Documento del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace

CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 15 marzo 2009 (ZENIT.org).- “L’acqua è un bene che deve servire allo sviluppo di tutta la persona e di ciascuna persona”, ha scritto il Cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, in un documento del dicastero intitolato “Acqua, un elemento essenziale per la vita”.

La nota, ricorda “L’Osservatore Romano”, è stata preparata come contributo della Santa Sede al V Forum mondiale sull’acqua, in programma a Istanbul (Turchia) dal 16 al 22 marzo.

Si tratta del secondo aggiornamento del documento, diffuso per la prima volta nella terza edizione del Forum, nel 2003 a Kyoto, e poi riproposto nel 2006 a Città del Messico.

Il titolo, spiega il quotidiano vaticano, “riflette la posizione della Santa Sede sulla comprensione etica e religiosa dei molti e complessi problemi legati alla questione dell’accesso all’acqua”.

Dopo aver esposto i principi morali fondamentali relativi alla questione, la nota “presenta un’antologia dei principali interventi fatti per favorire una più profonda comprensione dell’urgenza di garantire a tutti l’accesso all’acqua pulita e a una sanità sicura”.

In particolare, il Pontificio Consiglio “concentra l’attenzione sul riconoscimento della disponibilità e dell’accesso all’acqua come diritto umano e sull’importanza di andare oltre gli obiettivi di sviluppo già raggiunti e di garantire a tutti acqua potabile e condizioni igieniche e sanitarie sicure”.

Nel documento, la Santa Sede esorta a sforzarsi per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, che mirano a migliorare la qualità di vita di tutte le persone del mondo, specialmente di quante vivono in povertà e sono più vulnerabili di fronte alle crisi.

La vulnerabilità, dichiara il dicastero, deriva da varie cause, tra cui analfabetismo, siccità e nutrizione inadeguata. In questo contesto, si ricorda il ruolo centrale dell’acqua in ogni aspetto della vita, negli ambienti nazionali, nelle loro economie, nella sicurezza alimentare, nella produzione, nelle politiche, sottolineando come solo recentemente sia stata posta al centro di una riflessione globale l’inadeguatezza della disponibilità e dell’accesso all’acqua.

Quasi un quarto degli abitanti del pianeta, ovvero un miliardo e mezzo di persone, non ha una disponibilità sufficiente di acqua potabile, ricorda il Pontificio Consiglio. Oltre la metà degli esseri umani, tre miliardi di persone, vive in case sprovviste di sistema fognario. Quasi cinque milioni di persone muoiono ogni anno per malattie associate al consumo di acqua non pulita o per carenze idriche.

Di fronte a questo drammatico panorama, la Santa Sede esorta a considerare il diritto all’acqua e quello a una sanità sicura non due diritti collegati, ma un unico diritto.

“Una delle ragioni è semplicemente che entrambi sono essenziali per la salute ed entrambi hanno un drammatico impatto sullo sviluppo”, spiega il documento.

Allo stesso modo, si chiede un chiaro riferimento all’acqua nei documenti fondanti dei diritti dell’uomo, anche se essa è implicitamente inclusa tra i diritti umani riconosciuti essendo non solo un diritto, ma anche una necessità fondamentale per la salute e la vita.