente alla ricerca di Dio, elevarsi e lasciarsi elevare dall’Amore Divino e arrivare così ad un vero incontro del Dio personale che mi ha creato e mi ama. Allora accade un po’ come nel mondo umano: le avventure passeggere sono più facili di un amore profondo, di una vita. E così come in questa vita umana un amore fedele, un vero amore, che va fino alle profondità del nostro essere, esige un impegno ben diverso dalle facili avventure, così anche le realtà spirituali esigono un impegno profondo, una fedeltà, una disciplina interiore, l’umiltà di impostare la propria vita alla sequela di Dio. Allora l’uomo cerca le cose più facili, un esperimento immediato della profondità dell’ essere.

Possiamo anche dire che qui si verifica una dottrina fondamentale della Chiesa, cioè che nell’uomo da una parte troviamo la natura creata da Dio, dall’altra anche questa tendenza opposta: lo smarrimento e il peccato originale che lo deviano dalla sua origine e trasformano in una caricatura il suo desiderio innato di amare Dio e di entrare nella unione con Lui. Ecco, questa seconda tendenza si realizza nel cercare un cammino più facile, un contatto più immediato e soprattutto un modo per non sottomettersi all’amore e al potere divino. Allora l’uomo comincia a farsi dominatore della realtà sfruttando questa presunta possibilità del suo essere. E ciò mi pare una profonda inversione e perversione della relazione più profonda del nostro essere: invece di adorare Dio, di sottomettersi a Dio, l’uomo intende farsi dominatore della realtà usando queste potenze occulte, e si sente il vero dominatore.

E’ la tendenza che troviamo nel capitolo 3 della Genesi: io stesso divento Dio e ho il potere divino e non mi sottometto alla realtà. “Ma il serpente disse alla donna: “Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio conoscendo il bene e il male. Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.” (Gen 3,4-7)

San Paolo, a Cipro, definisce pubblicamente il mago Elimas “figlio dei diavolo”. Possiamo dunque affermare con certezza che dietro la magia e il mondo dell’ occulto c’è sempre il demonio?

Si. Io direi che senza il demonio, che provoca questa perversione della creazione, non sarebbe possibile tutto questo mondo dell’occultismo e della magia. Entra in gioco un elemento che va oltre le realtà della ragione e le realtà riconoscibili con la scienza unita ad una ragione sincera. Si offre un elemento apparentemente divino, cioè delle forze che possono prestare dei successi, esperienze che appaiono come soprannaturali e spesso come divine. Sono invece una parodia del divino. Poteri, ma poteri di caduta, che in realtà sono ironie contro Dio.

E’ questa la radice della ferma condanna espressa anche dalla Chiesa nei confronti della magia e dell’occultismo?

Si. Ciò comincia nell’Antico Testamento: pensiamo al conflitto tra Samuele e Saul. E’ proprio la caratteristica della religione del Dio rivelato: non si fa uso di queste pratiche, che sono caratteristiche delle religioni di questa terra, e perciò pagane, perché pervertono la relazione tra Dio e l’uomo. Questa condanna continua in tutta la storia della Rivelazione e riceve la sua ultima chiarezza nel Nuovo Testamento. Non è – sia chiaro – un positivismo che vuole escludere qualcosa della ricchezza dell’ essere o delle esperienze possibili, ma la verità di Dio che si oppone alla menzogna fondamentale.

Il nome del diavolo nella Sacra Scrittura, “padre della menzogna”, diventa comprensibile in modo nuovo se consideriamo tutti questi fenomeni, perché qui troviamo realmente la menzogna nella sua purezza totale.

In quale forma?

L’uomo si fa dominatore del mondo sfruttando ciò che appare come Dio e quindi usa il potere per dominare il mondo in sé stesso, entrando cosi in una menzogna radicale. Questa menzogna appare in un primo momento come un allargamento del potere, delle esperienze, come una cosa bellissima: io divento Dio. Ma alla fine la menzogna è sempre una realtà che distrugge. Vivere nella menzogna vuol dire vivere contro la realtà e quindi vivere nella autodistruzione. In questo senso possiamo vedere due aspetti di questa proibizione. Da una parte, semplicemente, le pratiche occulte e magiche sono da escludere perché pervertono la realtà, sono menzogne nel senso più profondo.

Il secondo aspetto, quello morale dopo quello ontologico, è che, opposte alla verità, esse sono distruttive e distruggono l’essere umano cominciando dal suo nucleo.

I figli della menzogna – Quali sono dunque i pericoli per chi ha a che fare con la magia e l’occulto?

Cominciamo anche qui dal fenomenologico. Il tranello viene teso con cose promettenti, con una esperienza di potere, di allegria, di soddisfazione. Ma poi una persona entra in una rete demoniaca che diventa dopo poco tempo molto più forte di lui. Non è più l’uomo padrone di casa

Poniamo che una persona entri a fare parte di una setta o di un gruppo magico. Diventerà schiavo non solo del gruppo, il che sarebbe già gravissimo, dato che queste sette possono alienare totalmente una persona. Ma sarà schiavo della realtà che sta dietro il gruppo, cioè una realtà realmente diabolica. E cosi va verso una autodistruzione sempre più profonda, peggiore di quella della droga.

Quali sono le radici di questa sete di occulto?

Mi sembra questa mescolanza di una tendenza verso il divino e lo smarrimento che chiude l’uomo in sé stesso. Nessuno degli occultisti dichiara apertamente di operare con il concorso dei demonio. Anzi, quasi tutti affermano di essere credenti e di fare il bene. Usano immagini sacre, crocifissi…

Si. La menzogna profonda poi si concretizza in menzogne più evidenti. Il mago, nel suo orientamento personale, è arrivato alla menzogna. Poi, diventa naturale usare tutti i modi concreti per esprimere e fare agire la menzogna. Naturalmente il sincretismo è uno degli elementi fondamentali del mondo magico e occultista, che si serve delle religioni, e soprattutto degli elementi cristiani, pervertendoli sia allo scopo di attirare la gente e rendersi credibile, sia anche nella speranza di usare la forza nascosta della realtà cristiana. Lo vediamo negli Atti degli Apostoli con Simone mago, che vorrebbe comprare la forza degli apostoli. “Simone, vedendo che lo Spirito veniva conferito con l’ imposizione delle mani degli apostoli, offrì loro del denaro dicendo: “Date anche a me questo potere perché a chiunque io imponga le mani, egli riceva lo Spirito Santo”. Ma Pietro gli rispose: ” Il tuo denaro vada con te in perdizione, perché hai osato pensare di acquistare con denaro il dono di Dio. Non v’è parte né sorte alcuna per te in questa cosa, perché il tuo cuore non è retto davanti a Dio. Pentiti dunque di questa tua iniquità e prega il Signore che ti sia perdonato questo pensiero . Ti vedo infatti chiuso in fiele amaro e in lacci di iniquità.” (At 8,18-23)

Si afferma che esistono forme di magia e divinazione innocue e “leggere”, come la lettura della mano, le carte e gli oroscopi. E si ironizza sul Nuovo Catechismo, che le ha condannate. Esiste una scala di gravità o sono tutte dello stesso ceppo, e quindi tutto gravi?

Esiste forse un uso più leggero, ma comunque non accettabile, perché apre la porta all’occulto. Se uno comincia a muoversi in questa direzione c’è il pericolo di cadere nella trappola più profonda. Ma il fatto che si scivola facilmente, e spesso inevitabilmente, una volta entrati in questo cammino, non deve portarci ad un rigorismo che non distingue più tra comportamenti che sono simbolo di una certa leggerezza di vita e il modo di agire di coloro che sono entrati nel pieno di queste situazioni. Una certa distinzione esiste senza dubbio, ma si deve tenere presente che un gradino guida facilmente all’altro, perché il terreno è scivoloso.

Cosa direbbe a chi frequente la Chiesa e anche gli occultisti, o pratica egli stesso l’occultismo, credendo che l’una cosa non debba escludere l’altra?

Gli direi che deve cominciare a capire meglio la fede e inserirsi profondamente nel cammino cristiano, per capire che sono cose del tutto diverse. Se ascolto la Parola del Signore, con la mano nella mano del Signore, mi lascio guidare dall’amore di Cristo, mi inserisco nella grande comunione della Chiesa , andando insieme con la Chiesa sulla strada di Cristo. Ben diverso è se io comincio a entrare nella realtà grave dell’occultismo. I due atteggiamenti sono dall’inizio profondamente diversi. Capire questa distinzione è una decisione fondamentale dell’uomo, è il passo iniziale del cammino della fede.

