Domenica 22 Novembre 2009

L’UNIVERSALE REGALITÀ DI CRISTO (Festa di Cristo Re)Con la solennità di Cristo Re si chiude l’anno liturgico, che, dopo aver celebrato tutti i misteri della vita del Signore, ci presenta Cristo glorioso, re di tutta la creazione e delle nostre anime. La fede cristiana è una grande luce di verità, nello stesso tempo è anche una fonte potente di energia per l’uomo. A noi cristiani spetta il compito di comprenderla, di conservarla nella sua intera purezza, nel suo dinamismo totale, quale dono di Dio, di svilupparla in noi per beneficiare di tutto il valore umano e soprannaturale ch’essa porta con sé. La festa di Cristo Re ci permette di capire meglio il senso di queste riflessioni. Nel nostro mondo moderno, nella visione della società contemporanea che cosa ci dona un ideale della Regalità Universale di Cristo ? Tutto ciò che è peccato, odio tra gli esseri umani, violenza e guerra, oppressione e cattiveria è l’opposto stesso di Cristo e del suo Vangelo di Carità, amore di Dio e degli uomini. Se dal piano collettivo …

…   e sociale, dei suoi disordini e del suo squilibrio, noi penetriamo nel campo personale dei cuori e delle coscienze, notiamo quante anime che sfuggono Dio, restringono a tal punto il suo posto nella loro esistenza ? Egli è praticamente o inesistente in queste vite senza spiritualità od a tal punto ridotto che conta poco nei loro pensieri, nei loro sentimenti, nelle loro attività. Gli stessi cristiani fedeli non sono, forse, obbligati, se vogliono essere leali di fronte a Dio, di riconoscere troppo frequentemente la loro mancanza di dipendenza e di appartenenza a Cristo ? Eppure è da Lui che ottengono tutta la loro vita spirituale, e quella sublime divinizzazione che fa di essi i figli adottivi di Dio. La fede pone in pieno risalto quello che l’esperienza non ha fatto scoprire in ragione della debolezza degli uomini, della loro ingratitudine, della loro mancanza di rettitudine nella sottomissione al loro Signore e Maestro. Noi collaboriamo all’estensione del regno di Cristo quando cerchiamo di rendere più umano e più cattolico il piccolo mondo che ci circonda, quello che frequentiamo ogni giorno. Il grande leader brasiliano Plinio Correa de Oliveira (1908-1995) in un discorso del 1950 all’Azione Cattolica di Santos ebbe giustamente a dire: “ Ciò che dobbiamo desiderare è una civiltà totalmente, assolutamente, minuziosamente cattolica, apostolica, romana”. Cristo Re, ecco la parola espressiva della realtà profonda delle cose. Tutto è stato fatto per il Verbo di Dio, questo Figlio uguale in tutto al Padre, questo Pensiero sostanziale e fecondo che ha dato vita a tutto l’universo. A questo titolo, il Figlio di Dio è il Re del Mondo anzi di tutto il cosmo . Ma a questa dipendenza ed a questa appartenenza delle creature di fronte a Lui, come di fronte al Padre, si aggiungono l’Incarnazione, la Redenzione. Nella sua carne e nella sua anima umana, Gesù ha riassunto e portato, per così dire, tutta la Creazione. Per la Redenzione portata da Lui al mondo, Egli è il principio della giustificazione degli uomini davanti a Dio, Egli è l’Autore della nostra salvezza e della nostra santità. Potenza, governo, fine ultimo del giudizio degli uomini e della gloria, la sua e la loro, nulla Gli sfugge : difatti tutto Gli è sottomesso. L’insubordinazione degli atei, degli indifferenti, dei pretesi indipendenti, dei cattivi cristiani è fattivo e temporaneo. La realtà è tutta un’altra, Cristo è l’Alfa e l’Omega, il Principio e la Fine. Al tuo giogo soave, Cristo Re, con fede ed amore, affidiamo il mondo, le nostre famiglie, le nostre anime e le nostre vite. CINQUANTESIMO ANNIVERSARIO DEL LIBRO “ RIVOLUZIONE E CONTRORIVOLUZIONE” Di don Marcello Stanzione Nell’anno 2008 ricorreva il centenario della nascita di quel grande pensatore cattolico che è stato il brasiliano Plinio Correa de Oliveira (1908-1995), fondatore dell’associazione cattolica Tradizione, Famiglia e Proprietà, (TFP), sarebbe opportuno che il suo libro “Rivoluzione e Controrivoluzione” stampato per la prima volta nel 1959 avesse la massima diffusione tra i