Tratto da Avvenire del 17 luglio 2009
Avrà «compiti consultivi» la neonata Commissione di studio sulle problematiche degli embrioni in sovrannumro, non utilizzati per trattamenti di fecondazione assistita e con-servati nei centri specializzati.
«Gli esperti lavoreranno fino a Natale, per arrivare a fornire un primo quadro della situazione». Tiene a precisarlo il sottosegretario al Welfare, Eugenia Roc-cella, a margine dell’insediamento ieri a Roma del gruppo di 11 addetti ai lavori, fra giuristi, scienziati e bioeticisti, presieduti dall’ordinario di Filosofia del diritto dell’ateneo romano di Tor Vergata, Francesco D’Agostino.
«Non è questa la Commissione che lavorerà sulle linee guida della legge 40 e sui requisiti minimi dei centri di Pma» dice la Roccella. In questo caso, infatti, gli esperti si occuperanno dei problemi legati, ad esempio, alla dichiarazione dello stato di abbandono e alla contemporanea revocabilità del consenso da parte dei genitori, che è sempre possibile e può creare complicazioni. È capitato, infatti, che alcuni genitori ci abbiano ripensato, dopo aver dato l’assenso alla dichiarazione di stato di abbandono. E allora chiede il sottosegretario – che succede?». Non solo. «Negli Stati Uniti è sorto il problema della chiusura di centri privati, che a quel punto si ritrovano nei guai», non sapendo a chi lasciare gli embrioni.