Pensiamo al rito del Battesimo, dove abbiamo da una parte il “si” al Signore e alla sua legge, e dall’altra il “no” a satana. In tempi passati ci si voltava verso l’oriente per dire “si” al Signore e verso l’occidente per dire “no” alle seduzioni del diavolo. Con questo rito, nato in tempi in cui, come accade oggi, la Chiesa era circondata e attaccata dalle pratiche occulte, si capisce la diversità inconciliabile di questi due comportamenti. lo dico “si” al cammino del Signore e questo implica che dica il mio “no” alle pratiche magiche. Dobbiamo rinnovare in senso molto concreto e realistico questa duplice decisione. Dire “si” a Cristo implica che non posso “servire due padroni”, come dice il Signore stesso, e se dico “si” al Signore non posso nello stesso momento dire “si” a questi poteri nascosti, ma devo dire: “no, non accetto la seduzione del diavolo “. E forse, in occasione del rinnovamento dei voti battesimali che facciamo prima della Pasqua, si dovrebbe spiegare che ciò che pronunciamo non è un antico rituale, ma una decisione importante per la nostra vita oggi, un atto concreto e realistico.

Spezzare le catene – Esiste un punto di non-ritorno per chi ha dato la propria vita alla magia?

E’ difficile rispondere. Se uno è entrato in ciò che il Signore chiama “peccato contro lo Spirito Santo “, come avversione a Dio e maledizione dello Spirito di Dio, pervertendo il suo spirito, aprendolo alla azione del demonio, qui si realizza forse quello che il Signore indica come il punto del non ritorno. Ma da parte nostra non possiamo giudicare questo. Noi dobbiamo dire sempre: c’è la speranza di conversione. Naturalmente, se uno è entrato in questo mondo, una conversione radicale diventa necessaria, ed è una conversione che si fa sempre più difficile, realizzabile solo con l’aiuto forte dello Spirito Santo implorato dalla Comunità della Chiesa che intende aiutare queste persone a tornare a Dio. Quindi dobbiamo sempre avere la speranza, e fare il possibile per implorare il perdono di Dio e per illuminare queste persone e renderle aperte ad una conversione profonda. Occorre poi la espulsione del demonio. Un rito la cui importanza, per un certo tempo, non è stata più capita dai cristiani, ma che ora riceve di nuovo un senso e un significato molto concreto. Perché si tratta di liberare le persone dal demonio che, a causa del contatto con la magia e l’occultismo, si è realmente impossessato di loro.

Quindi sono necessari gli esorcismi?

Certamente.

Talvolta la gente recepisce questo discorso, ma lamenta una scarsa informazione da parte degli stessi uomini di Chiesa. Cosa fare di più per informare gli sprovveduti?

Dobbiamo trovare nuove forme di apostolato. Il dilagare dell’occultismo nelle forme attuali è un fenomeno abbastanza recente. Ancora 10 anni fa ci mancava anche l’informazione in proposito. Forse non eravamo preparati a questo attacco, e non abbiamo preparato sufficientemente i fedeli. Mi sembra che dovremmo predisporre brevi informazioni che dicano l’essenziale in modo comprensibile. Dobbiamo inserire questo discorso anche nelle catechesi per gli adulti e nella formazione permanente di ogni cristiano,

Eminenza, le cito alcuni dati. In Italia, al numero dell’oroscopo telefonico arrivano oltre 10 milioni di chiamate all’anno. Sempre in Italia, ci sono almeno 100 mila maghi e meno di 38 mila sacerdoti cattolici. Cosa prova meditando questa realtà?

E’ il segno che siamo in una minaccia di paganizzazione profonda. Questo è paganesimo, è perversione del destino religioso dell’uomo. In questa religione artefatta, nella quale come ho detto l’uomo sfrutta o cerca di sfruttare le forze soprannaturali, c’è una sfida fondamentale per la nostra opera di evangelizzazione. Davanti alla paganizzazione si deve annunciare la realtà liberante di Dio. Queste pratiche si presentano con il pretesto e la pretesa di offrire all’uomo una liberazione. Offrono potere, soddisfazione, la promessa di fare vivere con tutte le possibilità dell’essere. In realtà sono una schiavitù terribile, che può realmente disumanizzare. Lo sappiamo anche dalle religioni precristiane, che hanno creato un mondo di timore. Quando è arrivato l’annuncio cristiano, non ha portato una liberazione politica, come diremmo oggi, ma la liberazione dalla paura dei demoni. C’è un solo Dio che è più forte di tutti: questo è l’annuncio che ha liberato realmente il mondo. E anche oggi, in certe parti del mondo non ancora evangelizzate, si vede come la paura dei demoni e dei maghi crea un clima di paura e di immobilità. Non si può agire perché ad ogni passo si può cadere nelle mani di un demone. Dobbiamo quindi proclamare la forza liberatrice dell’annuncio che c’è un solo Dio, e che questo Dio è Amore e ci ama e ha la forza di guidarci e di darci la vera libertà, e che con potenza invincibile ci libera da questa schiavitù. Ma si vede che, purtroppo, questo non è più presente nella mentalità delle persone. Molti vedono solo il cammino arduo della religione, come è lontano Dio, come non ne facciamo esperienza, e cercano l’esperienza veloce e la soddisfazione rapida, e cosi cadono nella schiavitù. In questa ora di tentazione pagana profonda, credo che dobbiamo annunciare il Vangelo in tutta la sua semplicità e grandezza come la vera e l’unica liberazione.

Nella sua vita di sacerdote, Vescovo e Cardinale, le è mai capitato di avere a che fare con persone danneggiate dalla magia?

Nell’ambiente in cui sono vissuto non era presente questa realtà. Ho sentito diverse volte parlare di questi casi. E oggi sento ormai da più parti come la magia deteriora e distrugge le vite umane.

La magia tradizionale, folcloristica, tipica dei paesi mediterranei è ancora radicata nelle regioni italiane. E una pratica innocente o l’ingrediente principale resta sempre il concorso dei demonio?

Anche agli albori del Cristianesimo restavano tra la gente elementi magici, ridotti nella loro presenza, direi ridimensionati dalla fede che si diffondeva, sempre, però, con il pericolo di un rigurgito della magia. Era una presenza pericolosa e inaccettabile, ma dominata dalla vita di fede dei più. Ma adesso vediamo che questi piccoli “residui” che apparivano innocenti non sono affatto innocenti, e possono diventate oggi l’aggancio per una nuova irruzione dell’occultismo nel mondo.

E un valido metro di valutazione che l’occultista richieda denaro o meno?

Dipende dalla sua decisione precedente di essere mago. Se il suo fosse un lavoro moralmente giusto, potrebbe anche richiedere di essere pagato. Ma dato che già il suo mestiere in quanto tale implica la menzogna e la perversione della realtà, la presenza del denaro non serve ad altro che a continuare la menzogna fondamentale che sta alla base. In questo senso, nel commercio di magia e di “poteri”, si rende visibile una perversione ancora più profonda. Le cose spirituali non possono essere pagate, e la vera esperienza spirituale, che è quella che Cristo mi regala, la posso ottenere solo con la mia conversione, il mio “esodo” spirituale. Occorre dunque aiutate le persone cadute nella rete dell’occulto a ritrovare la via della conversione, offrendo loro una comunità, accompagnarle verso la fede e aiutarle a mettersi in cammino verso la verità, oltre che ovviamente aiutarle ad accedere – se le condizioni sono adempiute – all’esorcismo effettuato da sacerdoti autorizzati dal proprio Vescovo.

Uno yoga cristiano?

Anche la meditazione trascendentale e lo yoga, in particolare lo yoga, hanno come substrato l’occultismo. Anzi, l’ultimo grado dello yoga, il più elevato, comporta – affermano gli stessi libri sacri di questa “filosofia” – un contatto con il mondo degli spiriti e la acquisizione di poteri magici. Ritiene che vi sia un legame di fondo, anche se poco apparente, tra la diffusione delle religioni orientali e l’attuale rigurgito di occultismo?

Nel fondo è presente, senza dubbio. Diciamo che l’offerta di queste religioni orientali si muove su diversi livelli. C’è uno yoga ridotto ad una specie di ginnastica: si offre qualche elemento che può dare un aiuto per il rilassamento del corpo. Bene, se lo yoga è ridotto realmente ad una ginnastica si può anche accettare, nel caso di movimenti che hanno un senso esclusivamente fisico. Ma deve essere realmente ridotto, ripeto, a un puro esercizio di rilassamento fisico, liberato da ogni elemento ideologico. Su questo punto si deve essere molto attenti per non introdurre in una preparazione fisica una determinata visione dell’uomo, del mondo, della relazione tra uomo e Dio. Questa purificazione di un metodo in sé logico di idee incompatibili con la vita cristiana, potrebbe essere paragonata per esempio con la “demitizzazione” delle tradizioni pagane sulla creazione del mondo, realizzata nel primo capitolo della Genesi, dove il sole e la luna, le grandi divinità del mito sono ridotte a “lampade” create da Dio, lampade che riflettono la luce di Dio, e ci fanno immaginare la vera Luce, che è il Creatore della luce. E cosi, anche nel caso dello yoga e delle altre tecniche orientali, sarebbe necessaria una trasformazione e uno spostamento radicale che realmente tolgano di mezzo ogni pretesa ideologica. Nel momento in cui compaiono elementi che pretendono di guidare ad una “mistica”, diventano già strumenti che conducono in una direzione sbagliata.

