Lorenzo Bertocchi

Meno preti, poche suore, pochi religiosi. La caduta vertiginosa di vocazioni – specialmente nel mondo occidentale – è un dato di fatto di cui non c’è dubbio alcuno.

Si possono dire tante cose circa le cause, tuttavia credo che un punto senz’altro importante vada individuato nello stato di salute del matrimonio che, come si può facilmente constatare, versa in condizioni disperate.Forse è proprio nelle cause di questa crisi che bisognerebbe indagare alla ricerca del motivo della caduta delle vocazioni, interessante a tal proposito l’analisi proposta dal Rev. Dwight Longenecker  pubblicata lo scorso 3 marzo su Inside the Vatican (vedi QUI).Le sue non sono considerazioni moraleggianti, ma prendono le mosse da alcuni aspetti abbastanza concreti: la cultura contraccettiva, penetrata anche in ambienti cattolici, ha fatto si che l’idea di famiglia sia profondamente mutata nei ragazzi e nelle ragazze che ne fanno uso.Prima della rivoluzione sessuale questi giovani crescevano generalmente in grandi famiglie che comprendevano molti fratelli, sorelle, nonni, zii, cugini e venivano quindi ad un confronto diretto con un ampio ventaglio di gioie e dolori che attraversano e caratterizzano la vita familiare. La contraccezione – strumento principe della rivoluzione sessuale – si può ragionevolmente individuare come l’elemento che ha cambiato le cose, anche perché di fatto permette la cosiddetta “libertà riproduttiva”. Grazie alla contraccezione il figlio si può “programmare”, le donne possono progettare il loro impegno professionale, le famiglie finiscono per divenire più “piccole e maneggevoli”. Oggi una famiglia americana media ha 2,5 figli, una casetta in periferia, un doppio reddito, un cane e un gatto e si muove con una certa facilità, così lo stesso modello può essere facilmente riscontrato in una qualsiasi periferia del mondo occidentale.Ancor più in profondità la cultura contraccettiva ha agito sulla mentalità con cui viene pensato il matrimonio. Prima della rivoluzione sessuale, un ragazzo o una ragazza cattolica si educava, nel suo contesto familiare, ad un certo modo di essere marito o moglie, padre o madre, un modo la cui essenza è la gioia di un naturale sacrificio di sé. Osservare un padre che fatica duramente per mantenere ed educare i numerosi figli e una madre che si dedica totalmente alla cura della famiglia, permette di comprendere senza bisogno di alcuna parola che cosa significa vivere il matrimonio come una vocazione che si fonda sul dono di sé.Questo è il contesto che, più di mille pastorali giovanili, imprime nel giovane o nella giovane la capacità di ascoltare e comprendere la chiamata sia per la vita religiosa, ma anche quella matrimoniale. La questione è: “morire a se stessi per la famiglia attraverso il matrimonio, o morire a se stessi attraverso una vocazione religiosa?”La contraccezione ha agito potentemente proprio sulla radice di questa domanda invitando i giovani a deresponsabilizzarsi, a giocare con il piacere senza nessun tipo di sacrificio, né assunzione di responsabilità. Quindi oggi un giovane che si pone di fronte ad una vocazione religiosa o al matrimonio non li considera come due percorsi per la sconfitta dell’egoismo, ma vede solo la differenza tra una vita che sembra avere tutto e una che sembra non avere nulla. “Essi devono scegliere tra una casa in periferia, 2,5 figli e un doppio reddito o una rinuncia totale. La scelta è tra una forma di edonismo familiare o una forma di eroismo inspiegabile”, dice Fr. Longenecker.Ecco perché una riscoperta della profonda dignità della vocazione al matrimonio potrebbe davvero essere la chiave di volta per far rifiorire anche le vocazioni religiose. “Ad una cultura che comprende il matrimonio come un’opportunità per l’auto-realizzazione, dobbiamo ricordare che essere cristiani significa prendere la nostra croce e seguire Cristo. In ogni occasione, dobbiamo ricordare che il cammino verso la vita vera è attraverso il servizio agli altri, e quindi non dobbiamo mai dimenticare che il matrimonio è per dare, non per ottenere.” Comprendere cosa significa divenire padroni di sé nella propria vita sessuale non solo aprirebbe la porta a matrimoni più consapevoli, ma avremmo una generazione di sposi intimamente capace di apprezzare anche la scelta vocazionale religiosa. E’ a questa scuola che si può imparare ad apprezzare nell’intimo del cuore il valore della castità e del celibato.Per capire questo però occorre non contare solo sulle proprie forze, ma alzare gli occhi verso chi può insegnarci davvero che cosa significa dare se stessi per gli altri.

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