La Cina è stretta anche ai defunti. Frenato il boom delle nascite , crollate dopo l’obbligo del figlio unico , la nazione più popolosa del mondo è alle prese con l’esplosione dei decessi. I cinesi invecchiano , si concentrano nelle metropoli e inizia a non esserci più spazio per le spoglie di oltre 20 milioni di estinti all’anno.

Shangai lancia così il “Piano Oceano” e punta ad abolire i cimiteri nel giro di vent’anni , disperdendo in mare le ceneri dei suoi abitanti. Si vuole abbattere i costi delle esequie , rendere le sepolture ecologiche , risparmiare terreno e tagliare i viaggi di milioni di persone che più volte all’anno paralizzano il traffico per recarsi in visita nei cimiteri sempre più lontani. Per il culto orientale dei defunti è una rivoluzione e per convincere la gente , le autorità hanno coniato lo slogan “una vita migliore per una morte generosa”.

Chi si impegna a far affidare alle onde del Mar Cinese Orientale la bio-urna con le proprie ceneri , otterrà servizi pubblici cinque volte superiori a chi insiste nella tradizionale inumazione in terra. La Cina resta una nazione in via di sviluppo . Strappare il quintuplo di prestazioni mediche , pensioni e contributi per alloggio e mobilità , rappresenta una molla formidabile per rinunciare a pretendere fossa , lastra e stele commemorativa.

Shangai ha deciso, inoltre, di dare una buonuscita a chi accetta di lasciare la vita senza creare problemi a chi resta. Gli abitanti che decidano di affidarsi all’oceano , al momento della firma dell’impegno riceveranno un assegno pari a 350 euro , oltre tre mesi di pensione. Anche Pechino , Shenzen e Hong Kong si apprestano ad offrire la sepoltura in mare , aggiungendola a quella in montagna e nelle foreste. Oltre venti regioni hanno deciso di aderire al progetto di liberare la patria a chi l’ha lasciata, iniziando a smantellare le tombe più vecchie.

Oltre cento milioni di tombe trentennali , in particolare a quelle lungo fiumi , strade e ferrovie, saranno eliminate per recuperare sette milioni di terra coltivabile. Il governo cinese prevede che entro un decennio la maggioranza dei suoi 1,4 miliardi di abitanti rinuncerà ai funerali solenni , bare e cimiteri.

Lungo la costa orientale e sugli altopiani del Tibet saranno realizzati dei parchi del ricordo.Ognuno potrà onorare i propri cari raccogliendosi in questi luoghi remoti , simbolo di presenze ormai solo spirituali. Scrivendo il nome di un defunto al computer sarà possibile conoscere la storia della sua vita , aprire un album fotografico , sapere il luogo scelto da ogni individuo per disperdere i propri resti inceneriti.

Chi opta per l’Oceano offrirà ad amici e parenti i primi cimiteri off-shore del pianeta. Al largo di Shangai sono in costruzione quattro piattaforme in legno di magnolia e di cipresso , le piante sacre degli antichi riti cinesi. Un servizio gratuito di barche funebri vi trasporterà i famigliari con l’urna di chi è morto. Mentre le ceneri saranno sparse in mare alcuni musicisti suoneranno i brani preferiti dal defunto e il personale del Comune farà esplodere i botti previsti dalla tradizione cinese per augurare buona fortuna a chi si inoltra nel regno dell’ignoto.

Se i cimiteri cinesi sono in piena emergenza, ogni anno allargano 70 Km quadrati , sottraendo le superfici agricole , edificabili o industriali più pregiate perché in prossimità dei centri abitati. Venti milioni di morti inumati all’anno , che saliranno a trenta dal 2020 , consumano foreste , usate per le bare , e i cambi di stagione innescano ingorghi colossali di automobili che passano giorni in colonna sulla via di cimiteri sempre più distanti dalle metropoli.

Mao nel 1956 aveva già lanciato la campagna della cremazione. Si era scontrato con la resistenza di un popolo legato ai grandi banchetti funebri , diffusi in tutta l’Asia , per il quale la grandiosità delle esequie certifica ancora il potere della famiglia. Dopo mezzo secolo , la cremazione viene scelta dal 48% delle persone , ma l’83% dei cinesi resta convinto che “ solo in una tomba una persona può riposare in pace”. Il partito comunista ci riprova ora offrendo l’Oceano e le vette più alte del Pianeta .

da Paper Blog