da Baltazzar | Ott 14, 2013 | Biopolitica, Cultura e Società, Segni dei tempi
di Andrea Lavelli da www.lanuovabq.it

Nello scorso fine settimana centinaia di persone hanno riempito le piazze di varie città d’Italia per ribadire il loro no al disegno di legge Scalfarotto sull’omofobia. Lo hanno fatto in modo pacifico e silenzioso: seduti per terra con un bavaglio sulla bocca o semplicemente restando in piedi come sentinelle, intenti nella lettura di un libro.
“La manif pour tous – Italia” e “Le sentinelle in piedi”, due realtà differenti per stile e impostazione, ma unite dal comune obiettivo di contrastare l’avanzare dell’ideologia di genere nel nostro Paese, hanno centrato l’obiettivo di dare vita alla prima grande mobilitazione nazionale contro il disegno di legge sull’omofobia che dopo il via libera della Camera passerà ora all’esame del Senato.
Venerdì sera a Roma erano in più di mille a riempire Piazza della Rotonda, all’ombra del Pantheon, chiamati in piazza da “La Manif pour tous – Italia”, associazione nata sulla scia dell’omonima realtà francese che in primavera ha portato per le strade di Parigi milioni di persone contro al legge Taubira sul matrimonio omosessuale.
«Il nostro modo di operare è quello di una vera e propria veglia. I partecipanti si sono disposti seduti per terra con un bavaglio sulla bocca, mentre venivano declamati alcuni brani di grandi scrittori sulla libertà di pensiero – spiega Gianfranco Pillepich, portavoce de “La Manif” – È stato anche letto e analizzato il testo della legge, insieme ai pareri di vari giuristi e psicologi. La manifestazione romana ha avuto un ottimo risultato: tutti hanno partecipato con grande silenzio e attenzione». Al termine della Manif di Roma sono stati distribuiti pacchi di pasta Barilla a ricordare il fatto che Guido Barilla è stato la prima vittima della legge Scalfarotto.
In contemporanea, centinaia di persone scendevano in piazza per vegliare anche a Pisa, Bolzano, Bologna, Bisceglie, mentre sabato sera è stata la volta di Venezia.
«Abbiamo registrato in media 200 persone a piazza e la realtà è in crescita – spiegano dalla “Manif” – La nostra battaglia non si fermerà qui e anzi continuerà più forte di prima a dimostrazione che la società civile italiana è vigile e non si arrende di fronte all’arroganza di chi vuole impedire la difesa della famiglia fondata tra uomo e donna».
Sempre in campo contro la legge Scalfarotto e contro le limitazioni che comporterebbe alla libertà di pensiero, sono scese in piazza a Milano le “Sentinelle in piedi”. Erano in tutto 500 provenienti soprattutto dai coordinamenti di Milano, Bergamo e Brescia che si sono dati appuntamento nella centralissima piazza Cordusio per vegliare secondo il modello dei “Veilleurs debout” francesi. Il colpo d’occhio per i tanti passanti del sabato sera milanese è impressionante: una piazza piena di persone in piedi, immobili, in silenzio, immerse nella lettura di un libro e assiepati ovunque anche lungo le pensiline dei tram.
«Siamo un gruppo di amici, che ha deciso di vegliare in questo modo per lanciare un forte segnale: vogliamo e speriamo in un futuro in cui ci sia ancora la libertà di espressione – spiega Pietro Invernizzi, portavoce delle Sentinelle in Piedi di Milano – Con questa legge anche solo affermare pubblicamente che una coppia omosessuale non ha il diritto di adottare un bambino, potrebbe essere considerato reato punibile con il carcere. Vogliamo trasmettere a tutti la nostra preoccupazione: quando in una società si inizia a limitare la libertà d’espressione si deve cominciare ad aver paura».
Anche le “Sentinelle in piedi” sono una realtà in espansione: da qualche tempo in alcune città d’Italia si è cominciato a vegliare in questo modo ed è in aumento il numero dei coordinamenti cittadini. Il prossimo gruppo a scendere in piazza sarà Trento, con una manifestazione organizzata per sabato prossimo 19 ottobre.
da Baltazzar | Ott 14, 2013 | Chiesa, Cultura e Società, Famiglia
«Se la famiglia è più debole la società è più fragile e si domina meglio sul piano politico, economico e ideologico». E sulla Bossi-Fini: «Accoglienza ordinata»
da www.Tempi.it
Per il presidente della Cei Angelo Bagnasco «c’è un’aggressione alla famiglia strategica e non casuale. Se la famiglia è più debole la società è più fragile e si domina meglio sul piano politico, economico e ideologico. La storia lo insegna. Perché qualcuno più forte e furbo c’è sempre e per qualcuno non intendo solo le persone, ma lobby o istituzioni».
