“Necessaria un’azione pastorale molto più decisa nelle diocesi”

ROMA, giovedì, 18 febbraio 2010 (ZENIT.org).- L’Italia non è “immune” dalla piaga della pedofilia. E’ quanto ha dichiarato don Fortunato Di Noto, parroco della Madonna del Carmine ad Avola (SR) e fondatore dell’associazione Meter (www.associazionemeter.org), che coordina 15 sportelli in Italia con 300 operatori a tutela dell’infanzia.

“Attualmente in questi ultimi 10 anni, circa 80 sacerdoti sono stati coinvolti – ha detto in una intervista alla Radio Vaticana –. O perché denunciati, già processati e condannati riguardo al fenomeno. E’ un fenomeno che esiste, è un fenomeno che c’è, nessuno può dire che non è così”.

In Italia, ha continuato, il fenomeno della pedofilia da parte di sacerdoti è stata “più gestito e controllato” anche se, ha ammesso, “ci sono stati dei casi” che sono stati affrontati “con imprudenza”, “perchè sono casi delicatissimi […] che richiedono prudenza nell’ascoltare il problema” e attenzione nella “tutela della vittima”.

“Negli istituti religiosi – ha poi aggiunto – accadono in maniera molto più blanda anche se non c’è stato un monitoraggio molto serio riguardo a questi fenomeni. Però esistono, ci sono stati e credo che dobbiamo saperli affrontare”.

A questo proposito il fondatore di Meter ha sottolineato la necessità di svolgere molto più “lavoro di formazione, di discernimento nei seminari”, portando avanti anche un “attento monitoraggio”, senza dimenticare però la giusta “prudenza”.

“Io credo che ognuno di noi deve assumersi le responsabilità – ha aggiunto –. […] Umilmente mi appello ai Vescovi, essendo un prete. Io credo sia necessaria un’azione pastorale molto più decisa, perché no, nelle diocesi”.

Questo perché, ha sottolineato, i crimini di pedofilia “perpetrati da sacerdoti […] fanno un danno enorme a tutta la comunità ecclesiale, a tutte le parrocchie e anche alla Chiesa universale”.

Don Di Noto ha proposto quindi di seguire l’esempio di alcuni Vescovi che hanno espressamente voluto l’apertura di Sportelli Meter nelle loro diocesi al fine di portare avanti “l’impegno quotidiano nella promozione dei diritti dell’infanzia”.

“Ecco io credo che gli strumenti ci sono. Non siamo più all’anno zero”, ha aggiunto il fondatore dell’associazione Meter, che si occupa in particolare del monitoraggio online, 24 ore su 24, in collaborazione con la Polizia Postale e delle Comunicazioni – Compartimento di Catania e con il Centro Nazionale di contrasto contro la pedofilia e la pedopornografia online (CNCPO) e con le varie Polizie estere.

Quello della pedofilia, ha tenuto però a precisare il sacerdote, “non è un problema della categoria sociale o del ruolo che uno riveste”, perchè è “un fenomeno sociale molto più complesso, molto più variegato, molto più trasversale”.

Esistono, infatti, in tutto il mondo movimenti politici pedofili, e una lobby pedocriminale che attraverso lo sfruttamento sessuale ma anche la vendita di video, foto e gadget ha creato un giro di affari che va dai 2 ai 13 miliardi di euro l’anno, per un totale di 200.000 minori coinvolti ogni anno.

Don Di Noto si è detto poi “molto commosso soprattutto per le vittime, per il dolore del Papa e anche per il silenzioso e quotidiano servizio dei miei volontari che ormai da 20 anni si occupano di questo fenomeno e di tanti altri sparsi nel mondo e nel silenzio si adoperano affinchè questi fatti non accadano e soprattutto nel senso dell’accoglienza delle vittime”.

Il pensiero rivolto da Benedetto XVI il 3 maggio scorso, in occasione del Regina Coeli, alla Giornata dei bambini vittime della violenza, dello sfruttamento e dell’indifferenza – che l’associazione Meter promuove dal 1995 – è stato “un segnale, nuovo, rinnovato di un Papa che soffre perché soffrono i suoi membri e si impegna affinchè queste cose non accadano ai bambini”, ha infine concluso.