Alla vigilia della Pasqua ortodossa
Tratto dal sito ZENIT, Agenzia di notizie il 23 aprile 2009

Sabato 18 aprile, vigilia della Pasqua ortodossa, Israele ha impedito ai cristiani di Gerusalemme di accedere liberamente alla chiesa del Santo Sepolcro e alla Città Vecchia.

Nel giorno che precede quello in cui i fedeli ortodossi celebrano la Pasqua, avviene nella chiesa del Santo Sepolcro il cosiddetto miracolo della discesa del Fuoco Santo, attestato in modo documentato dal 1106. Il Fuoco viene poi portato in vari Paesi, dove viene ricevuto con tutti gli onori.

Per il quinto anno, le forze armate israeliane hanno istituito dei check point nella zona circostante la chiesa, non permettendo ai cristiani locali di pregare e seguire le proprie tradizioni.

“E’ ovvio che i palestinesi locali, e soprattutto i palestinesi cristiani, vengono presi di mira”, ha affermato il Comitato Laico in Terra Santa/Gerusalemme Est in un comunicato inviato a ZENIT.

Mentre per la festa di Pesach, la Pasqua ebraica, Israele ha garantito il pieno accesso ai fedeli ebrei che desideravano arrivare nella Città Santa, per i palestinesi cristiani che si recavano a Gerusalemme non è stato così.

“Gerusalemme non dovrebbe mai essere lasciata a una sola parte che possa governare”, spiega il testo. “I bambini e gli anziani sono stati umiliati ed è stato loro impedito di celebrare questo giorno santo”.

“La chiesa del Santo Sepolcro ha ospitato tutti i fedeli (locali, pellegrini e turisti) senza alcun incidente”.

Il Comitato constata anche che “la mancanza di coordinamento tra le varie Chiese a Gerusalemme sta andando a favore delle autorità israeliane, che hanno agito per tanto tempo in base al divide et impera”.

“Oggi il prezzo viene pagato caro dai cristiani di Gerusalemme, che vengono spinti a lasciare le proprie case e i Luoghi Santi”.

“Queste violazioni da parte dello Stato di Israele dovrebbero cessare – dichiara il Comitato –. I passi intrapresi contro i cristiani palestinesi sono illegali. Chiediamo ai consolati, alle ambasciate, alle Chiese e alle organizzazioni cristiane e alle organizzazioni per i diritti umani di intervenire immediatamente, perché la libertà di religione e di culto a Gerusalemme sia garantita a tutte le fedi”.