Sakineh, l’iraniana 43enne la cui condanna a morte per lapidazione ha innescato l’indignazione internazionale, potrebbe essere uccisa domani, mercoledì. Lo riferisce il Comitato Internazionale contro la Lapidazione. Secondo un comunicato dell’organizzazione sulla sua pagina web, le autorità iraniane hanno dato l’ordine che l’esecuzione avvenga nella prigione di Tabriz, dove Sakineh Mohammadi Ashtiani, sconta la condanna. Il Comitato Internazionale contro la Lapidazione aveva già reso noto, lo scorso 11 ottobre, che il figlio di Ashtiani era stato arrestato dalla polizia iraniana insieme all’avvocato di sua madre e a due giornalisti tedeschi che volevano intervistalo.

Intanto l”avvocato iraniano di due tedeschi arrestati il mese scorso in Iran mentre intervistavano il figlio e l’avvocato di Sakineh Mohammadi-Ashtiani, è stato anch’egli arrestato. Lo ha reso noto il procuratore generale, Gholamhossein Mohseni-Ejei, citato oggi dal quotidiano Tehran Times. Mohseni-Ejei, scrive il Tehran Times, ha affermato che il legale, di cui non si è appreso il nome, è accusato di avere “interagito con elementi controrivoluzionari con base all’estero”. Il procuratore generale ha aggiunto che l’avvocato è accusato anche di “falsificazione di documenti” e che è stato trovato in possesso di “tre diversi documenti d’identità”.

I due tedeschi sono stati arrestati il 10 ottobre a Tabriz nell’ufficio dell’avvocato di Sakineh, Javid Hutan Kian, mentre intervistavano Sajjad Ghaderzadeh, il figlio della donna condannata alla lapidazione e all’impiccagione per adulterio e complicità nell’omicidio del marito. Secondo il Comitato internazionale contro la lapidazione, con sede in Germania, anche Sajjad e l’avvocato sarebbero stati arrestati.

Secondo il settimanale Der Spiegel, i due tedeschi arrestati sono giornalisti del gruppo Springer. Ma né Teheran né Berlino hanno confermato che si tratti di giornalisti. Le autorità di Teheran hanno affermato che erano entrati in Iran con visto turistico e li hanno accusati anch’essi di “legami con elementi controrivouzionari” residenti in Germania, intendendo forse i dirigenti del Comitato internazionale contro la lapidazione.

© Avvenire – 2 novembre 2010