LE QUATTRO MANIFESTAZIONI DIABOLICHE CLASSICHE

LE QUATTRO MANIFESTAZIONI DIABOLICHE CLASSICHETutti gli autori che lungo i secoli hanno trattato di Demonologia danno quattro manifestazioni con le quali l’azione diabolica si fa sentire: All’inizio, noi abbiamo la Tentazione. E’ la prima, è la più benigna di tutte le manifestazioni diaboliche. Quella che è completamente al vertice, è la Possessione violenta e permanente. Ma tra le due, evidentemente, vi sono delle classificazioni generali, ed in ognuna di queste classificazioni, si può dire che vi siano tanti casi differenti come le persone, poiché Satana utilizza delle persone tali come esse sono col loro temperamento, la loro salute, le loro ricchezze e le loro mancanze. Tra la tentazione e la possessione, si possono distinguere: l’Infestazione e l’Ossessione. Tutti sanno cos’è la Tentazione: Satana gioca sui nostri appetiti per rendere più appetibili i piaceri, sia della sensualità, sia quelli che procura la ricchezza, od aspira agli onori. Sono i tre grandi tipi di tentazione. …

… Accettarli, ricercarli in piena conoscenza di causa, in piena libertà, si chiama commettere un peccato.
L’Infestazione aggiunge qualcosa in più. Satana mette in giro quello che circonda la vittima desiderata. Egli vuole portarla alla stanchezza, si serve della malattia. Trascina ad una specie di disperazione il provato, e quest’ultimo chiama la morte come una liberazione.
L’infestazione può essere esterna al malato quando questa si manifesta negli oggetti che lo circondano: gli spiriti che battono nelle case, i mobili che cambiano di posto … Il Curato d’Ars e Padre Pio ne sapevano qualcosa!
Quanto all’Ossessione, essa prende la persona dall’interno. Satana gioca con l’immaginazione, sulla memoria, sui sensi, agisce sul cervello, ha ostruito le facoltà dell’anima, senza comunque togliere ogni azione. Egli oscura l’intelligenza, le toglie da ciò stesso una parte della sua libertà. Imprime nell’immaginazione spaventose rappresentazioni. Pone nella “parte inferiore dell’anima”, la sola a cui abbia accesso, poiché, come dice san Francesco di Sales, si è sempre legati a Dio dal “profondo dell’anima”,  suscitadelle false idee che non si possono cacciare, degli appetiti malsani, dei sentimenti infernali ai quali si immagina di acconsentire. L’anima crede odiare Dio, bestemmia, allorché ella guarda a sua insaputa, nella parte superiore, una repulsione forte, certamente volontaria e libera che la preserva dal peccato. Si vedono talvolta delle persone eccellenti che sono fortemente portate al suicidio, e giungono finanche a tentare di togliersi la vita, senza comunque eseguire quel disegno.
Nella Possessione interiore, violenta, i demoni s’impadroniscono dell’organismo umano. Essi dispongono delle membra, della lingua, dell’intero corpo che muovono a loro piacere, il più sovente, al dire degli esorcisti, addormentando la loro vittima e privandola di ogni conoscenza. Questa possessione può essere permanente o transitoria.
Vi è presso di essi, come un’invasione progressiva di Satana.
Ma il Demonio non può impadronirsi dell’anima stessa. Egli non giunge mai fino all’inanimazione completa del corpo. Egli non comunica la vita al corpo, l’anima continua a compiere questa funzione capitale.
Ma con un procedimento che ci sfugge, che ci rimane misterioso, egli si unisce al corpo inanimato. Pare che penetri fin nel più intimo del cervello e del sistema nervoso. Impedisce all’ammalato di agire a suo piacimento, sostituendosi ad essa, egli imprime alle membra i movimenti che vuole. Egli mette sulla fisionomia dei tratti caratteristici che sovente sono, pare, contro il suo volere, svelando le sue proprie emozioni, la colera, il suo orgoglio. Pare guardare con gli occhi del posseduto.
Satana è intimamente legato al corpo di cui si è impadronito; egli soffre del contatto di quel corpo con gli oggetti benedetti. Quando un esorcista lancia l’acqua benedetta, è spaventoso.