cristiani perché in esso è delineata una lucidissima strategia vincente contro gli avversari del Cattolicesimo. Una speciale edizione del cinquantenario è stata recentemente edita da Sucarcoedizioni di Milano a cura di Giovanni Cantoni leader di Alleanza Cattolica. Il libro è considerato come il testo base di formazione socio-politica per i membri dell’associazione cattolica Milizia di san Michele Arcangelo. Per l’autore la rivoluzione ha la sua causa profonda in una esplosione di orgoglio e di sensualità che hanno ispirato una catena di sistemi ideologici dall’accettazione dei quali sono derivate le tre grandi perniciose rivoluzioni dell’Occidente: la pseudo–riforma protestante, la rivoluzione francese ed il comunismo. Scrive de Oliveira: “ L’orgoglio conduce all’odio verso ogni superiorità, e porta quindi all’affermazione che la disuguaglianza è in se stessa, su tutti i piani, anche e principalmente quello metafisico e religioso, un male”. Si tratta in questo caso dell’aspetto ugualitario della rivoluzione, seguito dall’aspetto liberale, determinato dalla sensualità, che “ di per se tende ad abbattere tutte le barriere. Non accetta freni e porta alla rivolta contro ogni autorità e ogni legge, sia divina che umana, ecclesiastica o civile”. Lo scopo della rivoluzione è sempre il sovvertimento dell’unico Ordine Divino costituito, cioè l’autorità divina sul creato. La rivoluzione non ha quindi un’unica forma, una sola manifestazione, ma cerca in tutti i modi compreso quello della mediazione e del sorriso di conseguire i propri obiettivi. Il de Oliveira riguardo alla strategia rivoluzionaria osserva: “ Queste tendenze disordinate, che per la propria natura lottano per realizzarsi, non conformandosi più ad un ordine di cose che è ad esse contrario, cominciano a modificare la mentalità, i modi di essere, le espressioni artistiche e i costumi, senza incidere subito in modo diretto – almeno abitualmente- sulle idee”. Quindi la rivoluzione arriva a modificare le idee. “ Così. Ispirate dalla sregolatezza delle tendenze profonde, spuntano dottrine nuove. Esse cercano talora, all’inizio, un modus vivendi con quelle antiche, e si esprimono in modo da mantenere con queste una parvenza di armonia, che normalmente non tarda a sfociare in lotta dichiarata”. Infine “Questa trasformazione delle idee si estende, a sua volta, al terreno dei fatti, da cui passa a operare, con mezzi cruenti o incruenti, la trasformazione delle istituzioni, delle leggi e dei costumi, tanto nella sfera religiosa quanto nella società temporale”. L’incedere rivoluzionario parte quindi da tendenze non ordinate al bene che si sviluppano come i vizi che crescono di intensità quanto più sono soddisfatte. Gli ingenui si lasciano spesso illudere da apparenti intervalli della rivoluzione, che procede di eccesso in eccesso. Spesso all’inizio la rivoluzione esplode in estremismi inaccettabili che suscitano reazioni contrarie. Il possibile temporaneo fallimento delle esagerazioni estremiste è solo apparente, perché in realtà inclina la moltitudine dei moderati e dei tiepidi verso sinistra… Per de Oliveira l’apparente divisione delle forze rivoluzionarie è un’illusione perché esse sono in profonda armonia negli elementi essenziali quando si tratta di combattere la Chiesa Cattolica, quintessenza della Contro-Rivoluzione. Nella seconda parte del libro il de Oliveira espone la natura della Contro-Rivoluzione e la tattica che bisogna adottare, evitando eccessi ed atteggiamenti impropri ed imprudenti. Il celebre canonista padre Gutierrez commentando il libro “ Rivoluzione e Controrivoluzione”, osservava: “ dinanzi a tali realtà, viene il dubbio se nella Chiesa vi sia una vera “ strategia”, come esiste nella Rivoluzione; è ben vero che ci sono molti elementi, azioni, istituzioni “tattiche”; sembra, tuttavia, che agiscano isolate e a volte con spirito di campanile e di contro-altare, senza la presa di coscienza dell’insieme. Il concetto e la coscienza di attuare una Contro-rivoluzione potrebbe unificare e persino dare un maggior senso di collaborazione nella Chiesa”.

don Marcello Stanzione da Pontifex