Si profila il rinvio in Commissione per un testo confezionato troppo in fretta Santolini (Udc): ricorso avventato a parole prive di una definizione condivisa • Santelli (Pdl): c’è da chiarire sull’orientamento
di Pier Luigi Fornari
Tratto da Avvenire del 13 ottobre 2009
Possibile rinvio in commissione Giustizia della proposta di legge che introduce un’aggravante per reati commessi per finalità di discriminazione dell’orientamento sessuale, di cui l’aula di Montecitorio ha concluso ieri la discussione generale. Il provvedimento è stato varato la scorsa settimana dalla commissione Giustizia con voto a favore del Pd, contrario dell’Udc, astensione di Lega e Pdl. Oggi potrebbe essere presa in merito la decisione di ritornare in commissione, evitando anche una votazione sulla pregiudiziale di costituzionalità annunciata dall’Udc. Infatti il ministro delle Pari opportunità, Mara Carfagna, intervenendo a conclusione della discussione, ha sostenuto che sarebbe opportuno rivedere il testo in materia di aggravanti per reati con finalità di discriminazione recependo quanto contenuto nell’articolo 19 dal Trattato Ue di Lisbona, quanto non ancora previsto dal nostro ordinamento. La Carfagna ha invocato anche una riflessione per la tutela dei transessuali.
In precedenza Jole Santelli (Pdl), ribadendo piena condivisione della finalità della legge, aveva richiamato la necessità di una definizione dell’’orientamento sessuale’ segnalata nel parere della commissione Affari costituzionali, chiedendosi se un pedofilo picchiato «dopo che ha scontato la sua pena» rientri nell’aggravante. Un’ulteriore perplessità, dell’ex sottosegretario alla Giustizia, sul termine «finalità».
Di orientamenti sessuali, ha replicato Paola Concia (Pd) ce ne sono solamente due: quello omosessuale e quello eterosessuale. Le altre cose, ha aggiunto «creano confusione» e sono anche «offensive per la dignità umana», quindi devono stare fuori dal dibattito. Non d’accordo con la richiesta di definizione di ‘orientamento sessuale’ avanzata dagli Affari costituzionali, la capogruppo Pd in Commissione Giustizia, Donatella Ferranti, convinta che «quella nozione ha un significato u- nivoco, che si ricava dalle fonti di diritto internazionale» e sarebbe già presente nel nostro tessuto normativo. «L’omofobia – ha detto per l’Udc Roberto Rao – si combatte potenziando il controllo del territorio, educando al rispetto, dando risorse alle forze dell’ordine e non aggiungendo altre categorie di reato. Così facendo si finirà per discriminare indirettamente chi non vi rientra come le persone anziane, anche loro soggetti deboli, spesso vittime di violenze».
Sempre nell’Udc Luisa Santolini, ha ribadito la ferma condanna «di ogni violenza e in particolare di quelle provocate da sentimenti discriminatori», chiedendo il potenziamento della prevenzione e della repressione. L’ex presidente del Forum delle famiglie, ha però aggiunto, che mettere in una normativa come quella in discussione «parole prive di una definizione chiara e anzi oggetto di un intenso dibattito culturale e filosofico prima ancora che giuridico, non costituirebbe un buon servizio». Il rischio è anche quello di violazioni dell’articolo 3 della Costituzione, andando a creare di fatto delle differenze di fronte alla legge. Per questo la pregiudiziale avanzata dall’Udc.