Di chiedere «asilo politico» alla Merkel o a Sarkozy non ne hanno davvero l’intenzione, ma la consapevolezza di essere condannate all’estinzione, quella sì, è ben presente. Perché se nel 1961 le famiglie numerose erano 13 milioni, oggi si sono ridotte a 185 mila. Insomma, una specie da proteggere. E invece, tocca incatenarsi in piazza Montecitorio per far sentire che ci sono. Arrabbiate, per di più.Padri di famiglia, di solito pacati, che si incatenano in piazza. Ma che succede?
Succede – risponde Mario Sberna, presidente dell’Associazione Famiglie numerose – che vogliamo denunciare la mancanza di politiche familiari in Italia. Una mancanza che ci ha portato all’inverno demografico, cosa che Francia e Germania sono riuscite ad evitare con politiche adeguate.

E perché incatenarsi?
Perché vogliamo dire, anche con i gesti, che la famiglia è stata fermata in Italia. Che non abbiamo futuro, speranza. Ecco, c’è bisogno di liberare le catene della famiglia, che è la cellula fondamentale della società. E invece…

Invece?
Sa quanto ci costa, a noi famiglie con almeno 4 figli, l’ultima manovra finanziaria? 4 mila euro l’anno. E noi non ce li abbiamo, le tasche sono vuote.

Come si arriva a 4 mila euro in più per famiglia?
Con l’aumento dell’Iva, con il taglio alle detrazioni e ai servizi pubblici che si trasformerà ad esempio in aumento del costo delle mense scolastiche e dei trasporti pubblici.

Cosa chiedete al governo?
Per cominciare, la riduzione immediata dell’Iva sui prodotti per l’infanzia dall’attuale 21% al 4%. In alcuni Paesi europei è già così, mentre in Italia si continuano a considerare i figli come beni di lusso. Poi c’è la battaglia sull’articolo 31 della Costituzione.

L’art. 31 prevede la tutela della famiglia, con «particolare riguardo alle famiglie numerose». In pratica?
Lo dice l’Istat: alla nascita del terzo figlio aumenta esponenzialmente il rischio di povertà. Dunque, noi famiglie numerose siamo a tutte gli effetti una categoria vulnerabile. E come tale chiediamo che nelle leggi di salvaguardia del lavoro tra le categorie protette sia inserito anche chi ha più di tre figli. E poi vogliamo che alle mamme-lavoratrici siano riconosciuti tre anni di contributi figurativi ai fini pensionistici per ogni figlio messo al mondo.

Tutte richieste legittime, ma con che soldi si finanziano?
Facile. Secondo l’istituto di ricerca Sipri, il bilancio della Difesa nel 2010 in Italia è stato pari a 27 miliardi. Basta comprare un cacciabombardiere in meno e il governo può avere soldi per la famiglia. Poi c’è il 10% degli italiani che detiene il 48% della ricchezza del Paese: questi 6 milioni di persone possono e devono pagare di più. E quello che sta cercando di fare Obama negli Usa. Perché in Italia no?

Antonella Mariani da Avvenire