Padre Mathieu , esorcista celebre, con mandato di molti vescovi della Francia, raccontava il 15 febbraio 1976 nella Sala dei Convegni dell’Istituto Cattolico, un esorcismo ch’egli aveva allora recentemente praticato: “Quando io gli ho lanciato l’acqua benedetta con un cucchiaino, egli si metteva ad urlare, soffriva nel volto con una violenza inimmaginabile. Quando si prendeva dell’acqua normale, egli si affrettava ad ingurgitarla. Mettetegli una medaglia, è spaventoso. E le reliquie in particolare, che io metto nel dorso, ebbene quello che esce da là sopra, è inimmaginabile!”.
I demoni imprimono così bene il loro proprio marchio sul corpo dei posseduti, che l’espressione varia da un demonio all’altro. Quando si ha l’esperienza, si può indovinare qual’è quello del demonio che ha preso il posto del posseduto e che fa le risposte, prima che sia stato forzato a nominarsi. E’ una unione stretta e come uno scimmiottare dell’Incarnazione.
Il demonio che si è impadronito di un corpo non vi fa sempre un soggiorno abituale, a meno che non vi sia costretto da una forza superiore. Egli entra ed esce a suo piacimento. Come pure, quando vi risiede, la sua azione non è sempre la stessa. A momenti, egli rende il corpo del posseduto disteso come una barra d’acciaio, talvolta egli decuplica il suo peso a tal punto che non si può sollevarlo.
Ascoltiamo ancora questa testimonianza di Padre Mathieu: “Voi avete anche delle manifestazioni che non sono possibili: ne ho visto uno che camminava sul soffitto. Cercate di fare altrettanto! Io posso ben dirvi che era, ne avrete sentito parlare, è quello che si faceva chiamare Clemente XIV… Papa. Io l’ho visto prendere la testa di una scimmia. Si riconosceva il povero infelice Padre Colesin, ma egli aveva letteralmente un volto scimmiesco. Le persone che erano con me erano spaventate, evidentemente. Era un posseduto, non vi è dubbio!”.
I fenomeni di possessione variano secondo la potenza dei demoni possessori. Poiché i demoni sono lontani dal rassomigliarsi. Essi non hanno la stessa forza e la stessa malizia. La divisione in nove cori degli Angeli si ritrova certamente in inferno, poiché gli angeli ribelli hanno custodito la loro natura. Vi sono tra di essi delle differenze di cui no abbiamo idea, come intelligenza, come volontà, come capacità di resistenza, come potenza d’azione. Alcune possessioni esigono degli esorcisti una lotta opinabile, allorché alcune preghiere fanno fuggire i demoni dell’ultima zona.
I demoni sono lontani dal fare alla loro vittima tutto il male che vorrebbero, poiché se fosse stato lasciato libero corso alla loro malizia infernale, essi tratterebbero gli uomini come trattano i dannati nell’inferno. Essi entrerebbero da padroni presso tutti i Servi di Dio, li ridurrebbero all’impotenza, li ferirebbero, li ucciderebbero. Sarebbe una strage spaventosa.
Poiché il demonio è nel suo regno. Non bisogna dimenticare che Gesù ha chiamato Satana il “Principe del mondo”. Ora, noi siamo in questo mondo. La loro azione è incessantemente ostacolata dalla Provvidenza divina e felicemente! Essi non possono dispiegare che una piccolissima parte delle loro forze.
Padre Mathieu racconta che, quando egli ordina a Satana di partire, negli esorcismi ch’egli fa, egli ha risposto molte volte: “Non posso, non ho il permesso di Dio!”. Così occorre un permesso particolare di Dio affinché i demoni possano esercitare le loro vessazioni.
Perché è stata loro lasciata questa libertà? E’ un mistero insondabile ed occorrerebbe che il Signore vi sveli il suo piano.
Il peccato mortale à la causa abituale della possessione. Ma, attenzione, è la porta che si apre. Questo non vuol dire che il demonio possa attraversarla.
Ma in mezzo ai peccati, ve ne sono che sembrano chiamare con efficacia speciale il castigo della possessione: sono l’infedeltà e l’apostasia.
Padre Pio dice che niente preparava meglio alla possessione quanto il Sacrilegio Eucaristico. Vi è anche la persecuzione contro i Servi di Dio, l’empietà dei figli verso i loro genitori, il disprezzo di Dio e delle cose sacre, le profanazioni, le imprecazioni, le pratiche di stregoneria, i patti. Evidentemente, se ci si dona a Satana, è molto più grave. Padre Mathieu cita ancora come conducente alla possessione diabolica l’appartenenza alle Sette.

