Lo studente si era rifiutato di seguire i poliziotti dopo una manifestazione contro la legge sulle nozze gay

MAURO PIANTA
da Vatican Insider

Nicolas dopo l'arrestoProcessato per direttissima, condannato a quattro mesi di carcere e mille euro di multa. E’ quello che è successo al 23enne Nicolas Bernard Busse. Il reato commesso? «Ribellione e rifiuto di prelievo», scrivono i giornali francesi. Lo studente, nei giorni scorsi, aveva manifestato davanti al canale televisivo M 6 – dove in quel momento si trovava Hollande – la propria opposizione al matrimonio gay.  Poi era andato sugli Champs-Élysées, nel centro di Parigi, con alcuni amici. Tutti indossavano la maglietta della Manif, che mostra nel logo un padre e una madre con i loro due figli. Lì sono stati raggiunti da sei poliziotti. Nicolas si è rifiutato di seguire i militari, andando a nascondersi in un ristorante, prima di essere scoperto e portato via.

Ora, non c’è bisogno di essere dei ferventi attivisti anti-nozze gay per rendersi conto della sproporzione tra la colpa e la pena comminata allo studente. E infatti, in questi giorni, si sono moltiplicate in Francia le manifestazioni per la liberazione del ragazzo. A Lione, nella giornata di domenica, si sono riunite circa 1500 persone urlando slogan diretti al potere centrale (“Hollande dittatore”)  e in difesa di Nicolas subito divenuto “prigioniero politico”.  Henri de Beauregard, l’avvocato dello studente, ha parlato di una giustizia «grottesca»: «È stato processato – ha dichiarato –  per delle infrazioni consecutive a una richiesta di arresto che non aveva ragion d’essere. Questo è un tentativo di intimidazione».