Questa trasformazione, o chiarimento, c’è stato?

Generalmente no. Può darsi comunque che alcune persone abbiano cercato di escludere gli elementi religiosi e ideologici, mantenendo queste pratiche su un piano di puro esercizio fisico. Questo non si può escludere.

Può esistere uno “yoga cristiano”?

Nel momento in cui lo si chiama “yoga cristiano” è già ideologizzato e appare come una religione, e questo non mi piace tanto. Mentre sul piano puramente fisico, ripeto, alcuni elementi potrebbero anche sussistere. Occorre stare molto attenti riguardo al contesto ideologico, che lo rende parte di un potere quasi mistico. Il rischio è che lo yoga diventi un metodo autonomo di “redenzione”, priva di un vero incontro tra Dio e la persona umana. E in quel caso, siamo già nel trascendente. E’ vero che anche nella preghiera e nella meditazione cristiana la posizione del corpo ha la sua importanza, e sta a significare un atteggiamento interiore. che si esprime anche nella liturgia. Ma nello yoga i movimenti del corpo hanno una diversa implicazione di rapporto con Dio, che non è quella della liturgia cristiana. Occorre la massima prudenza perché dietro questi elementi corporali si nasconde una concezione dell’essere come tale, della relazione tra corpo e anima, tra uomo, mondo e Dio.

Ritiene legittimo l’insegnamento della meditazione trascendentale e dello yoga nelle Chiese Cattoliche e nelle comunità religiose da parte di sacerdoti?

Mi sembra molto pericoloso perché in questo contesto queste pratiche sono già offerte come un qualcosa, appunto, di religioso.

E’ possibile coniugare il mantra con la preghiera cristiana?

Il mantra è una preghiera rivolta non a Dio, ma ad altre divinità che sono idoli.

Perché questo deprezzamento di Cristo e della Chiesa?

Questa è una questione profonda legata alla situazione attuale del mondo. Le radici di questo comportamento che oggi noi vediamo sono tante e si sono sviluppate nel corso di un’epoca, anche se solo oggi emergono in tutta la loro forza. Mi sembra che l’elemento ultimo sia quello, ancora una volta, del capitolo 3 della Genesi: la superbia dell’uomo che intende fare di sé stesso Dio e non accetta di sottomettersi a Lui. C’è dietro la volontà di prendere nelle proprie mani Dio e non di mettersi nelle sue mani.

Una fede da amare, non da tradire – Urs Von Balthasar definisce la meditazione trascendentale un tradimento nei confronti della fede cristiana. E’ d’accordo con questa affermazione?

Si. Perché il Dio Trascendente, la persona che mi ha chiamato e mi ama, viene deformato in una dimensione trascendentale dell’essere. Credo che sia necessario distinguere bene tra il Dio Trascendente e la trascendentalità. Mentre il Trascendente è una Persona che mi ha creato, il trascendentale è una dimensione dell’essere e quindi implica una filosofia di identità. Il cammino della Meditazione Trascendentale, preso nelle sue intenzioni ultime, ha questa tendenza di guidare ad immergersi nella identità, e quindi è esattamente opposto alla visione cristiana, che conosce anche una unione di identità. Cristo si è identificato con noi e così ci inserisce nel suo Corpo, ma è una identificazione diversa, operata nell’amore, nella quale rimane sempre una identità personale distinta, mentre la Meditazione Trascendentale comporta l’immergersi, il lasciarsi “sciogliere” nella identità dell’essere supremo.

Quale è, in termini spirituali, il prezzo di queste pratiche?

La perdita della fede e la perversione della relazione uomo – Dio, e un disorientamento profondo dell’essere umano, cosicché alla fine l’uomo si sposa con la menzogna.

Come deve realizzarsi concretamente il rispetto verso questi culti non cristiani, fermo restando anche il rispetto verso i valori imprescindibili della fede cristiano?

Il rispetto è dovuto soprattutto alle persone. Come dice S. Agostino dobbiamo avere amore per il peccatore e non per il peccato. Dobbiamo sempre vedere nell’uomo che è caduto in questi errori una persona creata e chiamata da Dio e che ha cercato anche, in un certo senso, di arrivare alla realtà divina per trovare le risposte al suo desiderio di elevarsi. Dobbiamo inoltre rispettare gli elementi ai quali ho accennato, chiarendo molto bene, però, quelle realtà che sono distruttive e che sono opposte non solo alla fede cristiana ma anche alla verità dell’essere umano stesso.

Veggenti o spiritisti?

Il mondo pullula oggi di veggenti che affermano di ricevere rivelazioni da parte di Dio e della Madonna. Divulgano libri che contengono messaggi apparentemente buoni e conformi con la fede cristiana e la dottrina della Chiesa. Ma dietro questi messaggi c’è – in molti casi – una tecnica medianica, come la “scrittura automatica”, o altre forme di spiritismo. Quale atteggiamento deve avere il cristiano verso questi fenomeni?

Mi sembra che l’origine di questa inflazione di messaggi sia quella alla quale abbiamo accennato, e cioè di una desiderio di “accaparrarsi” una esperienza diretta del divino, di non restare nella sobrietà della fede ma di toccare più da vicino la realtà di Dio. Il primo punto essenziale è quello di affidarsi al Signore che si è rivelalo nella sua parola e che è presente nella Chiesa e nei Sacramenti, e di vivere in questo cammino fondamentale che da una sua esperienza diversa dalle altre, ed è un po’ più ardua, ma alla fine molto più reale e gratificante perché molto più vera. L’atteggiamento fondamentale deve essere quello di vivere realmente la fede nella vita della Chiesa e convincersi che Dio, come ha detto San Giovanni della Croce, dandoci suo Figlio ci ha dato tutto, perché Gesù è la sua Parola, e non c’è da aggiungere altro, Dio non può dare di più che Se Stesso nel suo Figlio. Occorre mettersi davvero nelle mani del Figlio e vivere la vita della Chiesa, che è anche immensamente ricca, perché il Signore è circondato dai Santi, ad iniziare dalla Madonna. E questa esperienza è possibile per tutti. Credendo in Dio, non cammino solo, ma sono accompagnato da questa grande schiera dei Santi e dei credenti di tutti i tempi, e così ricevo anche tutte le risposte, perché la Chiesa vive e ha una voce viva per parlare e annunciare oggi la Parola del Signore come Parola presente per me e per il nostro tempo. E se uno vive questa realtà con convinzione e con gioia, non in senso purista, ma con tutta la ricchezza e la bellezza che questo comporta, non ha più bisogno di altro, e può stabilire con il proprio discernimento quali cose possono essere a lui utili senza diventare dipendente di questi fenomeni.

Alcuni affermano di possedere il testo del “segreto di Fatima”. E’ possibile? (n.d.r. l’articolo è del 1999 il terzo segreto è stato svelato nel 2000 da G.P.II)

No.

Se dietro apparizioni e messaggi c’è il fenomeno medianico della scrittura automatica o altre forme di medianità -oggi si diffondono nel mondo vari libri di “messaggi” -possiamo credere con certezza che ci si trova davanti ad un fenomeno da scartare?

Si tratta di fenomeni medianici che non hanno a che vedere con la mistica cristiana.

La pranoterapia non è un dono di Dio

Tra le varie ramificazioni della New Age c’è la cosiddetta “medicina alternativa”, nella quale ha un posto importante la pranoterapia. Alcune persone affermano di possedere un fluido nelle mani che può curare i malati, e lo confondono con il carisma delle guarigioni…

Il carisma delle guarigioni si manifesta in primo luogo nella assenza totale di elementi di magia e si realizza in uno spirito di preghiera. Le guarigioni operate dal Signore e su suo mandato dagli apostoli sono espressione di preghiera. Non si usano mezzi e contesti spirituali alieni dalla fede e dalla ragione. I carismi, a differenza dei poteri e dei fluidi vantati da queste persone, si sottomettono alla verità e al potere di Dio e non introducono altri elementi. Gli altri casi sono espressione di un terribile mondo sotterraneo, che – molto tempo piuttosto nascosto – oggi di nuovo, in una fase di ripaganizzazione, viene allo scoperto.