NON CASUALE. Bagnasco ne ha parlato al seminario sulla famiglia organizzato a Genova dal Forum delle associazioni familiari. «Secondo me – ha detto il cardinale – l’aggressione alla famiglia non è assolutamente casuale, ma è strategica perché si è capito che essendo la famiglia il grembo della vita e prima e fondamentale palestra di umanità e di fede, indebolirla o dissolverla nella sua responsabilità educativa. Significa distruggere la persona. Viene a mancare quella maturità interiore che è sinonimo di capacità critica, di fortezza, quindi un punto solido per cui la società da popolo di relazioni e di solidarietà diventa una moltitudine di punti individuali, una folla non un popolo».
DISTRUGGERE LA RADICE. «Una società più fragile si domina meglio», ha spiegato Bagnasco. Di fronte a questo, «capite che il fronte della famiglia – ha aggiunto – è un fronte sul quale la Chiesa, la comunità cristiana, gli uomini e le persone di buona volontà non possono essere assenti perché la famiglia è l’ultima e la prima frontiera dell’umano e quindi – ha concluso – distruggendo quella in realtà si va alla radice».
ACCOGLIERE IMMIGRATI IN MANIERA ORDINATA. Bagnasco ha parlato anche dei recenti drammi accaduti a Lampedusa. L’accoglienza degli immigrati «non si può negare, ma va coniugata con la situazione concreta» e va «ordinata». Interpellato sulla cancellazione della legge Bossi-Fini, il cardinale ha così risposto: «La posizione della Chiesa sull’immigrazione è sempre stata molto chiara e trasparente, nel segno del Vangelo, accoglienza di chi, essendo disperato, cerca una via di salvezza, di speranza, cerca un futuro migliore. Naturalmente la speranza va sempre coniugata con la situazione concreta, nel senso dell’ordine pubblico, di una accoglienza ordinata».
Per Bagnasco «fa pensare» la contraddizione che porta a celebrare i funerali di Stato per degli immigrati che se fossero riusciti ad arrivare in Italia vivi sarebbero stati considerati dei clandestini: «Questo doppio registro in un certo senso esprime una difficoltà anche oggettiva. Allora ancora una volta si chiama in causa l’Europa, perché l’Italia è la porta d’Europa, non può essere lasciata sola».
da Baltazzar | Ott 14, 2013 | Cultura e Società, Libri
Nel precedente intervento, auspicavo, dopo il giusto dolore per la strage di eritrei e somali a Lampedusa, un’azione attenta di conoscenza della questione immigrazione per evitare reazioni emotive. Pertanto la prima cosa da fare è studiare bene il problema. Il professore Massimo Introvigne è un esperto sociologo che oltre a studiare le Religioni si occupa anche di queste questioni. Avvalendomi del suo testo “Islam. Che cosa sta succedendo?” , della Sugarcoedizioni, Introvigne raccomanda di saper leggere bene i numeri dell’immigrazione, per non sbagliare previsioni. E cita Michele Tribalat, una che li ha letti bene, e che ha scritto un ottimo testo, “Les Yeux grands fermes. L’immigration en France”,(“A occhi ben chiusi. L’immigrazione in Francia”, Denoel, Parigi 2010)Un libro che purtroppo rischia di non essere letto da nessuno secondo Introvigne.
Tribolat avendo lavorato per molti anni negli uffici statistici francesi, presenta ricerche originali, ma con un gergo specialistico. “E’ un peccato, perché i dati che la Tribolat presenta sono tali da indurre a ripensare l’intera questione dell’immigrazione”. In pratica l’esperta francese sostiene che “da almeno quindici anni molti dati offerti al pubblico francese sull’immigrazione sono falsi”. La Tribolat, incalza: “La falsificazione non è il risultato di errori: è deliberata – talora perfino imposta per legge – e ha lo scopo di evitare che l’opinione pubblica francese si allarmi per il numero troppo alto degli immigrati e diventi ‘razzista’”.
