Non so nemmeno dove iniziare le mie riflessioni, ( dichiaratamente prive di ogni riferimento politico, ma con l’obiettivo del bene comune) per i tanti rilievi e richiami da me compiuti, con tutta coscienza “un po’ dovunque”.

Ma non posso nascondere che sono molto amareggiato come moltissime famiglie e l’opinione pubblica per il comportamento inusuale delle Istituzioni Pubbliche constatato in occasione della ratifica della “Convenzione sui diritti delle persone con disabilità” adottata dall’ ONU da parte del Governo Berlusconi, approvandola in toto, compreso il Procollo Opzionale, il 20 febbraio 2009 nella legge n.18 del 3 marzo 2009 (provvedimento legislativo che per una certa parte è stato a danno del mondo cattolico, della disabilità, dell’etica !).

Siamo in perfetta sintonia con la Santa Sede che ha richiesto “precise riserve così da escludere ogni riferimento all’aborto, sia come diritto che come modalità e metodo della salute riproduttiva”.

La Dichiarazione Vaticana del 13 dicembre 2006 ha chiaramente espresso l’utilità del “Documento”, ribadendo, però, la posizione della Chiesa sui concetti della salute sessuale e riproduttiva, ( art.23 e 25 ) ponendo in risalto la dimensione umana del concetto “persona” e lavorando “alacremente per farne un testo efficace e sottoscrivibile” e “con criteri diversi, comprensivi dell’eccesso all’aborto”. (Cardinale Lozano Barragan Presidente Pontificio  Consiglio Operatori Sanitari per la Pastorale della Salute).

Aborto onde prevenire complicazioni future e frenare la diffusione di handicap genetici ed eliminare figli imperfetti, eutanasia per eliminare la vita senza senso, con negazione della vita nascente, con “eliminazione” di anziani non autosufficienti o malati terminali !

Nella 15° e nell’attuale 16° Legislatura ho presentato ed ammesse diverse Petizioni al Senato della Repubblica e Camera dei Deputati, per richiamare sia il Governo che le Commissioni Legislative cui sono state assegnate, ad adottare quegli emendamenti e quelle norme sancite dall’art.47 e 48 della “Convenzione”.

Debbo sottolineare che le Petizioni sono espressioni della volontà dei cittadini che in tale maniera esercitano il principio della “sovranità popolare” (art.1 Costituzione) mediante la democrazia diretta (referendum, plebiscito, petizione) inoltrate affinché le Assemblee Legislative (Camera e Senato) hanno l’obbligo di una democratica attenzione, valutazione e risposta che nel contesto delle Petizioni da me proposte non è avvenuto !

Aggiungo che il diritto di Petizione spetta a quivis de populo, cioè ad ogni cittadino maggiorenne per essere un mezzo di collaborazione di tutto il popolo all’opera legislativa esplicata dal Parlamento, perché permette a chiunque di segnalare le necessitò, le aspirazioni, le esigenze popolari di carattere generale.

Ritornando alla ratifica della “Convenzione”, nell’opinione pubblica vi è stato un certo smarrimento, che anch’io ho provato nell’apprendere che il Governo nel 2008  ha varato quel disegno di legge per avviare l’iter di ratifica, da me lungamente auspicato e sollecitato della “Convenzione” adottata dall’ONU in difesa dei diritti dell’uomo, chiaramente espressa dalla “Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo” del 1948, tappa fondamentale per la difesa di due diritti : la famiglia e la vita.

Col Disegno di legge n.1279 di autorizzazione alla ratifica della “Convenzione il Governo Berlusconi ha inteso presentare il 16 dicembre 2008 al Senato della Repubblica in sede referente ( che è stato approvato), ripresentandolo col n.2121 il 20 febbraio 2009 ed approvato dall’Aula di Montecitorio, ci induce ad un modesto, ma deciso commento e tale verso quanti lasciano “marcire” la sofferenza fisica con il perdurare delle barriere sociali, sopratutto quella psicologica che affonda le radici nei drammi delle famiglie colpite dalle conseguenze della  malattia mentale.

