20.000 euro per affittare un utero

Duecentomila yuan (oltre 20.000 euro) per fare da madre surrogata e affittare il proprio utero. Per quanto sia illegale, la pratica è molto diffusa in Cina e per molte donne rappresenta una vera e propria fonte di reddito. Secondo un’inchiesta condotta dal Global Times, esistono nel paese moltissime agenzie che agiscono come mediatori tra le madri in affitto e le coppie che intendono avvalersi di questo “servizio”, e che applicano dei veri e propri tariffari. Al momento della conferma dell’esistenza del battito fetale, alla madre surrogata è corrisposto il 10% della somma totale, un altro 20% è corrisposto poi  ispettivamente al quinto, al settimo e all’ottavo mese di gravidanza e solo dopo la nascita viene corrisposto il restante 30%.

Nelle prime settimane di gravidanza, prima cioè che si abbia la conferma del battito, alla madre surrogata viene pagata solo una somma di 2.500 yuan (circa 250 euro) per far fronte alle spese mediche iniziali. Alla nascita del bambino infine i genitori sono assistiti nella fase di registrazione del neonato che, sottratto alla donna che lo ha materialmente messo al mondo, viene affidato alla coppia.

Il tutto naturalmente avviene in nero, visto che la riproduzione surrogata è illegale nel paese sin dal 2001, quando il Ministero della Salute emise una normativa con la quale proibì a medici, ospedali e operatori sanitari di condurre qualsiasi pratica di questi tipo. Nonostante ciò, il mercato ha continuato a crescere, grazie anche a un sempre maggiore incremento della domanda.

Secondo i dati resi noti dalla Commissione sanitaria di Shanghai, il 10% delle coppie locali ha problemi di infertilità. Le agenzie, inoltre, operano nel campo senza particolari problemi a causa di un buco normativo. “La legge – spiega il titolare di un’agenzia che lavora nel settore – definisce e punisce il comportamento di medici e ospedali, ma non cita le agenzie. Per cui delle tre parti coinvolte, i nostri clienti, gli ospedali e noi, gli unici che devono stare attenti sono gli ospedali e i medici”.

In alcuni casi, per poter avere un bambino in via surrogata la coppia con problemi di infertilità necessita di acquistare anche degli ovuli e anche per questo c’è un mercato. Sembra siano molte le studentesse o le impiegate con stipendi bassi che per arrotondare vendono i propri ovuli per somme che vanno dai 15.000 ai 20.000 yuan (1500-2000 euro circa). Pratica anche questa condotta in maniera sotterranea, in quanto illegale.

Il costo  totale per avere un figlio in questo modo si attesta intorno ai 300.000 yuan totali (circa 30.000 euro), un prezzo che è comunque considerato molto ragionevole, tanto che sono molte – a quanto riferisce l’inchiesta del Global Times – le coppie anche straniere che vengono in Cina per accedervi.

Recentemente poi sono molte le agenzie cinesi che, per evitare problemi con la legge, hanno deciso di trasferirsi in paesi come gli Stati Uniti o l’India, dove la pratica è legale.