Esiste un’ossessione anti-razzista, che ha permesso a qualcuno di mentire ai francesi, una specie di “menzogna sedicente pedagogica, che dovrebbe appunto evitare il diffondersi di tesi razziste e imporre ‘il dogma di una visione necessariamente positiva dell’immigrazione’”.Si arriva al punto che l’immigrazione viene sacralizzata e a nessuno è permesso di dissentire, e neanche fare dibattiti ragionevoli. L’esperta francese ha iniziata a porre una domanda semplice: “quanti immigrati arrivano ogni anno in Francia?” E qui in pratica le statistiche sono state manipolate.
Intanto la Tribolat smonta qualche luogo comune come il fatto che l’immigrato non viene più in Francia per cercare lavoro, il 63% a partire del 2006 entra per ricongiungimento familiare. Altro luogo comune smontato è che “l’immigrazione è necessaria all’economia europea”, che, “gli immigrati risolvono i problemi pensionistici causati dalla denatalità e ‘fanno lavori che nessun europeo vuole fare’”.
Comunque sia esistono ricerche che mostrano che in economia non esistono regole o teoremi validi riguardo all’immigrazione europea. Un dato è certo, la mano d’opera poco qualificata è nociva all’economia: gli immigrati spesso fanno lavori a prezzi stracciati, alterando il mercato del lavoro, in particolare, a danno dei cittadini non immigrati più poveri, e poi tra l’altro pagano contributi pensionistici modesti. Certo può capitare anche mano d’opera qualificata tra gli immigrati, ma dal punto di vista morale, bisogna ammettere però che questo è devastante per i Paesi d’origine.
La Tribolat, è stata accusata di “fanatismo demografico”, e di essere “malata”, quando ha proposto di misurare la popolazione complessiva che origina direttamente o indirettamente da fenomeni d’immigrazione. Certo se fosse vero che certe città francesi, un terzo della popolazione è composta da immigrati, l’impatto sull’opinione pubblica sarebbe devastante.
Gli studi dell’esperta francese, che non cita quasi mai l’Italia, potrebbero essere utili anche per il nostro Paese, “ce n’è abbastanza per importare anche da noi un sano realismo che induca a diffidare di statistiche, quando si tratta d’immigrazione, troppo spesso riviste al ribasso o edulcorate”.
C’è una corrente di pensiero diffusa nella cultura europea, alimentata dai media di ogni specie, che ha permesso di sottovalutare il fenomeno, mi riferisco all’immigrazionismo, una subdola ideologia. Il professore Introvigne della propaganda immigrazionista, individua cinque tesi che analizza e confuta. La 1° tesi è quella di carattere quantitativo: gli immigrati sono ancora una minoranza, è inutile allarmarsi, c’è posto per tutti. Sono ragionamenti che emergono negli ambienti della Caritas/Migrantes, che producono utili rapporti annuali, ma spesso con commenti immigrazionisti. Secondo Introvigne questi ragionano come se sono di fronte a una fotografia, invece l’”immigrazione è un processo – scrive Introvigne – e dunque è necessario guardare non alla fotografia o al singolo fotogramma ma la film”. Ogni anno gli immigrati aumentano a un ritmo vertiginoso, vogliamo arrivare come in Olanda? Su tredici milioni di residenti, oltre tre sono immigrati extra-comunitari. O in Svezia su nove milioni, quasi due sono immigrati.
Sono dati che conoscono anche gli immigrazionisti, ma ci invitano a fare un duplice atto di fede: in futuro ci saranno meno immigrati e che quelli presenti o in arrivo nel nostro continente faranno sempre meno figli. Mi sembra un ottimismo fuori luogo.
La 2° tesi è che accogliere grandi quantità d’immigrati è un imperativo morale. Lo sostengono politici di sinistra, ma a volte anche di destra, che intendono in questo modo, risolvere i problemi della fame del mondo e del sottosviluppo. Per l’Europa è una specie di contributo morale obbligatorio, una “penitenza per i peccati del colonialismo”. “Ma, a prescindere dal fatto che presentare il colonialismo come soltanto dannoso e malvagio è piuttosto unilaterale e storicamente discutibile, non c’è nessuna prova convincente che sia meno costoso per l’Europa e più proficuo per il Terzo Mondo trasferire da noi milioni d’immigrati extra-comunitari piuttosto che destinare le stesse risorse ad aiutarli nei loro Paesi d’origine”.
