Pubblicata ieri, 28 gennaio 2010

Al direttore –
Lei scrive a proposito della Prolusione del Card. Bagnasco che “Resta inevaso il problema di come agire e reagire”. Ma la Chiesa non solo difende e reagisce, fa molto più: genera e gestisce quel che poi va a difendere. Se la Vita per i suoi figli non è un tesoro che ti stan portando via, a che vale agire e reagire? Per questo non si tratta solo di spazi negati alla religione e all’antropologia moderna di marca cattolica; si tratta del cuore della Chiesa che è l’annuncio del Vangelo, la stoltezza della predicazione attraverso la quale la fede è donata e per la quale anche una vita dissolta agli occhi della carne è un riverbero bellissimo del Cielo. Il problema quindi non è assolutamente inevaso fin quando risuoneranno decisive le parole di Benedetto XVI pronunciate lunedì a San Paolo: “In un mondo segnato dall’indifferenza religiosa, e persino da una crescente avversione nei confronti della fede cristiana, è necessaria una nuova, intensa, attività di evangelizzazione, non solo tra i popoli che non hanno mai conosciuto il Vangelo, ma anche in quelli in cui il Cristianesimo si è diffuso e fa parte della loro storia”. Con stima

don Antonello Iapicca, Takamatsu
(Giappone)