Intervista a cura di Ignazio Artizzu tratta dalla rivista “Una voce grida…” n°9 – marzo 1999 – Articolo tratto dall’interessantissimo sito Christus Veritas

SATANISMO E CRIMINALITA’ GIOVANILE (seconda parte)

L’OMICIDIO DI SUOR LAURA MAINETTI – Alcuni fatti di cronaca, accaduti in Italia e all’estero, sembrerebbero confermare la tesi del collegamento tra satanico giovanile e un certo tipo di musica rock. L’episodio più sconcertante è l’omicidio di Suor Maria Laura Mainetti, uccisa a Chiavenna, in provincia di Sondrio, il 6 giugno 2000, da tre ragazze di diciassette anni. La religiosa, conosciuta da tutti per la sua bontà e per la sua carità, è stata colpita da diciannove coltellate. Si è trattato di un vero sacrificio esame dedicato al diavolo. Le tre ragazze, infatti, erano appassionate di esoterismo e rock satanico. Nei loro diari gli inquirenti hanno trovato immagini e i testi delle canzoni di Marilyn Manson e poi simboli diabolici come la crocfe rovesciata e il “sei sei sei”, numero biblico dell’Anticristo. La suora era una persona disponibile, sempre pronta a correre in aiuto di chi era in difficoltà. La sera del delitto, una delle ragazze …

…  le telefonò fingendosi disperata perché era rimasta incinta dopo aver subito una violenza sessuale in famiglia e le chiese un incontro, ma era una trappola.
La religiosa è stata convinta a recarsi in una zona isolata, in mezzo al bosco, e il giorno dopo è stata ritrovata in una pozza di sangue, trafitta da diciannove coltellate al volto, alla gola e al torace.
Durante gli interrogatori, le tre ragazze hanno rivelato che a “Satana sarebbero bastate diciotto coltellate”. Sei colpi per una, in modo da comporre il diabolico numero “sei sei sei”. Ma il colpo dato in più, secondo le giovani, avrebbe rovinato il rito.
Le ragazze hanno raccontato che suor Maria Laura, mentre riceveva le coltellate, era in ginocchio e pregava a mani giunte. Le sue ultime parole sono state: “Signore perdonale”, mentre le ragazze continuavano a trafiggerla e a insultarla: “Muori, bastarda”.
La cosa più inquietante è che le diciassettenni, per rafforzare quel folle patto, hanno compiuto una serie di riti satanici. Uno, in particolare: ognuna delle tre assassine si è procurata una ferita, alla mano o al polso, per raccogliere un bicchiere di sangue da bere come eterno giuramento e dono di vestizione nel nome di Lucifero. La notizia della morte di suor Maria Laura Mainetti è stata diffusa da Radio Vaticana e l’episodio ha suscitato tanto stupore e commozione per il martirio di questa suora.
In occasione dell’omicidio della suora, don Agostino Clerici, direttore del settimanale della Diocesi di Como, in un articolo ha scritto: “Il satanismo trova spazio laddove vien meno la religiosità; la maleducazione troneggia dove manca l’educazione; il male serpeggia quando gli spazi del bene sono ridotti al lumicino. La cultura del nulla è un’atroce utopia: il nulla, infatti, non esiste; quando c’è il nulla, di fatto c’è già il male. Tutto è ancora più drammatico in quell’età in cui ai “lutti” dell’infanzia dovrebbero sostituirsi le “nascite” della vita adulta.
L’adolescente ha bisogno di essere amorevolmente e tenacemente educato al sacrificio. Solo il sacrificio partorisce il bene. Oggi lo si rifugge, in una società dell’avere che lasci trasparire sempre più la povertà dell’essere.
E se il sacrificio non conduce ai valori, il suo posto è preso fatalmente da un protagonismo malsano. La noia occupa un vuoto di ideali. E il gioco è un gioco… di morte. È accaduto a Chiavenna”.

OMICIDI SATANICI NEL VARESOTTO. UCCISI NEL NOME DI SATANA: DUPLICE OMICIDIO DI FABIO TOLLIS E CHIARA MARINO (1998)

Busto Arsizio. Svolta nell’inchiesta sugli omicidi a sfondo satanico nel Varesotto. Tre persone sono state arrestate dai carabinieri su ordine di custodia cautelare firmato dal Gip di Busto Arsizio, Adet Toni Novik. Secondo gli inquirenti, il provvedimento smantella completamente la setta delle “Bestie di Satana”, accusata dei delitti.
Gli arrestati sono Paolo Leoni, noto come “Ozzy”, di Corsico ed Eros Monterosso di Sesto San Giovanni, entrambi di 27 anni, e Marco Zampollo, 28 anni, di Brugherio. Secondo gli inquirenti, i tre sono gli organizzatori del tentato omicidio di Fabio Tollis e Chiara Marino, avvenuto il 31 dicembre 1997, e del successivo riuscito assassinio dei due ragazzi, uccisi e sepolti nei boschi di Somma Lombardo il 17 gennaio 1998. Gli arrestati, non avendo materialmente partecipato ai delitti, sono accusati di concorso in omicidio pluriaggravato e premeditato e tentato omicidio pluriaggravato e premeditato.
Il procuratore della Repubblica di Busto Arsizio, Antonio Pizzi, ha sottolineato che gli arrestati “sono ragazzi normali, comuni, che si possono incontrare tutti i giorni per strada”. E incensurati. Leoni abita a Corsico e lavora al banco del pesce di un grande supermercato; Monterosso è impiegato in un’azienda; Zampollo è operaio. Pizzi ha aggiunto che “Leoni è una delle personalità di spicco del gruppo”; questo carisma gli deriva “dalla sua particolare attenzione agli aspetti satanici della setta. Faceva e fa musica rock e heavy metal e ha questo aspetto del capo”. Inoltre il padre di Paolo Leoni una ventina di anni fa aveva ucciso la sua amante, una cantante, con le stesse modalità con cui sono stati massacrati i giovani vittime della setta.
La ricostruzione del duplice omicidio che emerge dalle indagini è da brividi: Mario Maccione, all’epoca minorenne, impugna un coltello e colpisce Fabio con una furia tale che la lama si spezza. Fabio viene massacrato con 80 coltellate inferte con una mazzola da muratore. E mentre urla, cerca disperatamente di sottrarsi a quelle “Bestie” che uccidono in nome di Lucifero, Nicola Sapone gli tappa la bocca ficcandoci dentro un riccio e poi lo sgozza. Infine è una vera e propria orgia di sangue prima di gettare i corpi inermi dei due fidanzatini in una fossa scavata da diversi giorni in quel bosco degli orrori a Somma Lombardo. Buttano dentro quei due e prima di ricoprirli con la terra tutti ci urinano sopra. Maccione si fuma una sigaretta e butta sopra quei corpi il mozzicone.
In questo atroce duplice delitto sono finiti sotto inchiesta anche Paolo Leoni, detto Ozzy (come Ozzy Osborne, leader del complesso metal dei Black Sabbah9, 27 anni, dipendente di un supermercato di Cesano Boscone, considerato “il capo carismatico” delle Bestie di Satana che si trasformavano nelle notti di plenilunio in vere e proprie belve. I carabinieri nella sua abitazione di Corsico trovarono teste di caprone e stelle a cinque punte (simbolo del satanismo) appese nella sua stanza da letto le cui pareti erano tinteggiate di nero. Lui avrebbe organizzato, pianificato, ideato la morte di Fabio e Chiara. A ricostruire quella notte degli orrori era stato Pietro Guerrieri, detto “Wedra”, nell’interrogatorio reso il 4 giugno scorso. Svelò che la notte di Capodanno del ’97 Chiara fu costretta ad un rapporto sessuale con Fabio, sull’auto di Guerrieri, una Renault 4, nel parco dell’Acquatica a Milano. Intanto Leoni infilò petardi nel serbatoio della benzina; uno si spegne, l’altro dà vita ad un piccolo incendio. Era quella la notte designata per la morte di Fabio e Chiara. Ma doveva esserlo già da alcuni giorni prima. Lo raccontò Andrea Volpe: Chiara Marino fu narcotizzata e condotta in una zona frequentata da tossicomani. Qui avrebbe dovuto essere soppressa con una dose di eroina, ma il piano saltò per l’avvicinarsi di una pattuglia dei carabinieri e venne rinviato. Anche il secondo tentativo rifallì, ma non il terzo.
Ozzy disse che Chiara, con cui ebbe anche una relazione, doveva essere uccisa perché stava uscendo dal gruppo e per le “bestie” era un pericolo. E lui l’avrebbe convinta a stare nel gruppo. Ma solo per ammazzarla.
Addirittura, secondo le confessioni rese agli investigatori, Maccione, uscito da uno dei suoi stati di trance in cui dice di entrare in contatto col “Signore delle tenebre, Dio del Male”, riferì che Chiara doveva essere uccisa perché incarnava la Madonna.