Un argomento etico usato molto in Italia, è quello dell’asilo politico, così chiunque non si trovi bene in un Paese non democratico, o vittima di gravi sperequazioni economiche, avrebbe diritto all’asilo politico, praticamente, scrive Introvigne, “la stragrande maggioranza degli abitanti del Terzo Mondo avrebbe questo diritto”. Invece c’è un argomento etico contrario per opporsi all’immigrazionismo: “fondato sul rispetto dei diritti delle maggioranze, non meno importanti di quelli delle minoranze”. Peraltro la maggior parte dei cittadini dell’Unione Europea nei sondaggi e anche nelle elezioni si dichiara contraria ai progetti immigrazionisti. Recentemente in Norvegia, il partito conservatore della signora Erna Solberg ha stravinto le elezioni. Pertanto bisogna tenere conto della volontà popolare oppure no?
Il 3° argomento degli immigrazionisti è di tipo economico. Si dice che l’Europa, a causa della denatalità, ha bisogno d’immigrati, non importa da dove, e in ogni caso ci sono “lavori che nessun europeo vuole fare”, che possono essere svolti dagli immigrati. E’ vero l’Europa ha un drammatico problema demografico, ormai siamo una civiltà moribonda. Ma non c’è la certezza che l’aumento indiscriminato degli immigrati sia la soluzione.
Il 4° argomento è quello sociale. Il welfare europeo è in profonda crisi, perché ci sono troppi vecchi pensionati e pochi giovani che pagano i loro contributi agli enti previdenziali. Così i teorici immigrazionisti pensano che gli immigrati extra-comunitari possono risolvere il problema. Ma sono pie illusioni perché solitamente gli immigrati hanno lavori poco remunerati, quindi pagano contributi relativamente bassi.
Il 5° argomento sostenuto dagli immigrazionisti è la tesi che la religione degli immigrati sia indifferente. Chiunque sa che la religione ha delle conseguenze sociali, un conto sono i peruviani che portano per le strade in processione la statua della Madonna e un conto sono i musulmani che magari mescolano alle loro preghiere invettive contro gli USA e l’Occidente.
Mi fermo so benissimo che il tema ha bisogno di ulteriori approfondimenti, sarà per un’altra occasione.
di DOMENICO BONVEGNA
da Baltazzar | Ott 14, 2013 | Cultura e Società
A giudicare dai comportamenti e dai discorsi della politica tutto questo sta diventando inspiegabile, fitta nebbia nel n/s vivere quotidiano .
Forse stiamo diventando stranieri nel n/s Paese e questo concetto si sta instaurando nella considerazione quotidiana e nel pensiero della gente comune .
Forse non é sufficiente ripetere che le rappresentazioni partitiche sono poco utili per il ” momento di democrazia ” .
Forse si può accettare di tutto, ma non i privilegi, le clientele, gli sprechi ( oh! quanti ce ne sono !) in un’analisi superficiale, ma attenta, che il cittadino ogni giorno pensa, medita ed esamina senza che questi pensieri provengono da grilli parlanti .
Lo riproponiamo almeno per risanare, solo, la crisi politica : meglio un bipolarismo puro, che pletore di movimenti o partitocrazie che non sono altro che gruppi di potere e costano in maniera esosa ! Questo per applicare bene lo spending review ! .
Se si vuole conciliare la politica con i cittadini, nella enfatica affannosa ricerca del risanamento della spesa pubblica perché, anziché discutere di “altro” quotidianamente nel Consesso Legislativo, non far rientrare, per esempio, l’abolizione delle sovvenzioni ai Partiti, dove quasi ogni giorno ne esce un nuovo che godrà di un abbondante finanziamento pubblico nonostante il referendum abrogativo del 1993 ( invece dei 10 che sciaguratamente sono stati proposti oggi 2013 ? ) Intanto paga papà !
Se si volgesse lo sguardo molto spesso al cielo ed uno a chi è veramente vittima di sofferenze, molti di più sarebbero i cuori che si aprirebbero alla condivisione del giusto pensiero per trovare una via a proposte ed azioni per dimostrare che non dimentichiamo mai il nostro prossimo che resta pietra di paragone degli atti della nostra vita, anziché delle vicende politiche.
“Preghiera, impegno nel testimoniare la fede, attenzione alle necessità dei fratelli più bisognosi, siano sempre le tre colonne che reggono sempre la vostra attività personale e associativa” ( Papa Francesco 10 ottobre 2013 Vaticano al Consiglio Direttivo del Cavalieri di Colombo ). Docet !
