da www.avvenire.it

Il suo nome è Saba Waris, è una 13enne cristiana di Jameelabad. Da oltre cinque mesi non si hanno più notizie. La ragazzina è stata rapita, convertita all’islam con la forza e costretta a sposare Syed Munawar Hussain, un musulmano di 32 anni. Lo riferisce l’agenzia AsiaNews alla quale si è ora rivolta Naseem, Bibi, la madre della piccola chiedendo «ogni aiuto possibile. Voglio mia figlia indietro e voglio giustizia». Finora la donna si è rivolta alla polizia, ma senza successo.
Passati i quattro giorni, la madre e la sorella dell’uomo tornano da Naseem Bibi e le dicono che Munawar ha sposato Saba e che lei si è convertita all’islam. «Non andare dalla polizia o in tribunale – la minacciano – o sarai responsabile di gravi conseguenze. Ora è una musulmana: smettila di pensare a lei, dimenticala». In seguito, la donna cristiana riceve un certificato di matrimonio, firmato anche dalla figlia.
È troppo: con la sua famiglia, il 28 giugno Naseem va dalla polizia e registra un Fir (First Information Report) contro Syed Munawar Hussain, in base all’articolo 365B (sequestro di una donna per matrimonio forzato) del Codice penale. Ad assisterla nella sua battaglia legale c’è la Human Rights Focus Pakistan (Hrfp), che fornisce le prove del sequestro e della conversione forzata della piccola alla corte di Sargodha. Il 17 ottobre, il tribunale emette un mandato d’arresto per Syed Munawar Hussain: da allora, gli agenti non sono ancora riusciti a rintracciare l’uomo.
Secondo Naseem Bibi, il musulmano ha rapito sua figlia per vendetta: «Mio figlio Moon Waris lavorava con lui, ma non veniva pagato. Gli ho detto di non andare più con Hussain, e questi per farmela pagare ha preso la mia bambina».
«Le conversioni forzate all’islam – spiega ad AsiaNews Shazia George, attivista cristiana – sono diventate una pratica comune in Pakistan. Il motivo principale di questo incremento è la presenza di un sistema legale e giudiziario che non dà sostegno alle minoranze».