Per  secoli, i consacrati che recitavano per obbligo il breviario, hanno letto,nelle Compiete, le parole di san Pietro: “Siate sobri, vegliate, il vostro avversario, il Diavolo, come un leone ruggente, circola cercando chi divorare. Resistetegli, saldi nella fede, sapendo che le stesse sofferenze sono imposte alla vostra fraternità che è nel mondo”.
Noi tutti conosciamo quel passo dell’Apocalisse che descrive quella guerra spaventosa tra Michele, l’Arcangelo, ed il Dragone. “Ed egli fu gettato, il grande Drago, l’antico serpente, colui che si chiama Diavolo o Satana, colui che confonde il mondo intero, sulla terra ed i suoi angeli furono gettai con lui…”.
… Sulla terra. Ecco perché l’ultima richiesta del Padre Nostro è la seguente: “Liberaci dal Male” ossia dal Maligno. E noi abbiamo, alla fine di ogni Messa, la preghiera imposta da Leone XIII: “Respingete nell’inferno Satana e gli altri spiriti maligni che errano nel mondo per perdere le anime!”.
Satana ha dovuto certamente ispirare la soppressione di questa preghiera … Che peccato! Spero che i cattolici la recitino lo stesso in particolare, poiché è importante. L’associazione cattolica “Milizia di San Michele Arcangelo” che ha la sua sede centrale presso la parrocchia di Santa Maria la Nova nel comune di Campagna  in  provincia e diocesi di Salerno in questi mesi ha spedito migliaia di cartoline al Santo Padre Benedetto XVI chiedendo umilmente al papa di indire un anno in tutta la Chiesa, in onore di San Michele e di rimettere in obbligo di nuovo dopo la Santa Messa l’invocazione di papa Leone XIII all’Arcangelo. ( Per informazioni sulle cartoline da inviare a Benedetto XVI  telefonare a don Marcello Stanzione tel. Parrocchia 0828 44212 o cell. 333 63 00 481).

don Marcello Stanzione da Pontifex

Mostra a Roma sul rapporto dei santi con angeli e demoni

ROMA, lunedì, 16 marzo 2009 (ZENIT.org).- Si è aperta il 5 marzo, presso le sale ipogee e la cripta del Centro San Carlo, a Roma, la mostra su “Angeli e Demoni” nata grazie all’intuizione del quindicenne Carlo Acutis, morto nell’ottobre 2006 in concetto di santità, e alla generosa e accurata ricerca eseguita dallo scrittore e giornalista Nicola Gori.

La mostra presenta la relazione che Gesù Cristo attua nei confronti degli angeli e dei demoni, e inoltre raccoglie per la prima volta 132 testimonianze di visioni e apparizioni di angeli e di demoni nella vita dei santi e dei mistici attraverso immagini e pannelli descrittivi.

Secondo gli organizzatori l’obiettivo primario è quello di analizzare i simboli che in ogni civiltà e da tempi remoti danno figura all’universo dell’interiore umano come gli angeli e i demoni.

Le esperienze raccolte nella mostra abbracciano tutti i secoli dell’era cristiana. Il visitatore troverà spunti e motivi di riflessione sulla presenza degli angeli e dei demoni nella vita dell’uomo.

Frutto di un’attenta e accurata ricerca eseguita in ambito internazionale, attingendo anche ai vari documenti storici contenuti nelle “Positiones” di persone per le quali è in corso il processo di canonizzazione presso la Congregazione delle Cause dei Santi, si è provveduto a organizzare un percorso ideale attraverso la storia della salvezza.

Nelle varie testimonianze viene tratteggiato un profilo degli angeli, quali messaggeri di Dio e custodi dell’uomo, e dei demoni, quali tentatori e istigatori alla ribellione contro Dio.

Alcuni resteranno sorpresi nello scoprire che le testimonianze sulla verità degli angeli e dei demoni confermano che esiste un mondo dopo la morte a cui ogni uomo è chiamato.

Di angeli e demoni ha parlato recentemente il Papa Benedetto XVI che nell’angelus di domenica primo marzo ha spiegato: “Gli angeli servono Gesù, che è certamente superiore ad essi, e questa sua dignità viene qui, nel Vangelo, proclamata in modo chiaro, seppure discreto. Infatti anche nella situazione di estrema povertà e umiltà, quando è tentato da Satana, Egli rimane il Figlio di Dio, il Messia, il Signore”.

In quell’occasione il Ponterfice ha inoltre avvertito che “toglieremmo una parte notevole del Vangelo, se lasciassimo da parte questi esseri inviati da Dio, i quali annunciano la sua presenza fra di noi e ne sono un segno. Invochiamoli spesso, perché ci sostengano nell’impegno di seguire Gesù fino a identificarci con Lui”.

Intervistato da ZENIT, monsignor Raffaello Martinelli, Primicerio della Basilica dei SS. Ambrogio e Carlo al Corso, a Roma e Prelato d’onore di Sua Santità ha spiegato che “parlare di angeli e di demoni all’uomo contemporaneo spesso risulta molto difficile se non anacronistico”.

“Infatti – ha aggiunto –, mentre in altre epoche il rapporto delle persone con il sacro e con il trascendente era motivo di discussione frequente, ai nostri giorni l’uomo è rivolto piuttosto all’immanente e ha perso questa familiarità con il divino”.

“Per questo motivo – ha poi sottolineato – riscoprire il ruolo degli angeli nell’economia della salvezza significa rinnovare la nostra fede nella Vita Eterna. Significa anche porre la fiducia in queste celesti creature che il Signore ha voluto al nostro fianco”.

In merito ai demoni, monsignor Martinelli ha precisato che “Dio in alcune situazioni ‘permette’ al Diavolo di ‘tormentare’ l’uomo, ma non lo fa mai però al di sopra delle sue forze”.

