Lo aveva detto Lucio Dalla appena dieci giorni fa in un’intervista rilasciata alla tv dei vescovi

da Vatican Insider

 Un Dalla che non parla di musica ma di senso dell’esistenza, di poesia e vita vissuta. E’ quello che si è aperto ai microfoni della tv dei vescovi italiani Tv2000 in una delle sue ultime interviste che risale a dieci giorni fa.

Nell’intervista, che rientrava nella serie ”A tu per tu con…”, il cantautore rileva il suo essere affascinato ”dall’esistenza nuda dell’individuo”. ”Mia madre mi ha insegnato molto. Era convinta che io ero un genietto e mi fece fare un esame psicotecnico dove invece stabilirono che ero un deficiente. Mia madre c’e’ rimasta malissimo. – ha ricordato – C’e’ un disegno che tutti noi abbiamo e devo ringraziare Dio per tutto quello che ho avuto”.

 ”Esiste un dovere, quello di avere la forza di essere controvento. – ha quindi detto Dalla – Di essere fuorimoda, controcorrente. Bisogna avere il coraggio di andare avanti, anche se hai tutti contro, così si impara a navigare”.

 Sul suo essere artista Dalla rivelava, invece, ”mi piacerebbe sentirmi più poeta che musicista. Ma amo più la musica che la poesia. Non amo Pascoli o Carducci, perché  non mi piacciono le rime”.