Turbamento per la ratifica della “Convenzione”, perché non è condivisibile il voler accomunare, come “imposto” dal “Documento”, la persona con minorazioni fisiche al malato mentale,( art.1) perché per il primo sussistono possibilità d’inserimento sociale e lavorativo, per il secondo si possono produrre cure specifiche, ma non tempi di recupero, né di proposizioni lavorativi ( art.27) che richiedono coesione di intelletto e responsabilità, ignorando che la disabilità è un concetto in evoluzione( lettera e) del Preambolo).

Quella evidente “inferiorità psichica” può portare a gravi conseguenze per la famiglia e per la società se non si danno misure sanitarie-etico-sociali-legislative specifiche per ridurre, citiamo alcuni riferimenti, “i rischi dell’esclusione sociale senza discriminazione come anela giustamente la “Convenzione” stessa agli artt. 3, 5, “riconoscendo la disabilità un concetto in evoluzione” nel Preambolo lettera e) “riconoscendo inoltre la diversità” nel Preambolo lettera i), “ nel rispetto per la differenza” nell’art.3 lettera d).

Quasi giornalmente constatiamo folli episodi di lucide follie, causati da menti instabili e la nostra cultura deve dare una civile e, soprattutto, cristiana solidarietà, una chiara risposta ed un impegno sollecito, per “suggerire”alle Istituzioni ad adeguare strutture e servizi volti alla prevenzione, cura, eventuale reinserimento sociale ed affettivo per questi “ultimi fra gli ultimi” e per garantire la sicurezza di noi cittadini ( malgrado che il “peso” di questa “patata bollente” é svolto da Opere Cattoliche tipo don Orione, don Guanella,  Comunità S.Egidio ) .

Insieme a queste nostre “riflessioni” avvertiamo preoccupazione delle famiglie in cui insiste un malato psichico per le prospettive future, ma ci conforta i tanti “segnali” di attenzione, di solidarietà ed adesione al n/s agire nell’aiutare le persone fragili e vulnerabili, come questi “ultimi fra gli ultimi”.

Vogliamo ancora una volta sollecitare le Istituzioni affinché prendano quei provvedimenti legislativi che da lungo tempo auspichiamo e che sono attesi dalla pubblica opinione e che noi abbiamo condensato in due Petizione, rivolte al Legislatore :

1.) col n. 5 e n. 6 alla 12° Commissione Igiene e Sanità ed alla III° Commissione Affari Esteri del Senato della Repubblica

2.) col n. 9 alla 12° Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati.

Ma ci pare una priorità assoluta, come quella di questo grave ed urgente disagio sociale, perché la inadeguatezza della normativa 180 e 833 ( quelle leggi che hanno “ordinato” la chiusura dei manicomi senza approntare strutture adeguate), dovrebbero essere sostituite da norme migliorative come recita l’art.4 della “Convenzione” e recepite con la massima attenzione con una regola giuridica chiara e risolutiva.

La richiesta si ricollega alla Costituzione Italiana nel principio di “eguaglianza”e di “pari dignità sociale”(art.3 ); per la “tutela della salute” nel “rispetto della persona umana (art.32); per “la esistenza libera e dignitosa” (art.36 ); per la “dignità umana” (art.41). Inoltre, a n/s modesto avviso, in contrasto con l’art.10 della “Convenzione” dove “viene garantito il diritto inalienabile alla vita”, e con l’art.15 “dove nessuno dovrà essere sottoposto a esperimenti medici o scientifici” e l’art.16 dove si deve proteggere “ogni forma di sfruttamento, violenza ed abuso”.

Vedere il dossier che si può leggere nel n/s sito internet, legato ai diritti umani.

Con la ratifica il Governo Berlusconi ha approvato, ripeto forse inconsapevolmente e fuorviato da cattivi consiglieri, ma implicitamente, l’aborto, l’eutanasia e le metodologie sulla riproduzione e pianificazione familiare introdotte dall’ art. 25 della “Convenzione”, mentre doveva esprimere un divieto inadeguato,( come “suggerito dalla S.Sede ed “atteso” dal mondo civile) che umilia la dignità della persona, per “l’imposizione” dell’aborto e dell’eutanasia, argomentazioni che ho esposto molto chiaramente nelle Petizioni e che ho difeso con i Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati e la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Che il Signore ci illumini e ci benedica.

Previte

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