OMICIDIO DI MARIANGELA PEZZOTTA (2004)

Mariangela era tornata a casa come tutte le sere. Poi, verso le ventiquattro aveva ricevuto una telefonata ed era uscita. L’hanno ritrovata i carabinieri in una serra nel giardino di una villetta in via Colombo tra Golasecca e Coarezza. Era stata trasportata là dopo essere stata uccisa.
A compiere il delitto sono stati Elisabetta Ballarin, 18 anni, residente nella villetta teatro dell’omicidio, e con lei il fidanzato Andrea Volpe, 27 anni, residente a Gallarate. Il giovane in passato aveva avuto una relazione affettiva con la vittima. I due, dopo aver sparato a Mariangela, hanno nascosto il corpo della ragazza in una serra. Al mattino hanno cercato di nascondere l’auto della vittima decidendo di farla affondare nel canale Villoresi in località Maddalena.
Nel compiere questa azione hanno avuto un problema e l’auto si è incastrata restando in bilico. A quel punto un abitante del luogo ha chiamato i carabinieri. Al loro arrivo i militi hanno trovato i due giovani in stato confusionale. Li hanno portati in caserma e di lì a poco, dopo la loro confessione, hanno rinvenuto nella serra nel giardino della villetta il corpo senza vita di Mariangela Pezzotta di 27 anni, originaria di Somma Lombardo e figlia del capogruppo di Forza Italia nel consiglio provinciale di Varese, Silvio Pezzotta.
Le ammissioni di Andrea Volpe sul delitto Pezzotta stanno chiarendo definitivamente il quadro di quanto avvenuto quella notte maledetta del 24 gennaio. L’assassinio di Mariangela Pezzotta non fu un atto isolato compiuto dal solo Andrea Volpe con Elisabetta Ballarin, ma un delitto di gruppo, premeditato, per far tacere per sempre la ragazza, che “sapeva troppo”. Sarebbe stato Nicola Sapone ad ordinare ad Andrea Volpe di uccidere la ragazza la notte del 24 gennaio, una notte di luna piena.
Di fronte al procuratore Pizzi e al pm Masini, Andrea Volpe ha confermato le ammissioni di Mario Maccione laddove questi asseriva di essere stato contattato da lui poche ore prima del delitto. Volpe si sarebbe “strafatto” di eroina e tranquillanti per trovare il “coraggio” di sparare alla sua ex fidanzata. Non aveva fatto i conti, però, con la difficoltà di seppellirne il cadavere e di farne sparire l’auto. Per questo Volpe chiamò Nicola Sapone che, giunto nel bosco di Golasecca, prima infierì con una vanga contro Mariangela ancora agonizzante, poi cercò invano di cancellare le tracce dell’orrendo delitto.
Volpe accusa inoltre la sua compagna Elisabetta Ballarin di aver partecipato attivamente all’assassinio e di aver saputo già in anticipo della cosa, a differenza di quanto sostenuto dalla diciottenne. In conclusione oggi tantissimi giovani sono affascinati dai fenomeni legati al mondo dell’occulto, satanismo compreso. E’ dunque facile intuire che laddove essi non possiedano una solida formazione cristiana, l’aderirvi, dopo essersi avvicinati anche solo per curiosità, si riduce il più delle volte a un procedimento automatico. Cosa può spingere un giovane ad accostarsi all’occultismo? Spesso la curiosità, o il piacere di trasgredire; oppure il desiderio di ottenere poteri sovrumani, la necessità di superare e vincere le proprie timidezze ed incapacità di relazionarsi. Va sottolineato che frequentare luoghi ed operatori dell’occulto, partecipare a sedute spiritiche o sataniste, riti di stregoneria, equivale a consegnarsi spontaneamente al demonio.

don Marcello Stanzione da Pontifex

Satanismo e criminalità giovanile (prima parte)

Il “Satanismo”, da un punto di vista storico e sociologico, può essere definito come l’adorazione e la venerazione da parte di gruppi organizzati in forma di movimento, tramite pratiche ripetute di tipo culturale e liturgico, del personaggio chiamato Satana o Diavolo nella Bibbia (Massimo Introvigne).Alcune correnti teoriche riconducono al Satanismo la totalità delle azioni criminose commesse, anche solo apparentemente, in “nome di satana”. Altri identificano con tale termine solo una specifica tipologia satanista, quella “occultista”, che crede nelle stesse tesi dei cristiani, “rivisitandole” in chiave blasfema. I satanismi propongono una “formula” chiara ed efficace: “il Satanismo”, come si evince dal Compendium Daemoni, “è individualismo, autoconsapevolezza e rinascita interiore; è un culto/religione/filosofia personale”. Tale impostazione teorica permette che esistano differenti modi  …

… di manifestare il proprio satanismo, tanti quanti sono le persone che vi aderiscono, ma di concordare sull’assunto di base. Il Satanismo così inteso rifiuta qualsiasi tipo di dogma perché ha l’obbligo di mettere tutti in discussione continuamente. L’unica divinità è l’uomo stesso e satana è il Simbolo da onorare; il satanista non ha bisogno di pregare perché deve, da solo, provvedere a ciò di cui ha bisogno. Il Satanismo è, per stessa ammissione dei satanismi, “egoismo, individualismo, guerra a tutto ciò che ostacola il raggiungimento del piacere”. Le correnti principali nella quale gli studiosi suddividono il fenomeno sono Quattro: 1. Un satanismo “razionalista”, che propone una visione anticristiana del mondo, fondata su anticonformismo, edonismo e trasgressione della morale tradizionale. Qui satana rappresenta il male invertito al Bene. 2. un satanismo “ occultista”, che predica una visione del mondo vicina a quella cristiana, ma che ha scelto il campo opposto dell’avversione a Dio e del servizio al demonio. 3. un satanismo “acido”, in cui il culto del demonio non deriva da scelte filosofiche, ma serve a giustificare le devianze come uso di droghe, oppressione psicologica, violenza, maltrattamento di animali, stupri, pedofilia, “suicidi”, omicidi. Per tali ragioni, i culti  “acidi”sono ritenuti i più pericolosi sul piano sociale e noi fra poco forniremo diverse testimonianze di efferati delitti. 4. infine il “luciferismo”, di ispirazione “gnostico-manichea”. Qui Lucifero è ritenuto superiore a Satana, e considerato “ principio” soprannaturale posto sullo stesso piano di Dio; e pertanto altrettanto necessario. Questa corrente propone perciò una visione dualistica del mondo, in cui operano due principi, Dio e lucifero, contrapposti e complementari, in una lotta senza fine.
Per quanto riguarda l’estensione numerica del Satanismo in Italia esistono stime diverse, prodotte dalle varie associazioni che operano in questo settore. Il “Rapporto del ministero dell’Interno” del 1998 calcolava il numero dei gruppi luciferiano-satanisti in una decina per un totale di 200 adepti. Cifre che secondo il telefono antiplagio sarebbero largamente sottostimate. Secondo questa associazione i gruppi satanici in Italia sarebbero circa 500. Basti pensare che nella sola Sardegna telefono antiplagio ha ricevuto nel 2004 più di 1000 segnalazioni. Dal rapporto del ministero degli Interni del 2004 sul satanismo emerge che il 57% di questi gruppi si troverebbe al Nord, il 27% al Centro e il18% al Sud e nelle Isole. Le Regioni maggiormente coinvolte sono Lombardia, Lazio e Veneto. Per quanto riguarda poi l’identikit dei soggetti coinvolti in genere essi hanno un’età media intorno ai 35 anni e il 51% è di sesso femminile, il 35% possiede la laurea o il diploma, mentre il 32% la sola licenza elementare. Che il satanismo sia un fenomeno in crescita è purtroppo una triste realtà. Ciò che oggi preoccupa è il coinvolgimento dei minori, a causa della facilità con cui essi possono reperire informazioni su internet, infatti il 33% dei soggetti attratti dal satanismo e stregoneria lo sono attraverso la rete e sono giovanissimi. Nel rapporto del Ministero dell’Interno si legge che il 21% di essi ha un’età tra i 15 e i 17 anni, il 9% tra gli 11 e i 14 anni, il 3% ha tra i 6 e i 10 anni.   Gli episodi di cronaca coinvolgono giovani e adolescenti in quel “satanismo acido”, a volte sottovalutato, che può sfociare, come in questi casi, in atti estremi, che vanno oltre la semplice “religione del Demonio” ostentata dai “razionalisti”.
Il 14 marzo del 1998, Nadia Roccia, una diciottenne di Castelluccio dei Sauri, in provincia di Foggia, viene ritrovata strangolata nel garage di casa. Le forze di polizia, con il coordinamento del PM Alfredo Viola, fermano due ragazze, compagne di Nadia nella quinta D dell’istituto magistrale “Poerio” di Foggia, con l’accusa di omicidio premeditato. Sono Anna Maria Botticelli e Maria Filomena Sica, entrambe appena maggiorenni, ed amiche del cuore della Roccia. La vicenda presenta molti punti oscuri, anche se le dinamiche del delitto appaiono certe. La sera dell’omicidio, la Botticelli e la Sica attirano con un pretesto l’amica nel box di casa, la uccidono strangolandola con una sciarpa o un altro indumento e inscenano una impiccagione con una corda da ginnastica. Per rendere credibile il suicidio, accanto al cadavere lasciano una lettera, preventivamente fatta firmare da Nadia con l’inganno, nella quale la ragazza confessa di essersi tolta la vita perché lesbica, e perché non sopporta più i pettegolezzi del paese. Ad indirizzare gli investigatori sono le testimonianze di alcuni amici e la perizia del medico legale, secondo il quale Nadia è morta per soffocamento. Inoltre, in casa di una delle ragazze viene trovata la macchina per scrivere, utilizzata per compilare la lettera-testamento. Se gli autori del delitto sono individuati, rimangono ancora incerte le motivazioni di tale gesto. Le piste sono tante. La prima teoria è quella dell’omicidio per un rito satanico o una iniziazione esoterica, che sembra trovare fondamento in alcune intercettazioni telefoniche e nelle perquisizioni delle abitazioni delle due ragazze, in cui sembra si siano rinvenute lettere, libri, oggetti personali (un medaglione) e quadri raffiguranti immagini sataniche. Poi c’è l’elemento omosessuale, cioè se la vittima fosse davvero lesbica e se lo fossero anche le due amiche, che l’avrebbero uccisa durante un incontrollato gioco erotico. Infine, si parla anche del possibile condizionamento di uno di quei misteriosi “giochi di ruolo” nei quali quando esce l’ordine o la carta dell’impiccagione, bisogna “farsi strangolare”. Il movente fornito dalle ragazze, nel corso degli interrogatori con le forze di polizia, è quello di aver ucciso Nadia su ordine del padre defunto della Sica, apparso in sogno alla Botticelli. Il perito di parte, lo psichiatra Francesco Bruno, docente di criminologia alla Sapienza di Roma, ritiene che Anna Maria Botticelli e Maria Filomena Sica non fossero capaci di intendere e di volere la sera del delitto, ma che, al contrario, agissero inconsapevolmente in una sorta di stato di dormiveglia.
“La tesi del Prof. Bruno, coadiuvato dalla moglie, Simonetta Costanzo (psicologa), è quella del contagio psichiatrico, della «follia a due», uno stato mentale molto raro che sopraggiunge quando due persone entrano insieme e nello stesso momento in un tunnel di pazzia, in un vortice irrazionale che cessa di esistere solo quando la follia è compiuta. In questo caso sarebbe stata la personalità dominante di Annamaria ad attirare nel vortice di follia la Sica, anche se, ovviamente, la persona che risulta condizionata dall’altra – ha spiegato il Prof. Bruno – deve avere una certa predisposizione alla distorsione della realtà. Il 9 febbraio 2000, la Corte di Assiste di Foggia, in primo grado, condanna le due ragazze all’ergastolo.

