di Domenico Bonvegna

Secondo Il manuale di sopravvivenza a uso degli italiani onesti di Sergio Ricossaedito da Rubbettino (2011), alcune norme della Costituzione Italiana è obbligatorio dimenticare.

Il motivo? Perché sono inapplicabili. “All’articolo 32 la salute è riconosciuta quale ‘fondamentale diritto dell’individuo’, ma non si chiede il permesso ai batteri, ai virus e agli altri innumerevoli agenti patogeni, che di quel diritto se ne infischiano”. (pagina 80)

Il professore Ricossa è convinto che più leggi ci sono, più bassa è la loro qualità e di conseguenza anche più bassa è il rispetto che sentiamo per le normative. Inoltre sempre secondo Ricossa è molto basso il rispetto che sentiamo per i giudici e gli avvocati. “Oggi la Magistratura italiana è criticata perfino dai magistrati che la compongono. Magistrati accusano e imprigionano altri magistrati”.

Il manuale di Ricossa è ricco di paradossi e di provocazioni, cita tre frasi, la prima di Giuseppe Prezzolini: “In Italia, tre quarti della nostra vita è illegale, e fortunatamente”, poi Sergio Romano: “Volete rispettare la legge? Dovete rinunciare a iniziative intelligenti, creative, proficue. Volete realizzare le vostre idee? Dovete violare la legge”, infine Giuseppe Pontiggia: “L’economia sommersa, fondata sul doppio lavoro e sul lavoro nero, è l’economia che ha permesso all’Italia di emergere in anni in cui l’economia emersa affondava”.

Sempre in riguardo alle leggi, Ricossa ammette che la “Gazzetta Ufficiale”“andrebbe scritta con due inchiostri, uno rosso per le leggi da prendere sul serio, e uno nero, per le leggi trascurabili. Ma dall’oggi al domani, senza preavviso, per un cambiamento d’umore della magistratura o di una parte di essa, la scrittura nera diventa rossa e viceversa”. (pagina 81) Non sarà facile per l’onesto medio italiano barcamenarsi nell’osservare circa centocinquantamila norme statali ‘vigenti’, più i loro regolamenti di applicazione e le circolari interpretative, più le leggi regionali e i regolamenti locali, più le direttive dell’Unione Europea. Pertanto Ricossa consiglia di “non fidarsi del parere dei luminari del diritto, quando si tratti di capire una oscura disposizione di legge”. Si possono prendere facilmente degli abbagli clamorosi, nella scienza giuridica sono facili gli errori. Ma le leggi che più deve temere l’onesto medio sono quelle del fisco, per tanti motivi. Innanzitutto, “le autorità pubbliche mostrano un particolare accanimento nel farle rispettare. Il verbo ‘rispettare’ non è il più adatto -ci tiene a precisare Ricossa- nessun contribuente può rispettare norme iugulatorie, le subisce e basta. Il moderno legislatore italiano si distrae facilmente se si tratta di difendere un privato dall’ingiustizia, dal furto con scasso, dal sequestro di persona, dall’omicidio, ma è all’erta più che mai per tutelare i privilegi degli uomini politici, a cominciare da quelli che dispongono dell’erario o ‘tesoro’ statale” (Pag. 85)

E sempre con tono polemico il professore lamenta la scomparsa della proprietà privata, questo diritto sembra scomparso. La proprietà privata è più facile che diventi proprietà pubblica.

Sulle cosiddette privatizzazioni, si fa solo chiasso, si cerca di confondere le idee all’onesto medio. “Talvolta sono finte privatizzazioni – scrive Ricossa – talaltra sono semplici espedienti per rendere liquida, più maneggevole nell’uso politico, la ricchezza pubblica”. A questo punto il manuale mette in guardia l’onesto dall’uso del linguaggio che i furbi fanno. Mi viene in mente il professor Plinio Correa De Oliveira che invitava il controrivoluzionario a stare attento alle parole talismano. Questo capitolo sul fisco sembra scritto in questi giorni sotto il governo Monti. Nella nostra democrazia per Ricossa, il “contribuente non ha potere contrattuale. Ogni cittadino ha perso potere contrattuale, il contribuente più di tutti. Egli è la forma più vulnerabile che il cittadino possa assumere, o anzi è la forma del cittadino reso suddito, se non schiavo”. Alle maglie strette del fisco è difficile sfuggire, inoltre è quasi impossibile che esista un contribuente in regola. La complessità delle norme, vieta al contribuente di rinunciare al consulente e passare al “fai da te”. Il professor Giorgio Della casa ha calcolato che, “per essere completamente informati”sulla produzione letteraria del fisco, il più prolifico scrittore della Penisola, bisognerebbe leggere sessanta pagine al giorno di prosa sibillina, pari a circa cinque ore al giorno di decifrazione. Parliamo del fisco statale, trascurando quello locale”.

A pagina 95 il manuale di Ricossasempre col solito piglio provocatorio affronta il tema della scuola in Italia. “Per troppi alunni la scuola è una specie di carcere, che dura dall’infanzia all’adolescenza e oltre. (E per troppi carcerati, la prigione è una specie di scuola, che insegna le arti criminali). Pertanto, addirittura per Ricossa, la scuola, per chi ha germi dell’onesto medio, può essere una minaccia, una causa di morte della vocazione. Anche se il professore non se la sente di consigliare di non mandare i propri figli a scuola, e quindi scrive: “non intendiamo tessere l’elogio dell’analfabetismo, per quanto sconce scritte spray di ignoti letterati notturni, sui muri degli edifici di interesse storico e artistico, ci inducono spesso in tentazione”. Imparare a leggere e a scrivere, nonostante tutto è ancora conveniente. A patto che andare a scuola non significa andare in carcere, e che la buona cultura sia divertimento. Anche per Ricossa il prolungamento della scuola dell’obbligo e l’abolizione dell’avviamento al lavoro nella scuola sono due errori gravi. “Ai giovani e giovanissimi l’obbligatorio non piace mai, almeno in Italia; l’avviamento al lavoro, per contro, è almeno in parte vocazionale. Risultato: la scuola-carcere, appunto, e la disoccupazione alle stelle”. Mi sembra di leggere le provocazioni della professoressa Paola Mastrocola.

Tuttavia il professore ci invita a rivolgerci ai minori di vent’anni, che sono ancoracreaturine incerte tra la via dell’onestà e della furbizia. Chi ha più di vent’anni ormai nessuno lo convertirà. Questo manuale-salva-vita può essere utile per loro: “all’onesto embrionale diciamo di non simpatizzare di primo acchito col missionario zelante”. Ricossa si riferisce in particolare a quelli che predicano da maestri, professori, intellettuali, scrittori noti o amici di celebrità, che conoscono tutti i mali del mondo e i rimedi sono sicuri, immediati e semplici. Questi sono i cattivi maestri che magari sperano che in classe non vi sia un Pierino, che alzi la mano e chieda: ‘Che cos’è il progresso?, chi giudica se andiamo verso il meglio?, che cos’è il bene supremo? Noi stiamo con Pierino, e lo invitiamo a scoprire quanto sia divertente la cultura che mette in imbarazzo il maestro. Cerchi e legga libri anticonformisti e perciò scandalosi; autori beffardi con lo sberleffo facile. Sappia, il Pierino piccolo, che esiste una cultura divertente creata da Pierini grandi di età, di merito, di forza dissacrante, di indisciplina”. La mia biblioteca è piena di libri con queste caratteristiche. Confesso e concludo: ho sempre desiderato ritornare sui banchi di scuola per mettere in difficoltà certi prof che sfruttano le buone intenzioni delle anime candide.