Da troppi anni insiste un velato e vergognoso silenzio delle Istituzioni sulle condizioni in cui “vivono” i disabili fisici, le loro famiglie ed i “disagi” infiniti delle famiglie dei malati psichici, degli stessi e dei deboli, ” che non sono diritti deboli” come dice il Cardinale Tettamanzi. Altro che discutere sul finanziamento ai Partiti !
Ho sempre proposto, come altri, modestamente al “Potere”, la “spinta” e la “sollecitazione” ad agire in conseguenza, certo e con la speranza di poter raggiungere il traguardo prefissato, ma resta, sempre, un cammino che richiede una lunga pazienza per incontrare chi ignora queste situazioni,sappia chi ha orecchie per non sentire, finisca per sentire e sentirsi obbligato ad ascoltare quanti parlano ai cuori prima che ai cervelli, come ha molto bene affermato in San Pietro il Santo Padre Benedetto XVI° “Scendendo dal cavallo della superbia, della testardaggine e dell’immoralità” (Sermone S. Natale 2011 ).
I pochi provvedimenti legislativi emanati per la tutela della salute fisica, sono la dimostrazione del disinteresse o sottovalutazione che regna nel nostro Paese, specie per la salute mentale, dove di tanto in tanto i mass media propongono velate spiegazioni, o semplici riproposizioni di giudizi che non portando audience né clamore non vengono più “riesumati”, visto che questi “indici” sembrano essere termini di raffronto e paragone di avvenimenti da parte dei mass media .
Tutto resta in un clamoroso silenzio, mentre il disagio fisico continua ad essere “tralasciato” e la malattia mentale continua a “mietere” vittime su vittime, donne, anziani, padri, madri, amici, compagni, compagne, giovani ed ora anche adolescenti sempre più “compressi” e depresse le loro famiglie.
Ancora una volta dobbiamo ribadire che queste problematiche necessitano di una legislazione urgente, adeguata ed efficace, specie quella mentale attesa da ben circa 35 anni, perché il rispetto della dignità del disabile fisico e del “malato psichico” è essenziale in una società che vuol essere civile, come diceva giustamente Fedor Dostoievski : “il grado di civiltà di una Nazione si soppesa con la constatazione in cui si trattano i malati mentali”. Docet !
I gravi problemi che colpiscono alcune fasce sociali e come sempre le più deboli, debbono sobbarcarsi in silenziosa sofferenza quali “cittadini”, per fortuna non “sudditi”, dove una classe politica di “azzeccagarbugli” ha orecchie solo per sentire il tintinnio degli “spiccioli”, occhi per “anomalie morali”, “colpiti” da una sordità incredibile in un mondo di immoralità, di corruzioni , di corrotti, di corruttori, di controllori . Ma chi sorveglia i controllori ?
E poi nella manovra economica 2013 è vero che viene diminuita dal 7,1% al 6,7% la sovvenzione al SSN, norma che colpisce il debole sul costo delle prestazioni sanitare ?
I discorsi della Politica e del Governo in carica stanno diventando una nebbia così fitta da togliere visibilità a verità urgenti che meritano attenzioni e soprattutto soluzioni prioritarie ai mille problemi che affliggono la n/s Italia, in primis quello della salute pubblica, della giustizia, della pace .
La Politica dovrebbe risvegliarsi dal torpore del “tornaconto di “Partito” e provvedere al bene comune dei cittadini, perché “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”!.
Questa è la sintesi di quelle verità che fanno cadere nel profondo oblio e nel silenzio ogni “ragione”, tanto sono impegnati i politici non solo a non dare risposte, ma almeno testimoniare che stanno facendo tesoro per riparare i torti.
Il Sommo Vate non invano aveva previsto : “Ahi serva Italia di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincia, ma di……..! ( Dante Alighieri (Purgatorio VI°)
Ma è vero che il saccheggio dei soldi pubblici continua ? Chi risponde ? Mah !
Con le giuste parole del Beato Giovanni Paolo II° “Andiamo avanti con speranza” !