don Marcello Stanzione da Pontifex

Il diavolo: come lo si vince?

ROMA, lunedì, 8 giugno 2009 (ZENIT.org).- Mons. Raffaello Martinelli, sacerdote della diocesi di Bergamo, dopo aver conseguito il dottorato in Sacra Teologia con  specializzazione in pastorale catechistica presso l’Università Lateranense di Roma e la laurea in Pedagogia all’Università Cattolica di Milano, è dal 1980 a servizio della Congregazione per la Dottrina della Fede.

Come Primicerio della Basilica dei Santi Ambrogio e Carlo al Corso in Roma, ha realizzato alcune schede catechistiche su vari argomenti d‘attualità, a disposizione di quanti entrano nella suddetta Basilica. Ne sono state prese oltre 2.000.000 di copie, in circa due anni.

Sono state redatte, in forma dialogica, sulla base di documenti della Santa Sede e, in particolare,  secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica e il suo Compendio.

Tutte le 50 schede catechistiche sono state raccolte e pubblicate in un tascabile, 50 Argomenti d’attualità – catechesi dialogica, edito dalla Libreria Editrice Vaticana, come pure si ritrovano sul sito internet: www.sancarlo.pcn.net.

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Chi è il diavolo?

■ La Chiesa insegna che all’inizio i diavoli erano angeli buoni, creati da Dio, ma che poi da se stessi, per loro libera e irrevocabile scelta, si sono trasformati in malvagi, ribellandosi, rifiutando Dio.

■ Il Vangelo di Giovanni chiama il diavolo-Satana “il principe di questo mondo” (Gv 12,31). «Il diavolo è peccatore fin dal principio» (1 Gv 3,8), e si oppone personalmente a Dio e al suo disegno di salvezza.

Quale potere ha il diavolo su di noi?

■ Nella prima Epistola dello stesso Giovanni si legge: “Tutto il mondo giace nel potere del Maligno” (Gv 5,19). San Paolo parla della nostra battaglia contro le potenze spirituali (cfr. Ef 6,10-17). E’ anche a causa sua che il peccato e le sue conseguenze (malattie, sofferenze, cataclismi e soprattutto la morte) sono entrati nel mondo.

■ Il diavolo opera generalmente attraverso la tentazione e l’inganno; è mentitore, «padre della menzogna» (Gv 8,44). Può ingannare, indurre all’errore, illudere. Come Gesù è la Verità (cfr. Gv 8, 44), così il diavolo è il bugiardo per eccellenza. Lo scrittore francese Charles Bau-delaire diceva che l’astuzia più perfetta di Satana consiste nel persuaderci che non esiste.

■ Il diavolo possiede un immenso potere di seduzione:

• ha sedotto Adamo ed Eva: di tutte le opere compiute dal diavolo “la più grave nelle sue conseguenze è stata la seduzione menzognera che ha indotto l’uomo a disobbedire a Dio” (CCC, 394);

• ha cercato di sedurre anche Cristo direttamente (cfr. Lc 4,1-13) o servendosi di Pietro (cfr. Mt 16,23);

• cerca di sedurre i discepoli di Cristo. La strategia che segue per ottenere questo risultato è di convincere l’uomo che una vita vissuta nella disobbedienza alla divina volontà è migliore di quella vissuta nell’obbedienza. Inganna gli uomini persuadendoli che non hanno bisogno di Dio e che sono autosufficienti, senza bisogno della Grazia e della Salvezza. Addirittura inganna gli uomini diminuendo, anzi facendo scomparire il senso del peccato.

■ “La potenza di Satana però non è infinita. Egli non è che una creatura, potente per il fatto di essere puro spirito, ma pur sempre una creatura: non può impedire l’edificazione del Regno di Dio” (CCC, 395).

■ La sua azione, oltre che essere limitata, “è permessa dalla divina Provvidenza, la quale guida la storia dell’uomo e del mondo con forza e dolcezza. La permissione divina dell’attività diabolica è un grande mistero, ma «noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio» (Rm 8,28)” (CCC, 395).

Perché Dio “permette” a Satana di “tormentare” l’uomo?

La vita terrena è un tempo di prova, durante il quale Dio consente al demonio di tentare e ‘saggiare’ l’uomo, mai però al di sopra delle sue forze. Sappiamo tuttavia per Fede che da questo male Dio sa trarre un bene più grande perché, con la sua grazia, il cuore esce purificato dalla prova e la Fede diviene più salda.

In quale modo Gesù si comporta con i demoni?

■ Egli anzitutto parla frequentemente del diavolo (cfr. ad es. Mt 4,10; Mc 4,15; Lc 10,18; Gv 8,44).