“Sappiamo infatti per Fede che da questo ‘male’ Dio sa trarre sempre un bene più grande perché, con la sua grazia, il cuore esce purificato dalla prova e la Fede diviene più salda”, ha poi spiegato.

La mostra, in via del Corso 437, rimarrà aperta fino al 5 maggio tutti i giorni dalle ore 10:30 alle ore 17:30 ultima entrata – lunedì chiusura settimanale -. Biglietto unico: 2,00 €. Per informazioni: Paola Bruni 338.9118050; www.pgeventi.com – pgeventi@yahoo.it

E il demonio disse: “La morte di Eluana è opera mia”

CITTA’ DEL VATICANO – Lunedì 9 Febbraio, come al solito, ho celebrato esorcismi. O meglio, non proprio come al solito: le reazioni dei demonopatici sono state eccezionalmente violente: non hanno baciato il crocifisso, non hanno recitato alcuna preghiera, come in altre circostanze fanno al mio comando nel nome di Cristo e per l’autorità che la Santa Madre Chiesa mi ha conferito. Quando è entrata S., circa 60 anni, sofferente fin da ragazza, ha mostrato subito più forza del solito. Prima, da solo, riuscivo a contenerla con l’aiuto di San Michele Arcangelo; lunedì, in due, non ci siamo riusciti. E’ alta poco più di un metro e cinquanta e pesa meno di 60 kg. Ha gridato fino a spaccare i timpani e ad un certo punto l’entità ha detto sbavando e digrignando i denti: “Con Eluana sono intervenuto io, non riuscirete a salvarla!”. Erano circa le 15,30. Eluana è morta poche ore dopo, la sera. Stessa scena per R., 50 anni, posseduta a 13 anni per avere bevuto per sbaglio un filtro confezionato con ossa di defunti. Mi ha detto che da una settimana non ha più le normali funzioni fisiologiche, a stento supera i 50 kg, eppure in tre non riuscivamo a tenerla ferma. Pure la sua entità (sono 7 demoni maggiori) ha asserito chiaramente che per Eluana non vi era speranza. Tali fenomeni sono tipici dei demoni. A noi esorcisti è fatto divieto espresso di porre domande riguardanti questioni di attualità e simili, ma qui il demonio ha parlato di sua spontanea volontà. Ha predetto il futuro perché lui stesso era protagonista di tale evento, come ha peraltro ammesso orgogliosamente. I protagonisti della storia di Eluana hanno compiuto la loro opera con l’azione diretta del demonio. E come se ciò non bastasse, a cadavere ancora caldo, sui giornali è apparsa la pubblicità del libro scritto dal papà di Eluana sulla dolorosa esperienza della figlia; una vicenda da cui qualcuno trarrà, dunque, anche dei vantaggi economici. E questo è l’aspetto più triste di tutti, quello che uccide Eluana una seconda volta.

di Padre Tiziano Repetto Sacerdote esorcista della Diocesi di Roma

Tra patologia psichiatrica e satanismo culturale (parte II)

Intervista al Presidente dell’Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici

di Mirko Testa

ROMA, martedì, 10 febbraio 2009 (ZENIT.org).- La rinuncia al ruolo, il narcisismo e la disperata ricerca della felicità sono gli ingredienti alla base della crisi nelle relazioni interpersonali e della fragilità psichica degli individui, visibili al giorno d’oggi.

Continuando nella sua analisi, Cantelmi svela quegli scenari di depressione, disagio e angoscia che spesso spalancano le porte al satanismo come risposta facile e immediata alla ricerca di senso.

La prima parte dell’intervista è stata pubblicata il 9 febbraio.

L’altro grande campo che in genere si mescola con il delirio è il disturbo delle percezioni…

Cantelmi: Sì, e queste percezioni possono essere di vario tipo: abbiamo le illusioni, le allucinazioni, le paraedolie e le pseudo-allucinazioni. Le illusioni, che sono degli errori compatibili con lo stato emotivo del soggetto, appartengono all’umanità del nostro essere, non danno luogo a patologie. Sono le allucinazioni che danno luogo a patologie. Nelle paraedolie vedo una macchia sul muro e mi sembra un animale, sono pseudo-allucinazioni. Molti non riferiscono di sentire delle voci, lo capisci perché mentre gli parli sembra che stiano ascoltando qualcos’altro. Magari la voce gli sta dicendo: “ti puoi fidare” oppure “non ti fidare”.

