Sempre più nucei “extralarge” vicini alla povertà, denuncia Avvenire. E l’Associazione famiglie numerose lancia precise richieste di aiuto, dalla tassazione orizzontale all’Isee, fino agli sconti commerciali

da www.tempi.it 

famiglia-jpg-crop_displayUna famiglia numerosa su quattro non può permettersi di mandare i figli all’università. È questo – si legge su Avvenire – il dato che «emerge da un sondaggio promosso dall’Associazione nazionale famiglie numerose e incrociato, ad esempio, con quello Istat per il quale oltre il 40 per cento delle famiglie extralarge del Sud Italia “vede” da vicino la soglia della povertà».

LA CONVENTION. Tutta colpa della necessità di dividere il reddito familiare fra troppe bocche da sfamare? No, secondo i coordinatori dell’Associazione famiglie numerose, riuniti a Rimini fino a domenica 6 ottobre per la convention annuale (“Coordinattori 2013″). Molte responsabilità sono dello Stato e delle sue istituzioni, sempre pronti a magnificare il ruolo sociale della famiglia «ma, alla prova dei fatti, a quelle considerazioni non corrispondono atti e iniziative coerenti», scrive Avvenire. L’Associazione famiglie numerose – «che in dieci anni di vita da un piccolo gruppo di famiglie a Brescia è arrivata ad oltre 15 mila famiglie in tutta Italia» per un totale di circa 100 mila persone, spiega il presidente Giuseppe Butturini al quotidiano della Cei –  ha scelto come tema della convention riminese appunto «il fisco e politiche familiari nazionali, regionali e locali, e delle iniziative assunte dall’associazione a sostegno dei nuclei più fragili».

LE RICHIESTE ALLE ISTITUZIONI. Sarà rilanciata naturalmente «la richiesta di considerare il “fattore famiglia” e una “no tax area”» perché, dice il presidente Butturini, «i costi necessari al mantenimento della famiglia non vanno tassati». E si tornerà a mettere in questione il nuovo Isee e la sua ingiusta scala di equivalenza. Ma anche gli enti locali saranno chiamati in causa dall’Afn: «A livello regionale chiediamo la rimodulazione di due leve fiscali: addizionali Irpef che non considerano la composizione del nucleo familiare e ticket sanitari. Questi sono un vero scandalo che colpisce la fascia più debole e più bisognosa di cure, cioè i bambini, e le famiglie che hanno creduto di più nella vita», spiega ad Avvenire il coordinatore riminese Paolo Nanni.

LE BUONE PRATICHE. Alla due giorni di Rimini è prevista però anche una “pars construens”, con la presentazione di «un documento sulle “buone pratiche” che a livello locale possono perlomeno contenere le ingiustizie a cui sono sottoposti i nuclei più numerosi», spiega sempre Avvenire. «Le convenzioni ad esempio. Lo ha capito anche la Fiat, che ha bussato alla porta dell’Afn per proporre uno sconto agli aderenti sull’acquisto di auto».