Appelli dei vescovi e della comunità cattolica per la Giornata mondiale
Tratto da L’Osservatore Romano del 23 marzo 2011

Nairobi, 22. Si celebra oggi la Giornata mondiale dell’acqua istituita dalle Nazioni Unite nel 1992  e nata per sensibilizzare alla promozione di un uso consapevole della risorsa maggiore e più importante per gli esseri umani, ancora oggi inaccessibile nel mondo a ben 884 milioni di persone. Ogni 17 secondi un bambino muore per problemi e malattie connesse alla sua mancanza e l’acqua è un bene così prezioso che la finanza lo chiama “oro blu” in quanto in grado di determinare crisi, conflitti e spaccature nei contesti sociali e politici.

Purtroppo, numerose e vaste aree del mondo patiscono il flagello della siccità. Specialmente in Africa la situazione si presenta particolarmente grave. “Emergency Response Fund for Kenya 2011 Drought Appeal” è il titolo dell’appello recentemente firmato dall’arcivescovo di Nairobi, il cardinale John Njue, a nome dei vescovi del Kenya, a favore dei circa 2. 1 milioni di abitanti di alcune delle diocesi cattoliche del Paese che sono state gravemente colpite dalla siccità. La situazione attuale – spiegano i vescovi – ha generato una conseguente carenza di prodotti alimentari, aumento dei prezzi, mancanza di acqua, di raccolti, migrazioni e conflitti, malnutrizione, assenza dei bambini dalle scuole, fame e morte. “Siamo tutti profondamente preoccupati a causa di questa crisi e delle sofferenze che stanno vivendo molti kenyoti. In questa situazione milioni di persone vulnerabili rischiano di perdere i propri mezzi di sussistenza”. I presuli invitano a unirsi in una grande iniziativa solidale di raccolta di generi alimentari e finanziamenti attraverso parrocchie, diocesi e altre strutture della Chiesa. Secondo il comunicato, le aree più gravemente colpite includono i pascoli al nord, nordest e quelli del sud (Maasai) come pure le famiglie dedite all’agricoltura che vivono nelle zone costiere e nel sud-est del Paese.

In occasione della Giornata, anche le Pontificie opere missionarie (Pom) australiane, hanno diffuso un messaggio dal titolo “Preservare l’acqua della vita”, nel quale si sottolinea che ancora oggi milioni di donne e di bambini camminano ogni giorno per ore per raccogliere e portare acqua alle loro famiglie. Circa due milioni di persone percorrono fino a un chilometro di distanza per avere un po’ d’acqua che non sempre è potabile e causa malattie serie come il colera e la dissenteria. Il direttore nazionale delle Pom australiane, Martin Teulan, scrive: “Le richieste di progetti idrici sono molto frequenti, e variano a seconda delle circostanze, anche se hanno come elemento comune quello di contribuire a sostenere e migliorare le condizioni di vita”. Tra queste richieste, per esempio – viene ricordato – in Papua Nuova Guinea ci sarebbero da sostituire i serbatori d’acqua nelle scuole; creare un impianto idraulico per la cucina in un seminario in Timor Est, comprare una pompa idraulica in Myanmar, o scavare un pozzo in Etiopia. Le Pom offrono anche altri tipi di sovvenzioni come quelli per la fornitura di medicinali alle cliniche che prestano soccorso alle persone affette da malattie causate dall’acqua inquinata. “La siccità continua a colpire – conclude – molti Paesi. Persiste nell’Australia occidentale, e in Vietnam, Cina, Africa e America Latina”.

L’acqua diventa anche veicolo di educazione e possibilità di crescita per oltre 400 bambini in Messico. Lo dimostra il nuovo progetto “Nutrire la persona, alimentare la speranza”, che l’Associazione volontari per il servizio internazionale (Avsi) sta portando avanti in collaborazione con Humana Italia. Il gruppo si è impegnato a devolvere 10 centesimi di euro per ogni bottiglia di acqua venduta, in modo da sostenere il nuovo centro educativo “Maria De Guadalupe” di Monte Álban, nello Stato di Oaxaca in Messico.

In una nota, il presidente del Coordinamento di iniziative popolari di solidarietà internazionale (Cipsi), Guido Barbera, sottolinea che “l’acqua è il bene comune più prezioso, un diritto di tutta l’umanità e non può essere ridotta a merce”.