Qui siamo in presenza di una falsa percezione sensoriale non associata a stimoli esterni. Può anche esserci una interpretazione delirante dell’esperienza allucinatoria. Alcune allucinazioni che accompagnano l’addormentamento si chiamano ipnagogiche e si trovano anche in quadri normali. Possiamo avere forme di allucinazione quando ci addormentiamo o quando ci svegliamo, ma non sono patologiche. Le allucinazioni possono anche essere di comando: le più frequenti sono quelle uditive; quelle visive sono soprattutto negli stati di eccitazione maniacale in cui il soggetto vede e interagisce con delle divinità; quelle olfattive, le più frequenti, sono legate ad allucinazioni relative all’odore zolfo quelle tattili sono molto interessanti e molto diffuse c’è la sensazione che qualcuno o qualcosa, qualche insetto, qualche realtà o qualche entità abbia a che fare con me. Specialmente se c’è una struttura isterica di personalità la cosa più frequente è la percezione di rapporti sessuali.

La schizofrenia è una patologia immensa. E’ il grande enigma della psichiatria. Sulla schizofrenia abbiamo tantissime conoscenze ma non abbiamo né conoscenze risolutive né interventi farmacologici o terapeutici risolutivi. Esiste un alto numero di pazienti schizofrenici con le forme più strane, più bizzarre, più clamorose, più nascoste. L’antica isteria è stata scomposta dall’attuale nosografia in più gruppi sintomatici:i disturbi somatoformi, il disturbo istrionico di personalità, e la fuga psicogena.

Attualmente, assistiamo a una trasformazione dei disturbi dell’ansia in disturbi somatoformi, cioè in sintomi fisici di ogni tipo che non rientrano in patologie mediche ma che hanno un’origine psicologica. Un esempio è la cecità isterica, quando un soggetto che non vede più (e riacquista la vista la notte di Pasqua) come capitò ad una mia paziente isterica. E’ un caso specifico che ho seguito io personalmente. Poi un’altra parte di isteria lo abbiamo chiamato disturbo istrionico di personalità, che riguarda persone particolarmente suggestionabili, bisognose di attenzioni e molto dipendenti. Altri disturbi isterici li abbiamo convertiti in disturbi come la fuga psicogena: il soggetto improvvisamente scappa di casa e non ricorda più nulla, ha un’amnesia di quello che ha fatto; oppure il soggetto dimentica tutto quello che gli è successo senza un evento traumatico.

Poi abbiamo i disturbi della personalità. Gran parte di essi contaminano molte delle persone che vengono a chiedere aiuto. Tutte le forme dissociative, i disturbi del controllo degli impulsi. La nostra società che è estremamente efficiente, iper-controllata, assiste all’incremento del disturbo del controllo degli impulsi. Il soggetto perde il controllo di se stesso, improvvisamente, in contesti impropri. Diventa aggressivo e sfascia tutto o non riesce a reggere la tensione e urla. In genere riguarda l’area dell’aggressività, le forme di trans-dissociativa. Si tratta di soggetti che vanno incontro a forme di sospensione della coscienza su base dissociativa. Lo abbiamo per esempio in chi utilizza molto il computer.

Un quadro su cui spesso i genitori richiedono lumi è un quadro di un bambino incontenibile che non sta mai fermo, disattento, che non controlla gli impulsi, questo è il quadro della ADHD, disturbo da deficit dell’attenzione e da iperattività, un quadro di un bambino vivace che sembrerebbe esser preda di uno spirito che gli fa fare mille cose. I genitori non riescono a contenerlo, a gestirlo. Il bambino in realtà ha un deficit dell’attenzione, è talmente veloce che non riesce a tenere l’attenzione per un secondo su quello che sto dicendo. Se entra in un supermercato mette a soqquadro il supermercato intero perché è stato attratto da tutto con una velocità straordinaria.

Alcuni con l’ADHD – che non si associa a ritardo mentale – sono diventati dei veri e propri geni: Mozart ad esempio ne soffriva. La società attuale assiste a un incremento del numero di bambini iperattivi, incontrollabili come se fossero animati da una molla che improvvisamente scatta. Inoltre, mentre prima eravamo impressionati dall’abuso che un adulto fa a un bambino oggi siamo impressionati dagli abusi che i bambini compiono su altri bambini, un fenomeno estremamente significativo.

Su cosa poggia questa fragilità dell’uomo d’oggi?

Cantelmi: Esistono delle radici, che uno psichiatra nota e che sono alla base di questa nuova fragilità dei nostri tempi legata soprattutto alla crisi delle relazioni interpersonali. Il terzo millennio è caratterizzato da una relazione tecno-mediata. Oggi nulla è più complesso, più difficile che intessere una relazione interpersonale stabile e duratura. Si teorizza per esempio la polifedeltà, cioè l’impossibilità di essere fedeli ad una sola persona.

“Be happy”, un sito di psichiatria cosmetica, si rivolge alle donne e afferma che l’idea romantica di un uomo per tutta la vita è un’idea oggi impossibile; se siete romantiche potete essere allora polifedeli, fedeli a più uomini. Quindi fedele a tuo marito in quanto madre, fedele al tuo capo in quanto donna in carriera, fedele al tuo giovane amante più giovane di te in quanto donna trasgressiva. Non solo è impossibile che tu nella pienezza di te stesso possa darti a un’altra persona ma è anche impossibile che tu possa darti a un’altra persona per tempi lunghi. Si teorizza così la monogamia intermittente: fedele sì ma per poco tempo. La polifedeltà e la monogamia intermittente sono solo due esempi di come oggi si considera fragile la dimensione affettiva.