Previte
http://digilander.libero.it/cristianiperservire
da Baltazzar | Ott 14, 2013 | Chiesa, Papa Francesco
Le tre “realtà” che si vedono “guardando a Maria”. “Dio ci sorprende, Dio ci chiede fedeltà, Dio è la nostra forza”. “Lascio veramente entrare Dio nella mia vita? Come gli rispondo?”, “Sono un cristiano ‘a singhiozzo’, o sono un cristiano sempre”, di fronte a una “cultura del provvisorio, del relativo” e, infine, so “ringraziare, lodare per quanto il Signore fa per noi”, perché “tutto è suo dono; Lui è la nostra forza!”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Dinanzi all’immagine della Madonna portata in piazza san Pietro da Fatima, papa Francesco ha rinnovato l’Atto di affidamento a Maria. “Atto che facciamo con fiducia, siamo certi che ognuno di noi è prezioso ai tuoi occhi e che nulla ti è estraneo”
“Celebriamo in te – ha detto – le grandi opere di Dio, che mai si stanca di chinarsi con misericordia sull’umanità, afflitta dal male e ferita dal peccato, per guarirla e per salvarla. Accogli con benevolenza di Madre l’atto di affidamento che oggi facciamo con fiducia, dinanzi a questa tua immagine a noi tanto cara. Siamo certi che ognuno di noi è prezioso ai tuoi occhi e che nulla ti è estraneo di tutto ciò che abita nei nostri cuori.
Ci lasciamo raggiungere dal tuo dolcissimo sguardo e riceviamo la consolante carezza del tuo sorriso. Custodisci la nostra vita fra le tue braccia: benedici e rafforza ogni desiderio di bene; ravviva e alimenta la fede; sostieni e illumina la speranza; suscita e anima la carità; guida tutti noi nel cammino della santità. Insegnaci il tuo stesso amore di predilezione per i piccoli e i poveri, per gli esclusi e i sofferenti, per i peccatori e gli smarriti di cuore: raduna tutti sotto la tua protezione e tutti consegna al tuo diletto Figlio, il Signore nostro Gesù”.
L’Atto è giunto al termine della messa celebrata per la “Giornata Mariana”, in occasione dell’Anno della fede. Una Giornata cominciata ieri, quando è arrivata a Roma la statua della Vergine di Fatima e che anche oggi ha visto in piazza san Pietro oltre 100mila persone.
A loro, nel corso della messa, il Papa ha parlato delle tre “realtà” che si vedono “guardando a Maria”, “una delle meraviglie del Signore”. “Dio ci sorprende, Dio ci chiede fedeltà, Dio è la nostra forza”. “Realtà” che hanno portato Francesco a invitare a riflettere se “lascio veramente entrare Dio nella mia vita? Come gli rispondo?”, se “Sono un cristiano ‘a singhiozzo’, o sono un cristiano sempre”, di fronte a una “cultura del provvisorio, del relativo”, che “entra anche nel vivere la fede” e se, infine, so “ringraziare, lodare per quanto il Signore fa per noi”, perché “tutto è suo dono; Lui è la nostra forza!”.
La prima “realtà”, dunque, è che “Dio ci sorprende”. “Dio ci sorprende; è proprio nella povertà, nella debolezza, nell’umiltà che si manifesta e ci dona il suo amore che ci salva, ci guarisce e ci dà forza. Chiede solo che seguiamo la sua parola e ci fidiamo di Lui. Questa è l’esperienza della Vergine Maria: davanti all’annuncio dell’Angelo, non nasconde la sua meraviglia. E’ lo stupore di vedere che Dio, per farsi uomo, ha scelto proprio lei, una semplice ragazza di Nazaret, che non vive nei palazzi del potere e della ricchezza, che non ha compiuto imprese straordinarie, ma che è aperta a Dio, sa fidarsi di Lui, anche se non comprende tutto: ‘Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola’ (Lc 1,38). Dio ci sorprende sempre, rompe i nostri schemi, mette in crisi i nostri progetti, e ci dice: fidati di me, non avere paura, lasciati sorprendere, esci da te stesso e seguimi!”.
“Oggi chiediamoci tutti se abbiamo paura di quello che Dio potrebbe chiederci o di quello che ci chiede. Mi lascio sorprendere da Dio, come ha fatto Maria, o mi chiudo nelle mie sicurezze, nei miei progetti? Lascio veramente entrare Dio nella mia vita? Come gli rispondo?”.
