Tratto da L’Osservatore Romano del 7 maggio 2009

“Oggi il mondo, e in particolare l’Europa secolarizzata e laicizzata, hanno bisogno di evangelizzatori che investano la loro vita nell’annuncio di Cristo”.

Lo ha detto il cardinale Cláudio Hummes, Prefetto della  Congregazione per il Clero, durante l’omelia della messa che ha aperto la seconda giornata dei lavori dell’undicesimo congresso europeo dei vescovi e responsabili delle Conferenze episcopali per la catechesi in Europa “La comunità cristiana e il primo annuncio”, promosso dal Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee).

Secondo il porporato, “oggi bisogna decidersi per un’evangelizzazione fondamentale, anche all’interno dello stesso gregge dei battezzati poiché sono moltissimi i cristiani allontanatisi dalle nostre comunità ecclesiali perché non sufficientemente o per niente evangelizzati. Spesso, insomma, è mancata proprio la prima evangelizzazione. Anche coloro che si dicono postcristiani – ha aggiunto il cardinale Hummes – possono essere toccati di nuovo, ma più che una formulazione dottrinaria o un codice morale, serve l’esperienza di un reale incontro con Cristo. È necessario allora trovare la strada missionaria per raggiungere tutti. Il futuro della Chiesa in Europa – ha concluso – dipenderà in gran parte dal buon esito di questo impegno”.

Anche il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani ha spiegato che “la nuova evangelizzazione non è altro che annunciare nuovamente la notizia lieta e liberante di Gesù. Un annuncio che non significa indottrinamento, bensì testimonianza spirituale attraverso la parola e l’azione, nonché attraverso l’intera vita della Chiesa”.

Il porporato, durante il suo intervento, ha citato la costituzione dogmatica Dei Verbum. Nel documento, il presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani distingue tra “prima evangelizzazione in alcune parti dell’Africa e particolarmente in Asia, e nuova evangelizzazione da attuare in Europa, in cui esistono ateismo anticlericale duro e un laicismo articolato a livello politico. Per contro – ha sottolineato il cardinale Walter Kasper – si assiste a un ritorno della religione, un processo ambivalente, che spesso porta a una vaga religiosità diffusa ed elastica, una religiosità fai-da-te. La nuova evangelizzazione intende indicare la strada per un nuovo umanesimo e una nuova civiltà della vita e dell’amore e implica un rinnovamento missionario delle parrocchie. Non si tratta – ha concluso il porporato – di creare nuove organizzazioni e istituzioni, ne abbiamo a sufficienza: dobbiamo catturare nuovamente il fuoco e l’entusiasmo della Pentecoste. Se catturiamo questo fuoco, esso si propagherà continuamente da se stesso. La nuova evangelizzazione dell’Europa inizia con una Pentecoste rinnovata, inizia da noi stessi”.