Le radici di questa crisi si rintracciano nella ricerca esasperata di emozioni: io sto bene con te perché provo emozioni intense; io non provo nulla per te e per questo cerco nuove emozioni. La relazione interpersonale diventa quindi qualcosa di immediato, non ha passato né futuro. Questo spiega la ricerca di comportamenti compulsivi, di dipendenze comportamentali, l’uso della cocaina…

C’è in rete un filmato che mette insieme tutte queste cose: la ricerca esasperata di emozioni attraverso la cocaina, attraverso la trasgressione, l’impossibilità di entrare in relazione con l’altro, la solitudine l’ambiguità e il narcisismo. Questo filmato non commerciale dice esattamente, seppure in modo estremo, dove stiamo andando. E’ stato messo in rete da Marylin Manson con una serie di piccoli segnali satanici, trasgressivi a suo modo. C’è un uomo solo, disperato, che cerca dei contatti, quest’uomo si è tagliato il cuore (il cutting è un segno satanico), è un uomo ambiguo, né maschio né femmina, androgino; ha dissacrato la Bibbia sniffandoci sopra la cocaina. Grazie a questo po’ di cocaina entra in una relazione sessuale di tipo impersonale, dove non ci sono più le persone ma soltanto dei pezzi di carne. Quello che appare è un mondo fatto di tutto, dove l’altro è un’occasione masturbatoria; è l’uomo che si sta chiudendo ancora più in se stesso e finisce morendo in una forma di suicidio.

L’altra radice è l’ambiguità, la rinuncia al ruolo. Il tema dell’ambiguità è un tema che fa saltare in aria il tema della responsabilità, del ruolo della coppia. Oggi tutto è fluido, non c’è maschile o femminile. Infine, l’altra grande radice è lo sviluppo del narcisismo. Dunque l’uomo di oggi è sofferente, in crisi per la sua incapacità di relazione con l’altro, e si avvia verso un mondo fatto di tristezze, di depressione, di compulsioni e di disturbi della personalità. La tecnologia promette la salvezza – facendo capire che tutti questi problemi si possono risolvere, rinunciando alla relazione face to face e proponendogli un mondo virtuale, ricco di emozioni, di narcisismo, di ambiguità e di mascheramento.

Tra patologia psichiatrica e satanismo culturale (parte I)

Intervista al Presidente dell’Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici

di Mirko Testa

ROMA, lunedì, 9 febbraio 2009 (ZENIT).- Al giorno d’oggi, tra le diverse forme di devianza giovanile, quello a cui si assiste è il dilagare dell’ancora più preoccupante fenomeno del satanismo culturale, complici la facile reperibilità di contenuti esoterici in Internet e la mancanza di valori forti in famiglia.

Ne è convinto il dott. Tonino Cantelmi, psichiatra e Presidente dell’Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici (www.aippc.net), coautore con la psicoterapeuta Cristina Cacace de “Il libro nero del satanismo” (Ed. San Paolo), che parla di una vera e propria invasione dei richiami alla cultura satanica attraverso i libri, le riviste, ma soprattutto la blogosfera e il cinema.

Cantelmi mette in guardia in particolare sui nuovi drammatici scenari che attendono l’uomo del prossimo decennio e che non saranno più paradisi oppiacei o cocainici ma paradisi telematici: Second Life, le chat, Internet, facebook proiettano infatti uno scenario da umanità depressa, più compulsiva.

In questa intervista a ZENIT, Cantelmi esplora il confine tra possessioni demoniache e psicopatologie.

La nostra società ipertecnologica è veramente così affascinata dal satanismo?

Cantelmi: La questione vera è: abbiamo a che fare con crudeli adulatori di satana o con fragili figli dei tempi moderni? Secondo i nostri calcoli, in Italia sono circa 5.000 le persone che hanno a che fare in maniera diretta con un tema satanista ma stiamo assistendo ad un satanismo culturale e allo sviluppo di un satanismo ateo dove satana è l’occasione per un ulteriore nascondimento, è una evoluzione.

Se fino all’altro giorno il satanismo si nascondeva  dietro le belle ombre delle città o nelle ville delle campagne, oggi in rete il satanismo ha pieno diritto di cittadinanza: è diventato un satanismo di consumo.

I nostri giovani sono affascinati da una serie di credenze, di sette, da religioni differenti rispetto a  quella di appartenenza.  Nel campione che è stato esaminato nel 76% dei casi i giovani sono interessati a magie, cartomanzia, ritualismo, iniziazione, esoterismo; mentre il contatto con materiale satanico è facilissimo nel 78% soprattutto attraverso la musica, la filmologia, i libri e Internet.