■ Egli inoltre agisce contro il demonio:

• si veda la tentazione di Gesù nel deserto, a cui Egli reagisce con forza (cfr. Lc 4,1-13). “La tentazione nel deserto mostra Gesù Messia umile, che trionfa su Satana in forza della sua piena adesione al disegno di salvezza voluto dal Padre” (CCC, 566);

• nel Vangelo di San Luca, leggiamo che Gesù comanda ai demoni, che lo riconoscono come il Figlio di Dio (cfr. Lc 4,41; 8,28…);

• fra i miracoli che Gesù compie, ci sono liberazioni da possessioni diaboliche (cfr. Mc 1,25-26; 5,2-20): realizzando tali guarigioni, egli “ha preso le nostre infermità e si è addossato le nostre malattie” (Mt 8,17);

• più volte gli Evangelisti ci narrano che Gesù pratica vari esorcismi, con i quali libera alcune persone dal tormento dei demoni, anticipando così la grande vittoria che egli attuerà sul principe di questo mondo (cfr. Mc 1,25-26), con la Sua Morte e Risurrezione;

• Gesù predica la venuta del regno di Dio, la quale costituisce la sconfitta del regno di Satana: “Se io scaccio i demoni per virtù dello Spirito di Dio, è certo giunto fra voi il Regno di Dio” (Mt 12,28);

• affida il potere di scacciare i demoni anche ai suoi Apostoli (cfr. Mc 3,15; 6,7.13; 16,17);

• vince tutto il mondo del male con la Sua Morte e Risurrezione. Gesù Cristo ha vinto Satana e ha definitivamente spezzato il dominio dello spirito maligno (cfr. Col 2, 15; Ef 1, 21; Ap 12, 7-12), egli è «il più forte» che ha vinto «il forte» (cfr. Lc 11, 22). “Abbiate fiducia – dice il Signore – Io ho vinto il mondo!” (Gv 16, 33);

• allorquando, dopo la sua morte, discende negli inferi, Gesù riduce «all’impotenza, mediante la morte, colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo» (Eb 2,14).

Come si vince il diavolo?

In vari modi, complementari:

■ Innanzitutto con una genuina vita di Fede, caratterizzata da fiducioso abbandono all’amore paterno e provvidente di Dio (cfr. Lc 12, 22-31), e dall’obbedienza alla sua vo-lontà (cfr. Mt 6, 10), in imitazione di Cristo Signore. Questo è lo scudo più sicuro. La più bella vittoria sull’influenza di Satana è la continua conversione della nostra vita, che ha una sua speciale e continua attuazione nel Sacramento della Riconciliazione, mediante il quale Dio ci libera dai peccati, compiuti dopo il nostro Battesimo, ci ridona la Sua amicizia, e ci corrobora con la sua grazia per resistere agli assalti del Maligno.

■ Con una permanente vigilanza; «Vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare» (1Pt 5,8).

■ Accogliendo e testimoniando, sempre più, con la parola e con le opere, il Vangelo. Per questo occorre un annuncio integrale e coraggioso del Vangelo: non si deve avere paura di parlare anche del demonio, e soprattutto della vittoria che Cristo ha già riportato su di esso e continua a riportare nella persona dei suoi fedeli.

■ Lottando contro le sue seduzioni e tentazioni. “Tutta intera la storia umana è infatti pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta incominciata fin dall’origine del mondo, che durerà, come dice il Signore, fino all’ultimo giorno. Inserito in questa battaglia, l’uomo deve combattere senza soste per poter restare unito al bene, né può conseguire la sua interiore unità se non a prezzo di grandi fatiche, con l’aiuto della grazia di Dio” (CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Gaudium et spes, n. 37, 2).

■ Fuggendo, evitando il peccato, che “è un’offesa a Dio: «Contro di te, contro te solo ho peccato. Quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto» (Sal 51,6). Il peccato si erge contro l’amore di Dio per noi e allontana da lui i nostri cuori. Come il primo peccato, è una disobbedienza, una ribellione contro Dio, a causa della volontà di diventare «come Dio» (Gn 3,5), conoscendo e determinando il bene e il male. Il peccato pertanto è amore di sé fino al disprezzo di Dio” (CCC, 1850).

■ Utilizzando il discernimento. “Lo Spirito Santo ci porta a discernere tra la prova, necessaria alla crescita dell’uomo interiore in vista di una «virtù provata», e la tentazione, che conduce al peccato e alla morte. Dobbiamo anche distinguere tra «essere tentati» e «consentire» alla tentazione. Infine, il discernimento smaschera la menzogna della tentazione: apparentemente il suo oggetto è «buono, gradito agli occhi e desiderabile» (Gn 3,6), mentre, in realtà, il suo frutto è la morte” (CCC, 2847).

■ Pregando. “Se infatti Dio è dalla nostra parte, chi sarà contro di noi?” (Rm 8,31). Lo stesso Signore, nella preghiera del Padre nostro, ci ha insegnato a chiedere a Dio Padre: ‘Liberaci dal male”. “Chiedendo di essere liberati dal male, noi preghiamo nel contempo per essere liberati da tutti i mali, presenti, passati e futuri, di cui egli (il diavolo) è l’artefice o l’istigatore. In quest’ultima domanda la Chiesa porta davanti al Padre tutta la miseria del mondo. Insieme con la liberazione dai mali che schiacciano l’umanità, la Chiesa implora il dono prezioso della pace e la grazia dell’attesa perseverante del ritorno di Cristo. Pregando così, anticipa nell’umiltà della Fede la ricapitolazione di tutti e di tutto in colui che ha «potere sopra la morte e sopra gli inferi» (Ap 1,18), «colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente!» (Ap 1,8)” (CCC, 2854).

■ Ricorrendo talvolta anche all’esorcismo.

Che cos’è un esorcismo?

■ L’esorcismo è un’antica e particolare forma di preghiera, che la Chiesa adopera contro il potere del diavolo.

■ Si ha un esorcismo “quando la Chiesa domanda con la sua autorità, in nome di Gesù, che una persona o un oggetto sia protetto contro l’influsso del Maligno e sottratto al suo dominio” (CCC 1673).

■ È “una preghiera del genere dei sacramentali” (RITO DEGLI ESORCISMI, Praenotanda, n. 11). I sacramentali “sono segni sacri istituiti dalla Chiesa, per mezzo dei quali vengono santificate alcune circostanze della vita. Essi comportano una preghiera accompagnata dal segno della Croce e da altri segni” (Compendio del CCC, 351). Fra i Sacramentali, occupano un posto rilevante le benedizioni (di persone, mensa, oggetti, luoghi), le consacrazioni di persone, le dedicazioni di cose al culto di Dio, la benedizione di olii santi, gli esorcismi.

In quali forme si pratica l’esorcismo?

In una duplice forma: semplice e solenne

1) La forma semplice-ordinaria è quella in cui l’esorcismo viene praticato durante la celebrazione del Battesimo. “Dal momento che il Battesimo significa la liberazione dal peccato e dal suo istigatore, il diavolo, vengono pronunziati uno (o più) esorcismo(i) sul candidato. Questi viene unto con l’olio dei catecumeni, oppure il celebrante impone su di lui la mano, ed egli rinunzia esplicitamente a Satana. Così preparato, può professare la Fede della Chiesa alla quale sarà “consegnato” per mezzo del Battesimo” (CCC, 1237).

2) “L’esorcismo solenne, chiamato grande esorcismo, può essere praticato solo da un presbitero e con il permesso del Vescovo. In ciò bisogna procedere con prudenza, osservando rigorosamente le norme stabilite dalla Chiesa (cfr. DIRITTO CANONICO, can. 1172). L’esorcismo mira a scacciare i demoni o a liberare dall’influenza demoniaca, e ciò mediante l’autorità spirituale che Gesù ha affidato alla sua Chiesa. Molto diverso è il caso di malattie, soprattutto psichiche, la cui cura rientra nel campo della scienza medica. È importante, quindi, accertarsi, prima di celebrare l’esor-cismo, che si tratti di una presenza del maligno e non di una malattia” (CCC, 1673).

Quali altre caratteristiche ha l’esorcismo solenne?

■ “L‘esorcismo deve svolgersi in un clima di Fede e di preghiera umile e fiduciosa, sì da evitare ogni impressione di efficacia automatica: la liberazione dall’influsso diabolico avviene se e quando Dio vuole. Se, come indicato al n. 35 delle Premes-se, sono presenti anche alcuni fedeli, questi siano esortati a pregare intensamente secondo quanto previsto dal Rito.

■ Nonostante la riservatezza con cui è normalmente celebrato, il Rito dell’esorcismo non è un fatto privato, ma un evento che riguarda tutta la comunità. L’esorcista infatti è un membro della comunità, agisce in nome di Cristo e, in nome della Chiesa, esercita un ministero specifico. Anche il fedele che chiede l’esorcismo è un membro della comunità, uno di quei membri che la comunità deve amare di un amore preferenziale: quando è in potere del Maligno, infatti, egli è il più povero dei poveri, bisognoso di aiuto, di comprensione e di consolazione” (RITO DEGLI ESORCISMI, Presentazione CEI, nn. 13; 16).

