L’esecutivo: entro tre mesi il farmaco sarà accessibile senza ricetta anche alle minorenni
di Michela Coricelli
Tratto da Avvenire del 12 maggio 2009

Nessun limite di età, nessuna ricetta. Entro tre mesi la ‘pillola  del giorno dopo’ sarà in vendita nelle farmacie spagnole senza l’obbligo della prescrizione medica.

Il farmaco potrà essere acquistato liberamente anche dalle minorenni, che potranno utilizzarlo senza nessun permesso da parte dei genitori. Basteranno 20 euro: questo il costo del prodotto. L’annuncio della nuova ministro della Sanità del governo Zapatero, Trinidad Jiménez, è destinato ad aprire un nuovo fronte di polemiche. L’esecutivo non vuole che diventi un «metodo anticoncezionale in più» – ha detto Jiménez – ma vorrebbe facilitare il suo uso per «le situazioni di emergenza». Dei 112. 000 aborti del 2007, 6. 000 sono stati realizzati da ragazze sotto i 18 anni. La liberalizzazione della pillola fa parte del nuovo programma del governo Zapatero sulla “salute sessuale” per frenare le gravidanze non desiderate. Alla base di questo nuovo strappo sul terreno sociale ed etico c’è una convinzione: «La pillola non è un metodo abortivo», ha detto la responsabile della Sanità. «Una volta che sarà autorizzata la vendita libera» del prodotto – ha avvertito – «c’è l’obbligo da parte delle farmacie di renderlo disponibile». Dovrà essere reperibile in tutto il territorio spagnolo, senza eccezioni. E l’obiezione di coscienza? Il ministro taglia corto: «Non crediamo esista un problema di obiezione di coscienza, perché è un metodo anticoncezionale e non abortivo».

Attualmente la pillola è distribuita gratuitamente nei centri sanitari pubblici di 11 comunità autonome spagnole, mentre in altre cinque regioni può essere acquistata privatamente. In qualsiasi caso, la ricetta medica finora era indispensabile. La decisione del governo Zapatero è stata criticata dal difensore del minore di Madrid, Arturo Canalda, che teme la vendita «indiscriminata» di un farmaco che ha conseguenze «serie per la salute». La Fondazione Vita teme che la mossa rientri in una strategia più ampia: si vorrebbero ridurre le cifre ufficiali degli aborti, per poi convincere l’opinione pubblica che sono i risultati della prossima legge sull’interruzione di gravidanza. Ma «in realtà si tratta di un farmaco abortivo», ribadisce ancora la Fondazione Vita.