Rispondendo a domande più specifiche più della metà dei giovani si è detto incuriosito dal satanismo; un giovane su tre dichiara di esserne affascinato; il 10% ha detto che se satana gli assicurasse la felicità non avrebbe difficoltà ad aderirgli. Segno questo dell’infelicità e della sofferenza che c’è nel mondo d’oggi. Un frase molto diffusa in rete, in tutte le homepage di siti satanici, è una frase di John Milton tratta da “Paradise Lost”: “Meglio sovrani all’inferno che servi in paradiso”.

Veniamo all’argomento centrale: davvero si può parlare da un lato di fenomeni soprannaturali e dall’altro di patologie psichiatriche? Esiste una zona grigia di confine dove questi elementi si confondono?

Cantelmi: In uno studio condotto su una decina di persone, tra le quali – secondo gli esorcisti – erano sicuramente presenti dei fenomeni soprannaturali, sono emerse anche problematiche psichiatriche. Il compito si complica in modo straordinario se il problema consiste nel distinguere tra persone che soffrono di malattie psichiatriche e persone che vivono esperienze soprannaturali. Sarebbe tutto più semplice ma purtroppo la fragilità psichica è un modo di ingresso straordinario di sofferenze di diverso tipo.

Questo indica che psichiatri ed esorcisti devono collaborare. Molti psichiatri sono indifferenti, relegano il mondo dell’esorcismo ad un mondo della superstizione; la psichiatria e la psicologia sono scienze relativamente giovani che hanno dovuto combattere per definire i propri statuti epistemologici e che hanno molte aree di confine. Il solo stabilire cos’è normale e cos’è patologico richiede contributi dell’antropologia, della filosofia.

Freud, che per noi è come un preistorico, categorizza il fenomeno religioso all’interno delle problematicità nevrotiche; tende a non vederne consistenza, realtà; tende a vederne l’aspetto del vissuto nevrotico. Proprio di questi tempi sto denunciando la discriminazione che i pazienti credenti subiscono nelle psicoterapie perché i loro valori vengono spesso irrisi da molti terapeuti oppure il più delle volte ignorati.

Nel 1999 abbiamo fondato l’Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici con l’obiettivo di aiutare la psicologia e la psichiatria a dialogare con altre scienze, con l’antropologia e con la teologia, convinti che una psicologia onesta può trarre arricchimento dai diversi contributi.

Una cosa che va combattuta sono i sincretismi cioè gli psicosantoni, gli psichiatri, gli psicologi che benedicono, che pregano con i loro pazienti. Lo psichiatra deve fare lo psichiatra!

Credo, inoltre, che noi psichiatri non siamo in grado di spiegare tutta la realtà umana. Ho scoperto che gli esorcisti sono persone molto evolute. Riescono a individuare la sofferenza psichica e ad affidare con fiducia i pazienti alle cure dello psichiatra. Gli esorcisti sono assolutamente aperti al contributo degli psichiatri

Quale tipo di disturbi psichici può simulare la possessione demoniaca?

Cantelmi: Entrando nello specifico della psichiatria si spalancano davanti a noi due grandi ambiti: il delirio e le allucinazioni. Noi chiamiamo delirio il disturbo del pensiero mentre le allucinazioni sono un disturbo delle percezioni. Sono due aree psicopatologiche diverse dal punto di vista psichico: il pensiero è un  processo mentale che comporta la manipolazione di simboli; avviene attraverso la formazione di concetti, attraverso meccanismi di astrazione, di generalizzazione, attraverso un ragionamento, attraverso processi elaborati che utilizzano regole per arrivare a risultati corretti.

Gli psichiatri distinguono due grandi aree sintomatologiche per quanto riguarda i disturbi del pensiero: i disturbi del contenuto che riguardano le idee e investono tutta l’area del delirio, e i disturbi formali che riguardano il modo in cui queste idee vengono messe insieme.

Come si identifica un delirio? Innanzitutto, il delirio è immodificabile, non è sottoponibile a critica, è caratterizzato da un contenuto non coerente con la realtà. Ci sono deliri facilmente individuabili e deliri invece molto più consistenti e molto più difficilmente individuabili.

Il delirio può essere bizzarro, privo cioè di logica in sé e  per sé, o sistematico, e quindi presentare una logica interna. Il delirio può essere di vario tipo: di influenza, di riferimento, di persecuzione, di grandezza, di gelosia – il coniuge è un traditore  –, erotomanico – una persona importante è innamorata di me – , ipocondriaco, somatico – sento che il mio fegato è diventato di vetro –, mistico, di colpa, di rovina, nichilistico – il paziente ha la convinzione di essere morto -.

