Le coppie rimandano il divorzio per i problemi finanziari

di Carl Anderson*

NEW HAVEN, martedì, 13 ottobre 2009 (ZENIT.org).- Qualsiasi problema abbia creato la recessione, ha anche fornito a ciascuno di noi, così come alle parrocchie e alle organizzazioni cattoliche, una grande opportunità di aiutare a salvare i matrimoni.

I dati sembrano mostrare che in occasione dell’attuale crisi economica si sta verificando la stessa tendenza che si riscontrò nella Grande Depressioone degli anni Trenta, quando i tassi di divorzio precipitarono.

Il mese scorso, l’agenzia France Press ha riportato che i tassi di divorzio in Spagna sono diminuiti del 12,5% e le separazioni di quasi il 25%. Negli Stati Uniti i rapporti suggeriscono un calo simile.

Storie che spaziano da Washington, D.C. a Phoenix (Arizona) e a Reno (Nevada) suggeriscono una tendenza nazionale che porta la gente almeno a rimandare il divorzio, visto che non si riesce ad “andare avanti da soli”.

Steve King, avvocato divorzista di Reno, ha riferito al giornale locale “Gazette Journal” che “alcuni si trovano in una situazione per cui non si ottiene niente con il divorzio, se non il fatto di tornare ad essere single. […] Spesso non ci si possono permettere due case separate o il pagamento dell’affitto, e questo se entrambi i coniugi hanno ancora un lavoro”.

Visto che questo approccio sconsolante ma pratico sta prendendo piede, dobbiamo approfittare di questa situazione per aiutare quanti “rimandano” il divorzio ad evitarlo del tutto.

I cattolici hanno un’opportunità unica di ribadire l’importanza del matrimonio a molte persone che in precedenza potrebbero non essere state ricettive nei confronti di questo messaggio. A chi considera improvvisamente la possibilità di mettere fine al proprio matrimonio, l’insegnamento matrimoniale della Chiesa offre speranza.

Come ha affermato Beendetto XVI il mese scorso, la ferma convinzione della Chiesa è che la vera soluzione ai problemi che affrontano oggi le coppie sposate e che indeboliscono la loro unione è un ritorno alla solidità della famiglia cristiana, un luogo di fiducia e donazione reciproca, di rispetto per la libertà e di educazione alla vita sociale.

Il ruolo della Chiesa

L’insegnamento della Chiesa ha un forte messaggio a livello teologico – e pratico – per chi rimane insieme.

Consideriamo questo: uno studio del 2002 dell’Istituto per i Valori Americani ha rivelato che “i due terzi delle persone con un matrimonio infelice che sono rimasti insieme ha affermato che il loro matrimonio era felice cinque anni dopo, e i matrimoni più infelici hanno sperimentato i cambiamenti maggiori”.

Anche a livello economico, il divorzio ha conseguenze terribili. Studi delle conseguenze finanziarie dei divorzi sulle donne e i bambini hanno evidenziato come dopo il divorzio la ex moglie e i figli abbiano subito un declino tra il 30 e il 73% dello standard di vita.

La religione ha giocato un ruolo cruciale nelle tendenze relative al divorzio.

Secondo l’esperta Barbara Dafoe Whitehead, i tassi di divorzio sono stati incoraggiati dalla tendenza diffusa in molte religioni a considerare il matrimonio come il campo d’azione della psicologia più che della teologia. “I terapisti sono diventati gli insegnanti e coloro che dettano le regole del matrimonio, e poi della dissoluzione del matrimonio stesso”.

Il risultato è stato incredibile. Il clero e altre persone che danno consigli matrimoniali hanno ceduto il proprio ruolo ai terapisti, ha sottolineato la Whitehead. “In contrasto con i primi che offrivano aiuto al matrimonio come parte della loro vocazione, i terapisti hanno venduto i loro servizi sul mercato”.

“La paura dello sfruttamento commerciale del divorzio è scomparsa ed è aumentato il suo potenziale commerciale”, ha aggiunto.

Se però il denaro è troppo poco per divorziare, sarebbe bene che le persone cercassero aiuto in sedi meno costose, sedi che per la maggior parte del XX secolo, ha ricordato la Whitehead, hanno incluso la famiglia, gli amici e il clero.

Il nostro ruolo come cattolici non potrebbe essere più importante.

Parlando il mese scorso ai Vescovi brasiliani riuniti a Roma per la loro visita “ad limina”, Benedetto XVI ha esortato infatti i sacerdoti “ad accompagnare le famiglie affinché non siano sedotte dagli stili di vita relativisti promossi dal cinema, dalla televisione e da altri mezzi di comunicazione”.

Un compito per ciascuno

Il Papa ha anche parlato dell’importanza della testimonianza delle famiglie cattoliche, dicendo: “Ho fiducia nella testimonianza delle famiglie che hanno tratto la forza di superare le prove dal sacramento del matrimonio. […] E’ sulla base di famiglie come queste che si deve ricreare il tessuto sociale”.

In un momento in cui i problemi economici ci danno una maggiore opportunità di salvare i matrimoni, possiamo fare molto.

Per i sacerdoti, questo significa mettere in guardia le coppie sposate sui pericoli del divorzio e sulla speranza che deriva dal superamento dei problemi in un vincolo matrimoniale.

Per le coppie sposate, affrontare i problemi significa lavorare in coppia, sostenute dalla Chiesa, per vincere insieme i loro problemi.

Per le coppie sposate il cui matrimonio è felice, significa essere d’esempio e mostrare l’amore che è possibile e può essere realizzato in un matrimonio, e condividere i mezzi con cui si sono superate le difficoltà passate.

Per ciascuno di noi, infine, significa ascoltare gli amici il cui matrimonio può essere difficile e indirizzarli verso risorse che li possano aiutare a salvare il loro legame, memori del fatto che a livello sia teologico che pratico il divorzio e la separazione hanno sempre conseguenze drammatiche.

Con il nostro esempio, i nostri consigli e il nostro aiuto a chi pensa al divorzio – soprattutto in questo momento –, non dobbiamo perdere l’opportunità di aiutare a costruire  la civiltà dell’amore, una famiglia e un matrimonio alla volta.

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*Carl Anderson è Cavaliere Supremo dei Cavalieri di Colombo e autore di bestseller.