“Il secondo punto è “ricordarsi sempre di Cristo, perseverare nella fede; Dio ci sorprende con il suo amore, ma chiede fedeltà nel seguirlo. Pensiamo a quante volte ci siamo entusiasmati per qualcosa, per qualche iniziativa, per qualche impegno, ma poi, di fronte ai primi problemi, abbiamo gettato la spugna. E questo purtroppo, avviene anche nelle scelte fondamentali, come quella del matrimonio. La difficoltà di essere costanti, di essere fedeli alle decisioni prese, agli impegni assunti. Spesso è facile dire ‘sì’, ma poi non si riesce a ripetere questo ‘sì’ ogni giorno”.
“Maria ha detto il suo ‘sì’ a Dio, un ‘sì’ che ha sconvolto la sua umile esistenza di Nazaret, ma non è stato l’unico, anzi è stato solo il primo di tanti ‘sì’ pronunciati nel suo cuore nei momenti gioiosi, come pure in quelli di dolore, tanti ‘sì’ culminati in quello sotto la Croce. Oggi, qui ci sono tante mamme; pensate fino a che punto è arrivata la fedeltà di Maria a Dio: vedere il suo unico Figlio sulla Croce”. “Distrutta dal dolore, ma fedele e forte”.
“Sono un cristiano “a singhiozzo”, o sono un cristiano sempre? La cultura del provvisorio, del relativo entra anche nel vivere la fede. Dio ci chiede di essergli fedeli, ogni giorno, nelle azioni quotidiane e aggiunge che, anche se a volte non gli siamo fedeli, Lui è sempre fedele e con la sua misericordia non si stanca di tenderci la mano per risollevarci, di incoraggiarci a riprendere il cammino, di ritornare a Lui e dirgli la nostra debolezza perché ci doni la sua forza”. “Questo è un cammino definitivo, sempre col Signore, anche con le nostre debolezze, col peccato, mai andare sulle strade del provvisorio, questo uccide, la fede è definitiva, come quella di Maria”
“L’ultimo punto: Dio è la nostra forza. Penso ai dieci lebbrosi del Vangelo guariti da Gesù: gli vanno incontro, si fermano a distanza e gridano: ‘Gesù, maestro, abbi pietà di noi!’ (Lc 17,13). Sono malati, bisognosi di essere amati, di avere forza e cercano qualcuno che li guarisca. E Gesù risponde liberandoli tutti dalla loro malattia. Fa impressione, però, vedere che uno solo torna indietro per lodare Dio a gran voce e ringraziarlo. Gesù stesso lo nota: dieci hanno gridato per ottenere la guarigione e solo uno è ritornato per gridare a voce alta il suo grazie a Dio e riconoscere che Lui è la nostra forza. Saper ringraziare, saper lodare per quanto il Signore fa per noi”.
“Guardiamo a Maria: dopo l’Annunciazione, il primo gesto che compie è di carità verso l’anziana parente Elisabetta; e le prime parole che pronuncia sono: ‘L’anima mia magnifica il Signore’, il Magnificat, un canto di lode e di ringraziamento a Dio non solo per quello che ha operato in lei, ma per la sua azione in tutta la storia della salvezza. Tutto è suo dono; se possiamo capire che tutto è dono di Dio quanta felicità nel nostro cuore. Lui è la nostra forza! Dire grazie è così facile, eppure così difficile! Quante volte ci diciamo grazie in famiglia?”. “E’ una delle parole chiave della convivenza: permesso, scusami, grazie, se in una famiglia di dicono queste tre parole, la famiglia va avanti”. “Quante volte diciamo grazie a chi ci aiuta, ci è vicino, ci accompagna nella vita? Spesso diamo tutto per scontato! E questo avviene anche con Dio”.
“Invochiamo l’intercessione di Maria, perché ci aiuti a lasciarci sorprendere da Dio senza resistenze, ad essergli fedeli ogni giorno, a lodarlo e ringraziarlo perché è Lui la nostra forza”.
L’atto di affidamento compiuto oggi da papa Francesco segue quelli compiuti da Giovanni Paolo II. Il primo era stato programmato per il 7 giugno 1981, in Santa Maria Maggiore. Assente il Papa per le conseguenze dell’attentato del 13 maggio, fu trasmessa la preghiera che egli aveva composto per l’occasione. L’atto fu rinnovato a Fatima il 13 maggio 1982 e ripetuto il 25 marzo 1984 a Roma in piazza San Pietro, in unione spirituale con tutti i vescovi del mondo, compresi i vescovi ortodossi russi.