Il delirio è poi un sintomo che appartiene a più patologie, per esempio appartiene all’eccitamento maniacale e qui le cose si complicano perché il paziente in questo stato è un paziente intelligente, attivo, propositivo che magari ha un delirio di grandiosità  e che magari ha anche allucinazioni, vede delle cose, sente delle voci, si costruisce una realtà, l’articola e la spiega bene. Può essere convincente e molto difficile cogliere questi aspetti. In un delirio di influenzamento il soggetto sente che nella sua testa vengono inseriti dei pensieri, è convinto di essere telecomandato.

Gran parte dei deliri sono di persecuzione: il soggetto interpreta come contro di sé avvenimenti e fatti. Un’altra caratteristica è che questo contenuto viene sempre autoriferito: sono qui a parlare con voi, passa una macchina e suona il clacson, per me delirante è un segnale, conferma quello che sto pensando, cioè riferisco a me una serie di esperienze che sono casuali.

Alcuni deliri sono nascosti, c’è gente che delira e tiene dentro di sé il delirio. Oggi la società competitiva sviluppa più deliri di persecuzione, di minaccia, di aggressione ma il punto importante è che il delirio non è solo, si accompagna ai disturbi delle percezioni che in genere vanno a confermare il delirio. Per esempio nel delirio di veneficio (c’è qualcuno che mi sta avvelenando)  quando assaggio un certo cibo sento il sapore velenoso, ho un’allucinazione gustativa, ne sento l’odore. Ho avuto un paziente che ha demolito una parete perché aveva una allucinazione olfattiva, sentiva l’odore di zolfo ed era convinto che in quella parete ci fosse il demonio.

Le allucinazioni visive che possono essere campiche (vi sto guardando e vedo comparire accanto a voi la Madonna) o extra campiche (la vedo dietro, non la vedo, ma il mio cervello costruisce un’immagine, ha allucinazioni olfattive, gustative, visive, tattili).

I più frequenti  in assoluto sono i deliri uditivi, cioè quando sento delle voci che commentano il mio agire, che mi offendono, che mi aggrediscono, che non mi lasciano in pace, che mi comandano, voci teleologiche che mi danno il senso di quello che sto facendo, voci che interpretano gli altri, voci che indicano un comportamento. Allora, posso sentirmi perseguitato da una persona, sento che il suo sguardo mi sta dicendo molte cose, sento che è una voce maschile, è la voce di Dio.

Tra i disturbi del pensiero vi è anche l’insalata di parole, il parlare associando idee e concetti  per assonanza, senza neanche conoscerne il senso. Nella schizofrenia il soggetto inventa parole, neologismi, parla con un ritmo e sembra veramente un’altra lingua, pur non avendo alcuna attinenza con un’altra lingua.

I disturbi formali del pensiero possono anche essere positivi: il soggetto parla molto in modo circostanziato, poi avviene il fenomeno della fuga delle idee cioè si blocca perché le parole non riescono più a stare dietro al pensiero che va velocissimo. Oppure la tangenzialità, l’incapacità di fare associazioni di pensiero (il soggetto parte da un punto e non arriva mai a dire quello che deve dire). C’è poi la glossolalia cioè l’espressione di messaggi rivelatori, con parole incomprensibili tipico degli schizofrenici, quando il soggetto è convinto di avere un annuncio per l’umanità. Oppure l’ecolalia, ovvero l’impossibilità di parlare se non ripetendo ciò che gli altri dicono. Esiste anche un’eco dei gesti, un’eco motoria, quando le persone non fanno altro che ripetere i gesti che vedono fare.

Ci sono poi i disturbi negativi come il blocco delle idee: il soggetto risponde sempre nello stesso modo, ha  povertà nell’eloquio. Il clou del disturbi formali del pensiero è il disturbo ossessivo che è caratterizzato da pensieri, impulsi, immagini che io sento come estranei e provo a scacciare ma senza riuscirci e per farlo devo dare vita a dei riti, a delle compulsioni. Ho un paziente ossessivo che mentre recita le Lodi della mattina, comincia a pensare a una persona. Il pensiero ossessivo, che è un pensiero anche magico, gli si insinua e dice: “Quella persona oggi morirà”, “Sono responsabile della morte di quella persona”; “Se mi capita in questo Salmo, lo ripeterò nove volte”, pensa allora il mio paziente.

Molti ossessivi hanno spesso l’impulso a ridere in un funerale e a bestemmiare in una chiesa. Il realtà il paziente ossessivo non lo fa mai, non cede ma ne soffre e li combatte perché poi la sua vita è fatta di compulsioni che sono il versante comportamentale delle ossessioni. La vita di un ossessivo si trasformerà nel tempo in una vita terribile e dolorosa di compulsioni. Da sempre questo psichismo che già Freud definì “parassita” ha pervaso l’umanità e da sempre l’ossessività è stata ritenuta una follia lucida ma di grande sofferenza.

[Martedì 10 febbraio, la seconda parte: i disturbi delle percezioni e la fragilità dell’uomo contemporaneo]