Anno sacerdotale • Il tema: «Fedeltà di Cristo fedeltà del sacerdote» • Così le diocesi italiane aderiscono all’iniziativa Al via domani, nella solennità del Sacro Cuore di Gesù, il «giubileo» voluto da Benedetto XVI • Dodici mesi per riscoprire l’identità, il ruolo, la bellezza del presbiterato • Nella «luce» del santo Curato d’Ars, la cui reliquia sarà domani nella Basilica vaticana per la cerimonia d’apertura
di Salvatore Mazza
Tratto da Avvenire del 18 giugno 2009
Il Signore vuole che i sacerdoti siano «santi». Cioè «tutti ‘suoi’». Ministri «non preoccupati di costruirci una carriera umanamente interessante o comoda, non alla ricerca del plauso e del successo della gente», ma, al contrario, «interamente dediti al bene delle anime, disposti a compiere fino in fondo il nostro dovere». Consapevoli, pienamente, «di essere ‘servi inutili’, lieti di poter offrire il nostro povero apporto alla diffusione del Vangelo».
È lo stesso Benedetto XVI, con queste parole tratte dal discorso rivolto lo scorso 23 maggio agli studenti della Pontificia Accademia ecclesiastica – i futuri diplomatici della Santa Sede – a spiegare il sen- so dell’autentica vocazione sacerdotale. E, in qualche modo, a dare il senso al perché dell’Anno Sacerdotale proclamato il 16 marzo, che egli stesso aprirà domani con la celebrazione dei Vespri in San Pietro, nella solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù e Giornata della santificazione sacerdotale.
Dodici mesi ispirati al tema «Fedeltà di Cristo, fedeltà del sacerdote», dedicati all’approfondimento del ministero, della figura e della missione del prete, che Papa Ratzinger non per caso ha convocato nel 150° anniversario della morte del santo Curato d’Ars, Giovanni Maria Vianney, la cui reliquia sarà portata domani nella Basilica vaticana dal vescovo di Belley-Ars Guy Bagnard e che nel corso di quest’anno, che si chiuderà il 19 giugno del 2010 con un Incontro internazionale del clero, sarà proclamato patrono di tutti i sacerdoti del mondo.
Secondo quanto anticipato dal comunicato d’indizione dell’Anno sacerdotale, in questa occasione verrà pubblicato il Direttorio per i confessori e direttori spirituali, insieme a «una raccolta di testi del Sommo Pontefice sui temi essenziali della vita e della missione sacerdotale nell’epoca attuale». Non c’è un programma definito a livello centrale, ma «la Congregazione per il clero – ha reso noto lo stesso comunicato – d’intesa con gli Ordinari diocesani e i superiori degli Istituti religiosi, si preoccuperà di promuovere e coordinare le varie iniziative spirituali e pastorali che saranno poste in essere per far percepire sempre più l’importanza del ruolo e della missione del sacerdote nella Chiesa e nella società contemporanea, come pure la necessità di potenziare la formazione permanente dei sacerdoti legandola a quella dei seminaristi». Quanto Ratzinger tenga a questa «nuova iniziativa spirituale, che seguirà l’Anno Paolino ormai avviato verso la sua conclusione» l’ha dichiarato lui stesso, affidandolo, all’Angelus di domenica scorsa, alle preghiere dei fedeli perché «questo nuovo anno giubilare possa costituire un’occasione propizia per approfondire il valore e l’importanza della missione sacerdotale e per domandare al Signore di far dono alla sua Chiesa di numerosi e santi sacerdoti».
Il tema del senso della ordinazione sacerdotale il Pontefice l’aveva affrontato il 9 aprile, nell’omelia della Messa del Crisma, confidando come «alla vigilia della mia ordinazione sacerdotale, 58 anni fa, ho aperto la Sacra Scrittura, perché volevo ricevere ancora una parola del Signore per quel giorno e per il mio futuro cammino da sacerdote». «Il mio sguardo – ha ricordato il Papa – cadde su questo brano: Consacrali nella verità; la tua parola è verità.
Allora seppi: il Signore sta parlando di me, e sta parlando a me. Precisamente la stessa cosa avverrà domani in me. In ultima analisi non veniamo consacrati mediante riti, anche se c’è bisogno di riti. Il lavacro, in cui il Signore ci immerge, è Lui stesso – la Verità in persona. Ordinazione sacerdotale significa: essere immersi in Lui, nella Verità. Appartengo in un modo nuovo a Lui e così agli altri, ‘affinché venga il suo Regno’».