Caterina Giojelli da Tempi.it

Per l’economista Luigino Bruni l’incontro con il Papa a Milano è l’inizio di una partita che la famiglia dovrà giocare in tutto il paese

 Lo scarto è culturale. Lo sottolinea con forza il professor Luigino Bruni, docente di Economia Politica all’Università Bicocca di Milano e all’Istituto Internazionale Sophia, parlando di famiglia e di quel quid che il mercato non produce ma di cui ha bisogno per funzionare. Per Bruni è riduttivo e infruttuoso ai fini di ogni ripresa riconoscere alla famiglia un ruolo economico solo in forza della sua capacità di consumare, di fornire manodopera e di generare risparmio. «La famiglia ha natura economica. Nel senso che è il luogo di produzione di un bene intangibile e preziosissimo per lo sviluppo: la gratuità, che è alla base del dono, il sale e il lievito della vita comune, e da cui si sprigiona l’offerta di beni come la cooperazione, la fiducia, il senso civico. Tutte virtù a cui la famiglia educa l’individuo fin dai primissimi anni di vita, necessarie come i capitali finanziari e tecnologici alla crescita economica di un paese».

Autore di numerosi libri in materia – è di quest’anno Le nuove virtù del mercato nell’era dei beni comuni (Città Nuova, 256 pagine, 20 euro) –, la mattina del 30 maggio Luigino Bruni terrà uno dei principali interventi al Congresso teologico-pastorale, presso Fieramilanocity, nel contesto del VII Incontro mondiale delle famiglie. Il tema affrontato sarà “La famiglia, il lavoro e la festa nel mondo contemporaneo”; per Bruni si tratta del suo contributo alla riuscita di un evento che deve avere l’ambizione di mettere in moto processi legislativi capaci di superare il momento storico e gli applausi finali, instaurando «un modello fondato su una nuova alleanza tra Stato e famiglia, riconoscendo a quest’ultima il valore che la dimensione della gratuità, e con essa tutti i princìpi alla base della cooperazione e dell’associazionismo, svolge per l’economia quale forma di capitale vera e propria».

Un salto culturale ancora più vertiginoso in un momento in cui ciascuna di queste virtù è messa in discussione da un pensiero che ha perso la fiducia nel valore del tempo e dei legami «condizionando l’assetto della famiglia e consegnando al piacere edonistico l’ultima parola sulla costruzione della felicità. “Questa persona non mi piace più”, “mi fa soffrire”, “non fa per me”: quando la ricerca del piacere è il motore della partecipazione essa diventa anche quello della separazione. E l’economia, si sa, si nutre di persone sole, fragili, consumando il loro tempo e incentivando a sua volta questo meccanismo. Detto questo – puntualizza Bruni – io resto fiducioso. L’essere umano continua a innamorarsi e a desiderare l’infinito. Questa crisi porterà a un radicale ripensamento del rapporto tra uomo e donna in termini anche positivi».

Per il professor Bruni ci sarà una nuova stagione per la famiglia. Ci vorrà tempo, e certo, persone e politiche di buona volontà, ma questa non è la notte della famiglia e un passo importante verso la sua salvezza verrà segnato proprio all’Incontro Mondiale, quando la “battaglia” verrà giocata tra le grandi piazze di Milano: «Non salveremo la famiglia proteggendola all’interno delle sue mura domestiche. Non è un esercito, né un’impresa, la famiglia è vita ed è fatta per la vita. Essa si salverà quanto più saprà uscire di casa per difendere una vita comune fondata sulla gratuità nelle piazze, nella società. Facendo sentire la sua voce, battendosi per i valori fondamentali, sostenendo l’impresa responsabile». La sfida, insomma, è quella del lunedì mattina, quando il Papa avrà lasciato Milano e i pellegrini faranno ritorno a casa, ciascuno con il suo piccolo ma necessario ruolo per il paese e il futuro della famiglia.