■ Ogni atto di esorcismo è sì preghiera per la liberazione della persona indemoniata dal maligno, ma nello stesso tempo è annuncio:

• del Regno di Dio e di Cristo, che si addossa le nostre infermità e che, quale unico liberatore e salvatore, ci libera dal Male;

• di liberazione totale (spirituale e fisica) e mediata (tramite la Chiesa) dall’influsso diabolico;

• della realtà escatologica: segno che anticipa la vittoria finale di Cristo su Satana, sulla malattia, sulla morte.

Come si diventa esorcisti?

■ L’esorcista (termine legato al verbo greco exorkízein = scongiurare) è un uomo di preghiera, che agisce in nome della Chiesa con la forza dello Spirito Santo. Un ministero che è dono di Dio, conferito dal Vescovo esclusivamente a sacerdoti all’interno della diocesi e, dunque, da essi esercitato tramite la Chiesa. Pietà, scienza, integrità di vita, equilibrio, discernimento, preparazione teologica ed esperienza spirituale, capacità di ascolto sono gli indispensabili requisiti per un ministero che è anche un cammino di santità particolare perché porta al confronto diretto con il demonio. In particolare all’esorcista è richiesta la prudenza sia per accertare la presenza del maligno, sia per osservare le norme stabilite dalla Chiesa.

■ Il ministero dell’esorcista, oltre che di liberazione, è anche un ministero di consolazione.

Chi sono i satanisti?

“Possono essere:

1)persone con tendenze masochistiche, con un bisogno di sentirsi deboli per quindi cercare aiuto;

2) persone che rinunciano alla libertà personale per farsi commiserare accettando così passivamente le direttive dei capi satanici importanti;

3) persone pervase da sensi di colpa per aver compiuto grossi peccati e temono di venire castigati;

4) persone che percepiscono l’ambiente sociale-familiare–religioso come un tiranno;

5) persone che non sopportano la legge e l’autorità perché temono di essere distrutti;

6) persone attratte verso la morte: vorrebbero trasformare se stessi e il mondo in un cimitero dove c’è pace stabile;

7) persone che fanno uso di simboli di morte: tendaggi neri e funerei nelle sale d’incontro, con la presenza di teschi, con l’incappucciamento, con il sacrificio di vittime animali e talvolta anche umane” (da “Toscana oggi, 22-6-08).

Come si riconosce una possessione diabolica?

■ “I fenomeni diabolici straordinari della possessione, dell’ossessione, della vessazione e dell’infestazione sono possibili, ma di fatto, a parere degli esperti, sono rari” (RITO DEGLI ESORCISMI, Presentazione CEI, n. 7).

■ Il rituale dell’esorcismo segnala diversi criteri e indizi che permettono di arrivare, con prudente certezza, alla convinzione che ci si trovi dinanzi ad una possessione diabolica. È allora che l’esorcista autorizzato può eseguire il solenne rito dell’esorcismo.

■ Alcuni di questi criteri sono:

• il parlare con molte parole di lingue sconosciute o capirle;

• rendere note cose distanti oppure nascoste;

• dimostrare forze al di là della propria condizione,

• avversione veemente verso Dio, la Madonna, i Santi, la Croce e le sacre Immagini.

Ci sono preghiere da recitarsi in casi minori di influsso del demonio?

Certamente. Nel Rito degli esorcismi si trovano anche:

• le preghiere da recitarsi pubblicamente da un sacerdote, con il permesso del Vescovo, quando si giudica prudentemente che c’è un influsso di Satana su luoghi, oggetti o persone, senza arrivare però allo stadio di una possessione vera e propria;

• una raccolta di preghiere da recitarsi privatamente da parte dei fedeli, quando essi sospettano con fondatezza di essere soggetti ad influssi diabolici (cfr. RITO DEGLI ESORCISMI, Appendice II, Preghiere ad uso privato dei fedeli).

Quali altri utili consigli dà la Chiesa a riguardo dell’influsso del maligno?

Eccone alcuni:

■ “Non ricercare il sensazionale ed evitare sia la stolta credulità che vede interventi diabolici in ogni anomalia e difficoltà, sia il razionalismo preconcetto che esclude a priori qualsiasi forma di intervento del maligno nel mondo;

■ stare in guardia nei confronti di libri, programmi televisivi, informazioni dei mezzi di comunicazione, che a scopo di lucro sfruttano il diffuso interesse per fenomeni insoliti o malsani;

■ non ricorrere mai a coloro che praticano la magia o si professano detentori di poteri occulti o medianici o presumono di aver ricevuto poteri particolari. Nel dubbio circa la presenza di un influsso diabolico è necessario rivolgersi prima di tutto al discernimento dei sacerdoti esorcisti e ai sostegni di grazia offerti dalla Chiesa soprattutto nei Sacramenti;

■ conoscere il significato autentico del linguaggio usato dalla Sacra Scrittura e dalla Tradizione e maturare un atteggiamento corretto riguardo alla presenza e all’azione di Satana nel mondo;

■ ricordarsi che la superstizione, la magia e, a maggior ragione, il satanismo sono contrari alla dignità e razionalità dell’uomo e alla Fede in Dio Padre onnipotente e in Gesù Cristo nostro Salvatore” (RITO DEGLI ESORCISMI, Presentazione CEI, n. 8).

NB: Per approfondire l’argomento, ecco alcuni documenti pontifici:

* RITO DEGLI ESORCISMI, traduzione del De exorcismis et supplicationibus quibusdam, promulgato con decreto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti il 22 novembre 1998 (l’ultima edizione è del 2004);

* CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA (CCC), n. 1673; Compendio del CCC, n. 352;

* CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Istruzione circa le preghiere per ottenere da Dio la guarigione, 14 settembre 2000.

La più grande astuzia di satana? Far credere che non esiste

di Gianfranco Ravasi
Tratto da Avvenire del 17 maggio 2009

Una folla di ricordi attraversava la mia mente e il mio spirito in quel tardo pomeriggio del giorno di Pentecoste di dieci anni fa, il 23 maggio 1999.

Nella suggestiva, intima casa di via Donizetti, nel cuore di quella Milano da lui tanto amata, ero davanti allo scrittore e amico Luigi Santucci che poche ore prima aveva concluso il suo itinerario terreno. Pensieri, memorie piccole e grandi, persino parole aleggiavano in quello spazio, fili difficili da dipanare e da afferrare. Tra questi c’era anche il reticolo delle nostre riflessioni religiose, affidate agli incontri estivi di Bellagio, davanti alla bellezza unica del lago e dei monti manzoniani.

Ebbene, in quei percorsi teologici non mancava un filo oscuro, segno di un più vasto orizzonte di tenebra. Il tema del male aveva sempre tormentato la ragione e l’arte di Santucci, così come il dramma della morte: basterebbe solo riprendere tra le mani Il Mandragolo del 1979 o quel gioiello letterario che è l’Orfeo in paradiso del 1967 (a proposito di quest’ultimo, perché non riproporlo a nuovi e vecchi lettori negli Oscar Mondadori?).

È, allora, significativo che Avvenire pubblichi ora un inedito dello scrittore milanese, incentrato proprio sulla figura più tenebrosa, Satana (un vocabolo ebraico che vuol dire «Avversario») o il diavolo, in greco «colui che divide», l’ombra di Dio, tragica presenza nella storia della libertà umana.

A lui Santucci rivolge una paradossale preghiera: «Ti prego di esistere», un’invocazione che, certo, ammicca alla frequente ‘ demitizzazione’ di Satana, operata da un pensiero (persino teologico) che si ritiene libero dai reperti di quello che è considerato come un paleolitico culturale. Eppure, già Baudelaire non esitava a dichiarare che «la più grande astuzia del diavolo è farci credere che non esiste». Una convinzione ripresa da Papini che al Diavolo aveva dedicato un intero volume nel 1953: «L’ultima astuzia del diavolo fu quella di spargere la voce della sua morte». Ma anche un sincero agnostico come Gide professava così una sua particolare fede: «Non credo nel diavolo. Ma è proprio quello che il diavolo spera: che non si creda in lui».

Ma c’è una ragione più profonda nella sorprendente ‘ preghiera al diavolo’ di Santucci. La non esistenza di Satana farebbe, infatti, totalmente ricadere sulla libertà umana la piena, assoluta ed esclusiva responsabilità del male che stria tutta la storia coi suoi fiumi di sangue, di violenza, di immoralità, di perversione.

Certo, il diavolo non può essere un alibi per scaricare su di lui ogni accusa di colpevolezza, ma è anche il segno che non siamo soli nel sopportare il peso enorme, immenso, soffocante della colpa.

È un’attenuante che non elide la nostra reità, ma ci lascia aperto un varco per ottenere misericordia e per non essere imputati dell’intero, sterminato cumulo del male. Per questo, Santucci, elencando l’infinita lista delle vergogne compiute dall’umanità, invoca ironicamente il diavolo: «Io Ti prego di esistere».